Racconti di orchidee

by: Guido Orchids 4 Commenti »

Controluce, effetti tridimensionali

Uno stelo fiorale di Vanda (ibrido) che raccoglie nella sua magica bellezza, tutta la storia delle sue generazioni trascorse, mettendo però bene in evidenza, le caratteristiche genetiche di uno dei suoi progenitori: Euante sanderana.

Collezione Guido De Vidi-foto 22.09.04
Tutti i diritti sono riservati.

Vanda luminosa var. rosea.
Genere: Vanda
Sottofamigiaa: Epidendroideae.
Tribù: Vandeae.
Sottotribù: Sarcanthinae.

Questo genere di orchidee è stato stabilito da sir W. Jones nel 1795 e la sua specie tipo è la Vanda roxburghii.
Il genere, cui appartengono queste piante robuste e amanti della luce, è molto amato dai collezionisti di tutto il mondo. Il nome Vanda, è un termine sanscrito, attribuito nell’India antica alla Vanda del Bengala e alla relativa orchidea, che significa: bella. Le 70 specie di questo genere, crescono nelle più varie condizioni climatiche dell’Asia tropicale.

Le Vanda sono orchidee epifite a sviluppo monopodiale (un solo piede). Se fosse necessario riprodurre in coltura l’habitat di ciascun tipo, sarebbe assai difficile. Fortunatamente le Vanda si ambientano molto facilmente a situazioni limite e possono quindi, essere coltivate nella serra intermedia o in quella calda, forse con la sola eccezione della Vanda coerulea, che preferisce temperature notturne più fresche; ad ogni buon conto, anche questa specie può essere coltivata in un angolino fresco nella serra delle cattleya.

La maggior parte delle specie è caratterizzata da foglie nastriformi, alcune le hanno cilindriche e affusolate alle estremità e sono chiamate appunto «cilindriche»; qualche altra specie intermedia, appartiene al gruppo delle «semicilindriche».

Le specie d’ogni gruppo si possono ibridare con ottimi risultati, mentre gli incroci tra specie a foglie diverse, si possono incrociare una sola volta perché sono quasi interamente sterili.
Dal fusto, tra le foglie, si formano ampie radici carnose, che in natura servono anche di sostegno.
In coltivazione, le radici possono crescere all’interno del vaso, ed anche fuori nell’aria, o nei vasi vicini. Gli scapi fiorali nascono alle ascelle delle foglie sulla parte più giovane del fusto della pianta.

Gli steli fiorali delle Vanda, si formano su entrambi i lati del fusto: alternativamente. Talvolta compaiono uno, due o tre steli contemporaneamente e nei casi d’ottima salute della pianta, possono comparire in successione durante l’anno.

Petali e sepali sono solitamente della medesima misura; in alcune forme i sepali laterali sono più ampi e stretti alla base, arrotondati all’apice e normalmente piatti e distesi. Il labello è attaccato al breve piede della colonna e ha uno sperone alla base; i suoi lobi laterali sono carnosi ed eretti, il lobo mediano disteso.
I colori dei fiori delle Vanda, comprendono diverse gamme e vanno dal bianco, giallo, rosa, porpora, blu e marrone; in molti casi tutti i colori menzionati li troviamo assemblati in un singolo fiore, con effetti cromatici stupefacenti.

Phymatidium tillandsoides

by: Guido Orchids 1 Commento »

Miniature

Piccola pianta epifita, originaria del Brasile. Il nome di questa orchidea fa riferimento alla sua assomiglianza con le Tillandsia . Questa piccolissima miniatura, si sviluppa a gruppetti di foglie filiformi color verde chiaro, con esili steli fiorali ricurvi portanti da 5 a 10 fiori bianchi di 5 mm, che fioriscono a tarda estate. In natura vive su tronchi umidi e muscosi ed in coltivazione va tenuta costantemente umida e fertilizzata.

Collezione Guido De Vidi. Foto del 29.09.04
Phymatidium tillandsoides Barb. Rodr. 1881
Famiglia: Orchidaceae
SottoFamiglia: Epidendroideae
Tribù: Maxillarieae
SottoTribù: Ornithocephalinae

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by: Guido Orchids Nessun commento »

SOS Zigopetalum

Ciao Guido,

ti scrivo per chiederti cosa posso fare per il mio Zygopetalum. Circa un mese fa alcune foglie hanno iniziato a macchiarsi di marrone e giallo fino a ricoprirsi interamente, mentre sulle altre foglie si notano dei piccoli puntini colore verde chiaro. Inizialmente pensavo che la causa fosse il cambio di temperatura oppure troppa acqua. Ora però, vedendo che la situazione peggiora, credo ci sia qualche cosa di ben più grave.
Ti mando alcune fotografie per capire meglio.
Ti ringrazio tanto.
Dania

…. Da quanto posso vedere nelle foto, non mi sembra che la situazione sia grave. Lo sarebbe se ci fossero degli pseudobulbi, necrotizzati (marciti), a me sembrerebbero scure, soltanto le foglie.

