Costruiamoci la serra per le orchidee. Post n°4

Organizzazione dell’interno della serra.
Prima di entrare simbolicamente all’interno della serra per installare le attrezzature ed i supporti che la rendono funzionale, mi preme fere un’ultima annotazione d’obbligo.

Nella descrizione dei materiali da usare per l’intelaiatura di supporto, mi sono limitato ad elencare soluzioni in ferro o alluminio perchè sono da ritenersi di lunga durata.
Nulla toglie che, opportunamente trattati, possono essere impiegati anche strutture portanti in legno. Così facendo si otterrebbero sicuramente degli ottimi risultati sotto il profilo estetico.
Sappiamo tutti che la gran parte delle oltre 20000 specie di orchidee sono epifite, quindi, l’organizzazione interna della serra deve tenere conto di questa loro esigenza vegetativa.

Si dovranno sistemare dei supporti interni e nella loro costruzione si terrà conto di:
1)- La loro larghezza massima deve consentirci di vedere e manipolare tutte le piante esposte.
2)– Per ottenere il massimo utilizzo degli spazi, i supporti orizzontali che per comodità chiameremo bancali, vanno costruiti a gradini modulabili affinché possano supportare vasi di piccole e medie dimensioni: un bancale largo 2 metri può essere composto di 6 gradini che ci consentono un incremento del 25% di spazio utile.
3)–Per costruire i supporti orizzontali a gradino, consiglio di usare rete zincata, in uso per la costruzione delle gabbie: in commercio si trovano varie misure e sezioni.
4)– All’apice centrale della piramide del bancale orizzontale, si può sistemare verticalmente, una comune rete plastificata in uso nelle recinzioni. Così facendo si ottiene una griglia luminosa, dove poter appendere le zattere delle orchidee epifite che richiedono maggior luce.
Nella realizzazione dei bancali, è indispensabile prevedere uno spazio di lavoro attorno ad essi, non inferiore a 70 centimetri.

Il primo gradino di supporto dei vasi, può essere collocato ad un’altezza di 70-80 centimetri dal suolo, in ogni caso si deve calcolare un giusto equilibrio delle masse fra la base ed il soffitto. E’ utile ricordare che con una corretta organizzazione degli spazi in una serra d’orchidee, si possono ottenere 4 o 5 livelli di microclimi diversi.

Impiantistica interna.
Per la gestione della temperatura e dell’umidità della serra, nelle varie stagioni dell’anno dobbiamo dotarla delle seguenti apparecchiature:
1)– Sistema di riscaldamento pilotabile.
2)– Termostati di controllo.
3)- Ventilatori per il movimento interno dell’aria.
4)– Aspiratore per il ricambio dell’aria interna.
5)– Pompa a pressione, per le bagnature, da 20-30 atmosfere.
6)– Elettrovalvole per il controllo del flusso dell’acqua.
7)– Umidostato
8)– Ugelli per la nebulizzazione dell’acqua.

Tutte le apparecchiature elencate sopra, vanno organizzate e gestite da un impianto elettrico che prevede un quadro di protezione, comando e controllo di tutte le funzioni richieste, comprese alcune prese di corrente e qualche punto luce per le normali esigenze operative interne.

Detta così la cosa, sembra una centrale elettronica ma, appena inizieremo ad affrontare i vari aspetti funzionali, capiremo che non è poi tanto difficile.

Temperatura ed umidità
Per tenere sotto controllo, temperatura ed umidità, in serre piccole e medie, cercheremo di illustrare varie applicazioni, comprese le soluzioni economiche attuate nella mia serra.

Riscaldamento invernale
Per il riscaldamento invernale della serra, si deve innanzi tutto tener conto delle disponibilità tecnologiche esistenti.
Ad esempio, l’individuazione della fonte energetica più economica: gasolio, se si riesce a disporre quello senza accise (poter dimostrare di essere agricoltori) – gas metano, se si organizza l’impianto della serra come propaggine del riscaldamento di casa – utilizzo di sorgenti termali.

Le soluzioni tecniche possono essere di tre tipi:
1 – Generatore d’aria calda in serra, con bruciatore a gasolio.
2 – Radiatori o tubi alettati, collegati con il riscaldamento dell’abitazione.
3 – Tubazioni a pavimento, con bassa temperatura dell’acqua.

