Archivio mensile:Aprile 2004

VORREI CHE FOSSE VERO

20-22 Febbraio 2004 PADOVA FLORMART

MOSTRA INTERNAZIONALE DI ORCHIDEE: TUTTO PROCEDE OTTIMAMENTE

VORREI CHE FOSSE VERO

PREMESSA
Un articolo senza titolo, letto sul sito dell’associazione lombarda amatori orchidee, a firma di “un’inviata speciale”, Valentina Pasta, dà un’immagine evanescente, della mostra internazionale di orchidee del 20-22 febbraio 2004 al Flormart di Padova, cerco pertanto di esprimere nel merito, le mie obiezioni.
Valentina Pasta, dipinge la manifestazione con un “ritratto, velato da elogi ed osservazioni” senza per altro, evidenziare i problemi emersi in tale occasione, cupi e palpabili.
Nella mia veste di discreto conoscitore dell’orchidologia Italiana, e di espositore in Padova a titolo gratuito, senza rappresentanza associativa e senza rimborsi delle spese sostenute, manifesto il mio sconcerto e voglio supportarlo con alcune considerazioni. Continua a leggere

CORSO PRATICO ORCHIDEE NEWS

CORSO PRATICO DI COLTIVAZIONE DELLE ORCHIDEE ESOTICHE

Decolla il primo corso pratico sulla coltivazione delle orchidee esotiche.

Data la generale carenza di conoscenze specifiche, riguardanti le esigenze delle orchidee che sempre più facilmente sono immesse nel mercato, era facile prevedere il successo dell’iniziativa promossa da www.orchids.it, che si avvale fra l’altro, della collaborazione di esperti coltivatori e di studiosi di biologia.
Il corso si articola in quattro giornate tematiche, a partire da Domenica 9 Maggio p.v.
Poiché molti “aspiranti allievi”, giustamente, considerano quest’iniziativa una piacevole occasione di svago domenicale, l’organizzazione ha ridotto il numero degli iscritti, per consentire loro di poter partecipare alle lezioni, in compagnia dei famigliari.
Sarà quindi, un particolare momento ricreativo e socializzante, fra persone che fanno della comune passione per “queste maliarde esotiche” motivo di accrescimento culturale.
Domenica 9 Maggio, appuntamento presso la serra di Guido De Vidi in Vicolo Parnasso 1 a Pero di Breda Di Piave, ore 10, dove si parlerà di Cymbidium e dove soprattutto, si comincerà a sistemare queste piante reduci dalle loro mille disavventure.
PERTANTO, TUTTI I PARTECIPANTI ISCRITTI, SI’ PRESENTINO MUNITI DI CARTA E PENNA, MA ANCHE DI FORBICI ED ATTREZZI VARI DI GIARDINAGGIO, PERCHE’ CI SARA’ DA LAVORARE.
Le richieste di partecipazione che non possono essere accolte in questa sessione, saranno considerate più avanti.

Per comunicare e per info. generali: De Vidi Guido

news da Brescia Oggi

Venerdì 2 Aprile 2004

«A QUALCUNO PIACE GIALLO». Ieri in scena anche due autori giovani, Sardou e De Silva
Omaggio floreale a Nero Wolfe
Esperti svelano i segreti delle orchidee, passione del detective newyorkese

Dalla serra newyorkese di Nero Wolfe al Sancarlino, il profumo delle orchidee inebria Brescia. E non si fa per dire. Ieri pomeriggio «A qualcuno piace giallo» ha reso omaggio alla passione di nero Wolfe per «maliarde tropicali» e ha portato in città il loro maggior collezionista italiano. Risponde al nome di Guido De Vidi, che nella sua serra di Pero di Breda (Treviso) ne custodisce circa 4 mila esemplari di ogni tipo e provenienza. E qualcuno l’ha portato anche all’ammirazione degli appassionati del giallo. Che poi, «Rex Stout ne sapeva qualcosa di orchidee – dice -, ma ma molto si inventava». Lui che le conosce bene ne parla come di piante evolute, che stanno alle altre «come l’uomo sta agli animali». Spiega che se ne conoscono 30 mila specie in natura, più 40 mila ibridi registrati. «Questa ha compiuto 18 anni oggi», dice di una come fosse sua figlia. Le orchidee vivono a lungo, e se hanno l’ambiente adatto richiedono poche cure. Insieme alla biologa Anna Maria Botticelli, De Vidi spiega lo «stile di vita» di un Cymbidium o di un Paphipedilum, delle orchidee epifite (che vivono sugli alberi) e terricole, di quelle del Madagascar o del Nepal. Le «maliarde» si trovano ad ogni latitudine, e grandi o piccole, quale che sia il colore «si riconoscono sempre dal fiore». Le signore in sala vogliono saperne di più, la biologa dispensa «dritte» e suggerimenti.
E’ stata la simpatica conclusione di un pomeriggio cominciato con Romain Sardou, giovane parigino che al suo romanzo d’esordio «Ma liberaci dal male» (Sonzogno) si è già guadagnato da Le Parisien quasi un confronto con «Il nome della rosa». Sardou, intervistato da Alberto Mattioli (Il Giorno), presenta una «storia dentro la Storia con la maiuscola».
E dentro la sua storia ci sono un terribile inverno e tre cadaveri che galleggiano, la Chiesa che «si sforza di creare miracoli perché il popolo resti timorato», i suoi colti ministri che «non si lasciano fermare dalla neve» e la paura del popolo ignorante e analfabeta. Tuttavia, non è un parlare d’altri tempi. Allora come oggi «temiamo il domani ma ne siamo intrigati, siamo inquieti in un tempo inquieto», dice il parigino, che non ha ancora trent’anni.
Parla dell’oggi pure il napoletano Diego De Silva, che presenta il suo «Voglia di guardare» (Einaudi). Il suo non è un giallo nel senso proprio. Non ci sono assassini da scoprire ma due personaggi «patologici» che s’incrociano. Celeste, studentessa quindicenne si prostituisce «perché gode a creare delle crepe nella vita degli altri». L’avvocato Eller è un pedofilo che ammazza bambine. Celeste scopre il suo segreto e «entra nella sua vita attratta dal male e lo chiarisce a se stessa». Chi lo ha letto giura che vale davvero la pena.
Oggi il festival continua con il 18enne Piero Belfiore che presenta «Mistero a scuola» (ore 15.30) e con Marco Bettini che parla del suo ultimo «Color sangue» (ore 17). Alle 18, Claudio G. Fava presenta «Figli (settimanali) di un Dio Minore». Alle 20.30, infine, il clou con la londinese Stella Duffy che insieme a Fiamma darà vita allo spettacolo letterario-musicale «Calendar Music».
Mimmo Varone

