RACCONTI DI ORCHIDEE

LA STORIA SIAMO ANCHE NOI Post IV°

Aspirazioni, fatti ed idee, che hanno portato l’EOC del 2006 in Italia

DA GINEVRA A COPENAGHEN, 3 ANNI DI SPERANZE.

I risultati di Ginevra, entusiasmarono, l’Italia delle orchidee.

La situazione in giro per l’Italia, dava segnali di perdurante ed inspiegabile distinguo, sia interno sia esterno alle Associazioni, vedi il Lazio e la Lombardia, ma nel frattempo prendeva corpo, la chiara volontà di far crescere la passione per le orchidee.

A quell’epoca, gli ibridi di Phalaenopsis ed altro, costavano una cifra ed i Garden non avevano ancora fiutato l’affare delle esposizioni autogestite, con vendita.

Fatte salve, le esposizioni mitiche di Bologna con L’AERADO, Genova 85, l’EOC Romana del 91 ed il periodo di Corvi e Natali a Varese dei primi anni 90, le orchidee da collezione, rimasero per parecchio tempo, confinate nelle serre dei collezionisti e dei produttori, oppure, nelle varie Fiere del verde, tipo Flormart e Miflor.

Più tardi prese corpo, un certo fermento in Italia centrale, con la mostra di Monteporzio Catone, con la bella e purtroppo unica esposizione all’Università La Tuscia di Viterbo, organizzata in quell’occasione dall’AMOR, in collaborazione con l’AIO, e con l’attività dell’AERADO.

Dopo il 97, il Triveneto, con l’ATAO, avviò una stagione d’iniziative, di contatti e d’esposizioni preparatorie, per unire tutte le forze disponibili a lavorare insieme.

Si espose a Villa Franchetti di Preganziol, alla Camera di Commercio di Treviso: questi sono stati, momenti di grandi progetti con i commercianti Tedeschi, Francesi, Italiani e con le associazioni.
L’AIO in quell’occasione, si riunì più volte per discutere le strategie organizzative future.

L’obbiettivo fondamentale fu l’affinamento dell’informazione, e la ricerca di nuove risorse economiche, attraverso la collaborazione dei commercianti. La prima “tegola” in testa arrivò proprio da loro: respinsero l’invito a sponsorizzare un futuro Bollettino AIO, contenente anche loro spazi pubblicitari, in quanto già in possesso di, specifici canali pubblicitari.

Altra delusione di quel periodo fu la mancanza di collaborazione con un gruppetto Trentino: il suo referente preferì distribuire la sapienza in altre sedi.

Pur con questi imprevisti comportamenti, sostanzialmente negatori, l’attività proseguì, e con le forze che ci stettero, s’iniziò la costruzione della proposta organizzativa da presentare a Copenaghen nel 2000.

Ricordo che proposi di candidare Treviso o qualche città limitrofa, quali località ideali, vicine a Venezia, certamente fu una mia battuta, ma nel momento di valutare eventuali siti dove collocare la manifestazione, ci si accorse che per tutta una serie di valutazioni organizzative, le ricerche non potevano discostarsi più di tanto da quell’affermazione.

Si capì subito che nessun commerciante si sarebbe accollato l’onere organizzativo, che l’associazione di riferimento naturale, era l’ATAO e che l’AIO avrebbe dovuto trovare i denari per l’evento.

Si costituì così, un comitato informale AIO-ATAO, per le ricerche logistico – organizzative.

Treviso fu subito esclusa per ovvie indisponibilità logistiche e si percorse perciò, la via delle sedi fieristiche locali di settore: Padova e Pordenone.

I contatti con la direzione Fieristica Padovana, furono subito costruttivi e fatti salvi alcuni problemi, purtroppo non ancora risolti, ci si orientò su Padova, e specificatamente in concomitanza del Flormart di primavera.
Il 2000 arrivò e nel CD AIO di Bologna, si deliberò di presenziare a Copenaghen, anche con l’esposizione di piante, e, cosa molto importante, l’AIO stessa, assunse in proprio, le spese della loro trasferta.

Quella decisione fu presa per facilitare i collezionisti ed i commercianti anche in termini economici. Partì la campagna informativa presso i produttori ed i commercianti, che vista l’onerosità della trasferta non sarebbero andati comunque, con stand di vendita propri.
La loro adesione, avrebbe potuto ugualmente aiutare la rappresentanza Italiana in un momento importante, a costo zero.

Non andò così, o meglio, l’adesione si risolse con la presenza dei pochi soliti noti, più la dott.sa Franguelli di Padenghe, in rappresentanza dei commercianti.

In ogni modo, l’ATAO, cosciente dell’impegno assuntasi, in stretta collaborazione con l’AIO, si prodigò con tutte le sue forze, per preparare una brochure d’appoggio convincente, da presentare a Copenaghen.

In quell’occasione fu anche presentata un’ipotesi di logo per il 2006, consistente nella foto sopra a sinistra, raffigurante una pianta Equadoregna non ancora classificata, di Stelis sp. fiorita, presente in una collezione Italiana, proprio per dare il segno e magari un nome Italiano. Negli eventi sucessivi, non se ne tenne minimamente conto, peccato.

A Copenaghen, mandai diligentemente le mie piante e purtroppo, per gravi problemi famigliari, non potei partecipare personalmente, ciò nonostante, allegai alla brochure di presentazione una mia lettera di supporto alla candidatura Italiana, indirizzata al Presidente dell’EOC.

Le orchidee, partirono per Copenaghen, eravamo in Aprile del 2000.

Continua.

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