Spazio aperto

Da un commento sul blog:
…..Una domanda che vorrei farti è questa e spero che tu legga questo post per rispondermi. Cosa non deve mai mancare (pazienza a parte) ad un collezionista alle prime armi? Intendo dire sia come piante che come attrezzature e pronto soccorso. Grazie e ancora salutissimi da Ischia.

A Veronica che mi pone questa domanda, innanzi tutto regalo due foto di una rara e singolare varietà di Paphiopedilum insigne var. chantinii, in fiore nella mia collezione.
Questa specie è descritta su Lindenia come Cypripedium insigne WALL. Var. CHANTINI RAFAR. Sub-var. LINDENI GRIGN. – spostata successivamente in Paphiopedilum insigne var. chantinii (Rafarin) Stein 1892- Stein’s Orchideenbuch p.448 – 492
Collezione Guido De Vidi. Foto del 03.11.04
Devo dire la verità, in un primo momento sono rimasto un po’ in difficoltà, cosa non deve mai mancare ad un neofita… bella domanda!!
Cominciamo con quello che paradossalmente un collezionista alle prime armi possiede in abbondanza: il desiderio continuo d’acquisti e la frenesia di toccare, dividere e rinvasare le povere piante della sua collezione. Frenare il più possibile quest’impulso.
A mio parere, le prime orchidee di un collezionista principiante (non importa se specie oppure ibridi) è consigliabile che appartengano a questi generi: Cymbidium, Paphiopedilum, Dendrobium, Phalaenopsis e Vanda.

Chi riesce a coltivare bene questa gamma di orchidee può cimentarsi nell’ampliamento della collezione con buone probabilità di successo.
Nella biblioteca di un principiante, non può mancare della buona letteratura che descrive le orchidee, la loro coltivazione e biologia.
Nell’angolo dei desideri del neofita devono trovare posto alcuni supporti per fare le operazioni elementari di cura e controllo delle piante: alcool o lampada a gas per sterilizzare gli attrezzi da lavoro, bisturi o piccolo coltellino, forbice da giardinaggio, pinzetta, termometro da ambiente ed igrometro (il luxmetro che serve a misurare l’intensità della luce è un lusso che ci si può risparmiare).
Nella dispensa, avere sempre a disposizione corteccia di pino grossa, che può essere sminuzzata in caso di bisogno, torba di sfagno filamentosa, patatine di polistirolo per il drenaggio dei vasi, vasi di varie dimensioni anche a forma di cestino forato ai lati, zattere di legno duro o di sughero per le prime esperienze di coltivazione su supporti in sospensione, fertilizzante NPK solubile con formulazione equilibrata 20-20-20.
Nel pronto soccorso è sufficiente avere fungicida a base di solfato di rame ( poltiglia bordolese) in ogni caso evitare fungicidi con principi attivi classificati come “tossici”, stesso discorso per gli insetticidi: individuare uno o due prodotti, che siano efficaci contro i due nemici più difficili – il ragnetto rosso e la cocciniglia cotonosa, avendo però la cura di evitare pesticidi con DL troppo basso. DL è il parametro che segna la pericolosità del prodotto, più è piccolo il numero che segue la sigla DL, più è pericolosa la sostanza chimica. Sopra il DL 5000, le sostanze sono relativamente sicure.
Che dire ancora? Oltre alla pazienza ci vuole anche tanta..tanta passione.

Errata corridge
Lunedì 3 Dicembre 2007
Carlos segnala che a suo avviso la pianta nelle foto è Paph?Crossianum ?insigune×venustum?
e non Paph. insigne var . chantinii. Ha perfettamente ragione, ecco il link che lo prova.
Grazie a carlos per la collaborazione…speriamo di trovare presto il vero Phap. insigne var. chantinii.

16 pensieri su “Spazio aperto

  1. Massimo M.

    Un caliente bienvenido a Carlos (tu es Carlos Keller?).
    Esperamos te gusta nuestro blog y séria interesante para ti.
    Hasta luego.

    Un caloroso benvenuto a Carlos (sei Carlos Keller?).
    Speriamo ti piaccia il nostro blog e che sia interessante per te.
    A presto.

    Massimo

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  2. Guido Autore articolo

    Ciao Carlos, benvenuto nel blog. Hai perfettamente ragione, grazie per avermi risolto il dubbio che avevo su questo Phaphio.
    Ecco questo link, ne è la prova.
    La pianta mi è stata regalata da un bravo coltivatore con il nome P. insigne var. chantinii …ma anche lui si è sbagliato, grazie ancora, ora sistemo il post con le tue correzioni.
    Guido

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  3. Guido De Vidi

    Ciao Lisa, complimenti per il Paphiopedilum insigne var. sanderae – bellissima specie ed anche abbastanza rara – Dalle tue indicazioni, penso che la posizione e le temperature siano ok. Attenta alle bagnature, non tenere il vaso ne secco ne annegato e fertilizza con cautela ( ogni mese 0,5 gr. di 20.20.20. solubile ogni litro d\’acqua). Bagna il composto e tieni il vaso con i piedi all\’asciutto. Ciao, se puoi mandami una foto: guido.devidi@infinito .it e facciamo un bel post. Guido

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  4. lisa

    Salve a tutti, io ho appena acquistato una paphiopedilum insigne var. sanderae…se la metto in terrazza-veranda chiusa, non riscaldata ma attaccata alla cucina x cui t° intorno ai 10-15°di inverno e luce ma non sole diretto può andare bene???non vorrei darle le cure sbagliate xchè e il mio primo paphiopedilum.
    Grazie a tutti bye bye

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  5. Sara

    Grazie Guido,come sempre sei super disponibile…ogni volta che leggo il tuo blog rimango meravigliata dalle storie delle tue piante, come quella della Cattleya cresciuta sul montante della serra! o quella di questo Paphio emigrato a Zagabria e poi ritornato a casa e salvato da morte certa…e chissà quante ancora… 🙂

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