news dal giornale di Brescia

CRONACA Pag. 13 Venerdì 2 Aprile 2004

Guido De Vidi, titolare della raccolta di orchidee più grande d’Italia, al Sancarlino ha illustrato le specie più amate dal geniale investigatore
Il delicato rapporto tra Nero Wolfe e il fiore degli dei.

Anita Loriana Ronchi

Che Nero Wolfe, il geniale investigatore nato dalla fertile mente di Rex Stout, adori le orchidee, è fatto risaputo. Impossibile immaginarlo se non in accostamento ai due grandi amori della sua vita: il «fiore degli dei» e la buona cucina. Ma se questo celebre orchidofilo della letteratura poliziesca ondeggia (considerata la mole) fra gli spazi della sua serra di carta, nella vita reale a fargli compagnia sono tanti appassionati di questo splendido regalo della natura. Guido De Vidi, nella sua residenza in provincia di Treviso, è titolare della raccolta di orchidee più importante d’Italia: 4mila qualità provenienti da tutto il mondo, che ottengono l’effetto di ricreare una sorta di foresta equatoriale. «Eh, sì… le piante parlano da sole. Se anche le descrivessi per ore, non riuscirei mai a rendere il fascino che emanano e il piacere che si prova coltivandole», esordisce De Vidi davanti al pubblico del Sancarlino, dove ha animato la performance «Le maliarde tropicali: piccola storia, miti e curiosità sulle orchidee amate da Nero Wolfe» nell’ambito del quarto Festival del giallo (in corso fino a domani), cui è intervenuta anche la giornalista Annamaria Botticelli. Supportato da una scenografia allestita con gli esemplari più rari e preziosi del suo vivaio personale, fra cui spicca la superba Cattleya di colore vermiglio, il collezionista spiega che, contrariamente a quanto si tende a pensare, si tratta di piante «molto evolute» per quanto riguarda l’apparato riproduttivo, bisognose di poche cure e strutturate in maniera tale da resistere a situazioni climatiche estreme. Sfatata la leggenda della loro fragilità, resta da puntualizzare la loro origine, che nel diciannovesimo secolo colpì l’immaginazione degli aristocratici disposti a mantenerle in costosissimi giardini privati. Come quello di William Gorge Spencer Cavendish, sesto duca del Devonshire, che, letteralmente ammaliato da un «Oncidium papilio», spedì nell’Assam un famoso cacciatore di orchidee dell’epoca. La maggior parte delle specie arrivano da Vietnam, Thailandia, Sud-est asiatico e Madagascar. Molte sono «ibridi intergenetici», frutto cioè di incroci talvolta arditi, che hanno permesso di acquisire ben 30mila tipologie registrate (più altre 40 o 50mila che non lo sono) e di realizzare così un universo floreale «che non finisce mai di stupire» osserva l’appassionato, che ha avuto prestigiosi riconoscimenti per la sua attività, fra cui sette medaglie e una menzione all’Esposizione internazionale di Copenaghen. Le «maliarde» catturano lo sguardo per varietà di colori, particolarità, dimensioni (alcune gigantesche, altre piccole come miniature). Hanno nomi «colti»greca o latina: non sorprende, perciò, che un individuo raffinato come Nero Wolfe ne apprezzi la presenza, tanto più che la serra – nota De Vidi – è ambiente che rilassa e perciò favorisce la concentrazione. Un bellissimo esemplare stimolò anche la curiosità di Charles Darwin il quale, un secolo e mezzo fa, colse lo spunto che lo portò a nuove scoperte nel campo degli insetti.