Riscaldare costa e quindi diventa importante trovare soluzioni che portano a risparmiare.
Molti coltivatori, durante l’inverno, usano proteggere internamente la serra con nylon dotato di piccole camere d’aria a forma ovale.
Altro accorgimento che porta al risparmio, è quello di abbondare nella potenza dei vari sistemi in uso.

La scelta della fonte energetica da usare, è legata a fattori contingenti: personalmente ritengo che riscaldare con stufe ad aria calda dotate di bruciatore a gasolio o a gas, sia una buona soluzione.
Il riscaldamento ad aria calda, è una garanzia contro le possibili marcescenze invernali che con sistemi di riscaldamento per irradiazione sono sempre in agguato, però ha il difetto dell’eccessiva essiccazione dell’aria.
Un altro motivo che condiziona la scelta della tecnologia di riscaldamento, è la massima temperatura che si vuol raggiungere nella stagione fredda: soltanto specie da serra calda o fredda ecc. In questa sede non è il caso di addentrarci su pregi e difetti delle varie soluzioni tecniche enunciate.

Raffreddamento ed umidificazione.
Per raffreddare la serra nella stagione calda, ci sono due sistemi: apertura di pareti qualora sia possibile, oppure cambiamento forzato dell’aria interna, con quell’esterna, più fresca.

Per umidificare l’atmosfera all’interno della serra, bisogna produrre nebbia.

Soluzioni industriali
Purtroppo, tutte le soluzioni professionali sono molto costose e diventano economicamente compatibili solamente in grandi serre, in quanto il costo fisso delle apparecchiature di base è molto elevato.
Gli stessi calcoli e le formule astruse per calcolare le potenzialità, hanno significato se riferite a coltivazioni standard con bancali integrati e spazi d’utilizzo normali, che sono l’esatto contrario delle foreste pluviali che ogni collezionista crea nella sua serra.
Detto questo, se si riesce a conciliarle con le disponibilità economiche, non vanno escluse a priori le offerte professionali.

La soluzione dei problemi di temperatura/umidità, nelle nostre serre per così dire (anomale) vanno ricercate e studiate caso per caso, raccogliendo gli esempi già funzionali ed adattandoli alle specifiche particolarità d’ogni nostra serra.
Pertanto, abbandonata la via dei calcoloni, quando si cercano soluzioni, per l’interno serra, torna molto utile “scopiazzare” le intuizioni viste nelle serre degli amici collezionisti, che generalmente sono sempre molto aperti!!!!

Soluzioni ingegnose per tenere sotto controllano, temperatura ed umidità .
Per quanto riguarda il raffreddamento, si va dalle “porte aperte”, alla ventilazione interna.
Questi accorgimenti spartani presentano molti problemi: via libera agli impollinatori ed eccessiva essiccazione dell’aria.
Per l’umidificazione, si scoprono soluzioni ingegnose, tipo allagamenti vari, oppure il classico vaporizzatore, oppure la versione artigianale del sistema “VENTURI” ovvero la spaccatura delle cellule d’acqua, che è risucchiata per depressione da un getto d’aria e nebulizzata da ugelli: in altre parole il principio della vecchia macchinetta spruzza flit.

Come ho organizzato la mia serra
Più che una serra, la mia è un insieme di spazi realizzati a più riprese per rispondere alle esigenze delle piante che col tempo crescevano di dimensione e di numero.
All’inizio erano trenta – quaranta metri quadrati. Ora sono diventati circa duecentocinquanta: tutti rigorosamente auto costruiti.
Per fortuna che in giro si trova molto materiale di recupero: le discariche ed i rigattieri sono una miniera.
Con molta pazienza e spirito d’osservazione, si trova di tutto ed a poco costo: bruciatori, ventilatori, stufe, tubi, materiale elettrico ecc.


Riscaldamento ad aria calda
Sin dall’inizio, ho installato un sistema di riscaldamento ad aria calda, perché per l’appunto a quell’epoca, da un amico rigattiere, ho trovato un generatore a gasolio da 18 K calorie per 100.000 Lire del vecchio conio, (nuovo costa 1.500) euro.
Ora la mia serra ha tre generatori d’aria calda, disposti in punti strategici per distribuire bene il calore.
La temperatura minima della mia serra durante le notti invernali, non supera i 14/15 gradi centigradi.
E’ dimostrato che con un ‘delta’ elevato fra temperatura interna ed esterna, i consumi d’energia per produrre il calore aumentano in forma esponenziale.
Con questo limite di carattere economico, nella mia serra non si trovano molto bene le piante da serra calda, ciò nonostante, per il ragionamento dei vari microclimi, trovano buona vita anche le amatissime specie di Phalaenopsis.