L’agente che ha causato la marcescenza sulle foglie del nuovo germoglio, è stato sicuramente la stagnazione d’acqua all’interno delle foglie ancora strette dalla guaina di protezione.
Questo è il problema di tante orchidee, bisogna stare molto attenti con le bagnature, durante tutta la fase di sviluppo dei nuovi germogli ed una volta portati a maturazione, l’attenzione con le bagnature, va trasferita al substrato che non deve mai essere fradicio: è preferibile lasciarlo asciutto per un giorno, piuttosto di annegare costantemente le radici della pianta.
Detto questo, in pratica il tuo Zigopetalum si è giocato una nuova vegetazione, niente di grave: togli pure le foglie scure, stringendole per le punte con le dita della mano e strappandole con una leggera tiratina verso l’alto.

Nel caso in cui non si strappino con le dita, mano al bisturi ( un piccolo coltellino o forbicina, sterilizzati previa immersione in alcool oppure con il passaggio delle parti contundenti, sotto la fiamma del gas) e zacchete! Taglia tutte le parti scure e ad operazione ultimata, proteggi le ferite con qualche fungicida in polvere.

Dania, tieni conto che le foglie vecchie di tante orchidee, Zigopetalum compreso, quando invecchiano, ingialliscono e diventano scure prima di cadere.

Ciao Dania, per qualsiasi problema di orchidee, questo “pronto soccorso blog”, è a disposizione di tutti i suoi visitatori.

Per porre domande ed inviare foto: GUIDO DE VIDI .

Orchidee rampicanti

by: Guido Orchids 4 Commenti »

Una strana orchidea africana che si arrampica sugli alberi come l’edera

Angraecum eichlerianum

Questa specie vive nel Madagascar e nei seguenti Paesi africani: (Angola, Camerum, Gabon, Nigeria, Zaire).
Il nome di questa orchidea è stato dato in onore del botanico tedesco, Eichler, vissuto nel diciottesimo secolo.

Collezione Guido De Vidi. Foto del 27.09.04 – Tutti i diritti sono riservati
Angraecum eichlerianum Kraenzl 1882
E’ un’orchidea epifita a sviluppo monopodiale (su un solo piede), di grandi dimensioni, cresce arrampicandosi sui tronchi degli alberi che utilizza come tutori.
Vive nelle foreste umide dell’Africa occidentale intorno ai 150 metri d’altitudine, produce lunghi gambi eretti, ai lati dei quali si formano le foglie oblunghe ed ellittiche, lunghe circa 8 cm, alternate a radici che si attaccano al tronco d’albero ospitante. Si ha la sensazione di vedere la pianta che cresce tenendosi abbracciata all’indietro e piegando addirittura le sue foglie attorno al tronco dell’albero.

Gli steli fiorali si formano a tarda estate, sono corti e flessibili, ed al loro apice si strutturano le infiorescenze con due fiori bianchi/verdastri, duraturi e pieni di fragranza notturna.

L’Angraecum eichlerianum ama temperature da serra calda (15-18 gradi minimi) con buon’umidità e luce ombreggiata al 50%. Ad ogni buon conto, dopo aver sperimentato la coltivazione di questa orchidea anche a luce intensa, ho potuto verificare che si adatta a situazioni limite senza particolari sofferenze: a luce più intensa, tende alla brachizzazione ed all’ingiallimento delle foglie, senza che la fioritura ne risenta particolarmente anzi, la dimensione dei fiori che normalmente è di 3- 4 cm, tende ad ingigantirsi.

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SOS ODONTOGLOSSUM x SIMONA

In un commento sul blog, Simona chiede: … io avrei un problema con il mio odontoglossum uno dei boccioli è ingiallito dove sbaglio? lo tengo sul balcone e lo vaporizzo una volta al giorno di notte lo ritiro in casa…. grazie Simona.

Cara Simona, bisognerebbe sapere se il tuo Odontoglossum è una specie. Dico questo, non tanto per assumere il ruolo del docente ma soltanto per poter inquadrare con più sicurezza le esigienze della tua orchidea.
Quando ti capiterà di acquistare altre piante di orchidee, cerca di farti dire il nome, è nel tuo diritto.
Sapere i nomi delle proprie piante, sia ibridi sia specie ( si definisce specie un’orchidea che vive in natura e si considerano ibridi tutte quelle piante che sono frutto dell’impollinazione artificiale dell’uomo – qualche volta troviamo anche degli ibridi naturali – in questi casi siamo difronte ad impollinazioni avvenute naturalmente, fra specie diverse già classificate dai botanici), è importante per due motivi: primo perchè conosci l’origine della tua pianta e puoi attigere tutte le informazioni che la letteratura ti mette a disposizione, secondo, perchè puoi affrontare con più facilità le esigienze della sua coltivazione.
Abbiamo tergiversato, non preoccuparti. Intanto se il tuo odontoglossum è stato acquistato di recente e quindi con i boccioli già formati, le cause del suo ingiallimento vanno ricercate altrove ( nel periodo trascorso dal momento che è uscito dalla serra di produzione, all’istante in cui tu l’hai acquistato), per dirla in altre parole: stress ambientale ed in questo caso tu e, quant’altri, siamo impotenti.
Se l’orchidea ti è fiorita in casa, la causa potrebbe essere dovuta a repentini sbalzi termici, oppure a stagnazioni d’acqua nel composto, controlla questo e tieni la pianta nebulizzata, anche le foglie, avendo accortezza di non esporla a troppa luce. Ci risentiamo. Buone orchidee.

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