Il riscaldamento ad aria calda ha il gran difetto di seccare l’aria della serra ma questo limite, se ben governato, si trasforma in pregio: il flusso d’aria calda, tiene ventilata la serra ed il pericolo (soprattutto di notte) delle marcescenze, sempre in agguato, si riduce di molto. Inoltre ci si può permettere anche bagnature invernali, notturne.
Il livello di temperatura voluto, è controllato e pilotato da un termostato, elettronico con programmazione giorno/notte per consentire la differenziazione delle due soglie di temperatura.
Il termostato elettronico è molto sensibile: il ‘delta’ di comando si riduce a 0,5 gradi, rispetto ai quasi 2 di quello tradizionale. Questa peculiarità agisce positivamente sui consumi.



Raffreddamento estivo
La mia serra non prevede aperture per il raffreddamento della temperatura interna, soltanto le porte d’accesso.
Ho costruito un sistema integrato che asporta l’aria calda interna con l’ausilio di un aspiratore posto nella parte più alta della parete a sud della serra: per effetto della depressione causata dall’aspiratore, entra l’aria esterna più fresca passando attraverso dei pannelli predisposti nella parete opposta, a nord.
L’ingresso forzato d’aria esterna, certamente raffredda l’ambiente interno, però lo secca ed inoltre il rendimento è molto limitato.
Per aumentare il rendimento e per cogliere due piccioni con una fava, si deve abbassare la temperatura dell’aria caricandola di particelle d’acqua.
Questo risultato si ottiene obbligando l’aria esterna a passare attraverso dei percorsi umidi generalmente costituiti da pannelli alveolari che prolungano il tragitto dell’aria e nello stesso tempo la caricano di particelle d’acqua che poi transiteranno insieme, all’interno della serra. Tale principio di raffreddamento ed umidificazione dell’aria è chiamato “cooling”.
Dicevo poco sopra, che le “formule teoriche” non danno la soluzione a tutte le situazioni perché ogni serra amatoriale è un caso a sé, però non si può neanche procedere a casaccio, ed allora bisogna aver chiari gli obbiettivi da raggiungere.
Primo obbiettivo, riuscire a controllare il valore massimo accettabile della temperatura interna, che ad esempio, può essere 30/32 gradi centigradi, con il minor dispendio d’energia elettrica.
Il secondo obiettivo, subordinato al primo è calcolare la giusta potenzialità dell’aspiratore.
A grandi linee si può decidere che il totale ricambio dell’aria interna avvenga in 50/60 secondi, rapportando questo dato alla cubatura complessiva, si può individuare con sufficiente approssimazione la potenza dell’aspiratore.
Il tempo di ricambio dell’aria è una variabile che dipende anche da altri fattori:
1)- Altezza di installazione dell’aspiratore: se la serra è piena di piante anche nella sua parte superiore, per estrarre il cuscino d’aria che staziona sotto il tetto, l’aspiratore va posto il più alto possibile e con più potenza aspirante.
2)– Posizione dell’aspiratore: lato nord o lato sud.
L’aspiratore posto al lato nord crea un’omogeneità di temperature ed invece, installandolo al lato sud, si ottengono due zone climatiche molto diverse.
La decisione sarà sempre abbastanza empirica ma con queste informazioni, e magari, dopo aver visitato qualche serra d’amici, si potrà fare l’acquisto dell’aspiratore con tranquillità.


Pannello di raffreddamento
E’ una specie di filtro attraversato da acqua, fatta cadere a gocce sulla parte superiore, quando è in funzione l’aspiratore.
Il pannello di raffreddamento deve rispondere nel migliore dei modi alla capacità di percorrere molta strada all’aria che lo attraversa, per consentirgli di trasportare quanta più acqua possibile.

L’industria mette a disposizione dei pannelli alveolari di cartone pressato, delle dimensioni, 10 X 50 x 100.
Questi pannelli, costano abbastanza e purtroppo, una volta installati, sono di difficile recupero e quando vengono invasi ed intasati dal muschio o da altri agenti esterni, rendono meno e vanno sostituiti.
Nella mia serra al posto dei pannelli alveolari, ho sistemato delle gabbiette di rete zincata 10 x 100 x 120, riempite con truciolare di legno, disposte su tutta la fascia bassa ( un metro di altezza)della parete a nord.

Risultati: costi certamente inferiori, rendimento pari e superiore ai pannelli alveolare e soprattutto possibilità di sostituzione annuale, veloce ed economica.
I pannelli, alveolari , o autocostruiti con gabbie di truciolare, sono sostanzialmente delle pareti disperdenti.
Nella stagione fredda devono essere chiuse per evitare dispersioni di calore verso l’esterno.
Tale soluzione però, entra in crisi nella fase autunnale ed in quella primaverile, quando l’effetto serra durante il giorno, esige raffreddamento e l’escursione termica della notte richiede ancora riscaldamento.
Io ho risolto il problema in due modi:
a)– lastre di policarbonato semoventi sistemate nella parte interna della serra a ridosso della pennellatura e bilanciati da un peso che consente sia la chiusura in condizione di fermo dell’aspiratore sia l’apertura per spostamento d’aria in ingresso, quando l’aspiratore è in funzione.
b)– chiusura della parete nord con un prolungamento di circa due metri che diventa, di fatto, una piccola serra fredda, mantenuta in temperatura di 5-6 gradi centigradi minimi, dalla dispersione di calore dei pannelli.

I sistemi di raffreddamento devono in ogni caso essere coadiuvati da impianti di nebulizzazione interna.
Per queste necessità, l’industria mette a disposizione vari sistemi, tutti con un grosso costo d’impiantistica fissa, sia per il piccolo sia per il grande impianto, ( 5000 euro circa).
Nella mia serra ho ottenuto buoni risultati con l’utilizzo della pompa a pressione (20 atmosfere), in uso per le bagnature: con una semplice implementazione impiantistica, ho realizzato un insieme di punti nebbia con ugelli recuperati da bruciatori a gasolio in disuso.

Per quanto riguarda gli ugelli da usare, se s’installano quelli recuperati dai bruciatori a gasolio, consiglio di scegliere le misure, da 1 a 2.

Ombreggiatura
L’ultimo problema da risolvere prima di passare al collaudo vero e proprio della serra, è il controllo della luce solare.
Le orchidee richiedono luce filtrata, quindi è bene non far arrivare luce diretta in serra.
Pertanto, l’ombreggiatura esterna della serra è un particolare molto importante.
Si trovano reti ombreggianti di varia gradazione, dal 30% al 90% della luce solare.
E’ buona norma predisporre una struttura che tiene la rete staccata di almeno 30 cm dal tetto della serra, questo per consentire la circolazione d’aria fra tetto e rete ed evitare in tal modo la formazione d’indesiderabili cuscini di calore.
Per le percentuali d’ombreggiatura da dare alla serra, dipende dal suo grado di trasparenza e dalle orchidee in coltivazione. Possiamo assicurare che un filtraggio del 50-60% può rappresentare una base ragionevole dalla quale partire per le valutazioni specifiche dei singoli casi.

Collaudo
Giunti a questo punto, la serra dovrebbe essere in condizione di funzionare.
Nella più rosea delle ipotesi, la fase d’avvio sarà sempre incerta. Prima che l’ambiente interno raggiunge un equilibrio accettabile, dovranno passare dei mesi forse degli anni, per questo, nella fase iniziale sarà conveniente coltivare piante relativamente resistenti e poco costose.
La collezione non si può improvvisare, ma cresce impercettibilmente intorno a voi giorno per giorno e divide con voi, gioie e delusioni.

Conclusioni finali
Questo racconto sulle serre, l’ho immaginato come una chiacchierata fra amici: se manca qualcosa aggiungetela voi.
Direte subito, e le piccole serre sulle terrazze dove le mettiamo?
Proprio per il grande affetto che nutro per le amiche ed amici che non potranno mai farsi la serra in giardino, m’impegno ad aprire una discussione specifica nella quale cercheremo di tracciare insieme, delle soluzioni.

Fine.

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