Orchidee: stili e forme di vita

La vita in tutte le sue forme ha come obiettivo prioritario il suo perpetuarsi.
Nel regno vegetale, le orchidee hanno escogitato metodi molto raffinati per raggiungere lo scopo. Esse non possiedono polline volatile e pertanto devono ricorrere ad aiuti esterni per la fecondazione dei loro milioni di ovuli che poi diventeranno semi: api, mosche, farfalle e colibrì sono le “vittime” designate.

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Collezione Guido De Vidi – foto Gennaio 2006
Diritti riservati

Per attirare i “pronubi impollinatori” i fiori di orchidea assumono colori e forme vistose a volte simulano l’insetto femmina ed in altri casi emanano profumazioni mirate ad un certo tipo di insetto: scelgono addirittura le ore in cui profumare. Certe specie di orchidee hanno ingaggiato una sfida biologico – evolutiva epocale con il loro impollinatore prescelto: per essere sicure che gli impollinatori (falene) aassolvano compiutamente la loro missione, nascondono il nettare nel fondo di una sacca a forma di tubicino. Le falene sono così obbligate ad allungare il loro “naso” per raccogliere il nettare, ma i fiori allungano a loro volta il tubicino. Il risultato di questa disfida evolutiva ha dato vita a fiori con un lunghi speroni (30 centimetri) e falene con altrettanto lunghe proboscidi.

Il fiore

Blc. Malworth ?”Orchidglade”? FCC/AOS
Collezione Guido De Vidi – foto Gennaio 2006
Diritti riservati

Il fiore dell’orchidea ha una struttura molto semplice, articolata in tre parti esterne e tre interne. Le tre parti più esterne del fiore sono chiamate sepali, facilmente identificabili perché racchiudono il resto del fiore nella gemma.
All’interno si trovano tre petali, uno dei quali si è modificato dagli altri ed è chiamato labello. Il labello è impreziosito da macchie di colore, decorazioni fantasiose, munito di creste, corna, code, protuberanze ed è la parte più appariscente del fiore. L’elemento meno vistoso del fiore, ma che rappresenta una sua componente essenziale è la colonna o ginostemio, una struttura carnosa centrale che contiene gli organi sessuali della riproduzione. L’elemento di distinzione delle orchidee rispetto alle altre piante che producono fiori è per l’appunto il loro apparato riproduttivo. Gli organi riproduttivi non sono separati come in tutti i fiori delle altre piante, ma sono fusi insieme nella sopraccitata colonna. Questa peculiarità strutturale del fiore è l’elemento caratterizzante affinché una pianta possa essere raggruppata nella famiglia delle orchidaceae. Al culmine esterno della colonna c’è la parte sessuale maschile chiamata antera, costituita essenzialmente da piccoli ammassi di polline detti pollinii. Appena sotto l’antera, separato da una sottile membrana c’è lo stimma, la parte sessuale femminile caratterizzata da un’appendice concava, lucida e viscosa detta gineco che funziona come organo ricettivo del polline. Il labello attira ed invita gli insetti impollinatori, ma nello stesso tempo prepara loro le imboscate perchè li costringe ad entrare proprio sotto la colonna attraverso una via stretta ed obbligata, dove i pollinii possono attaccarsi al corpo dei pronubi impollinatori, per essere trasportati e depositati nella parte femminile dello stesso o di altri fiori visitati in seguito.
Forme di vita
L’enorme varietà di forme dimensioni e abitudini dei diversi tipi d’orchidee, affascina da sempre gli orchidofili e li invoglia ad aggiungere continuamente nuove piante alle loro collezioni, tanto da farli diventare dei personaggi straordinari.

Le Piante
Le orchidee sono piante perenni perfettamente adattate a diverse condizioni ambientali, dove c’è vita vegetale esistono orchidee, sono assenti solamente in Antartide.
Soprattutto per comodità colturali si è soliti raggrupparle in fasce o categorie, ma la sistemazione è sempre molto relativa e legata essenzialmente al substrato in cui vegetano.
Geofite e/o terricole: crescono al suolo o vicino al suolo; sono piante tipiche dei climi temperati e freddi. In questa categoria vanno raggruppate anche le specie palustri perennemente con i piedi in acqua, molto rare poiché pochi sono gli habitat esistenti e le specie micotorfe (saprofite), che sono completamente prive di clorofilla, non hanno bisogno della luce solare e vivono in simbiosi con dei funghi. Per finire, alla categoria delle terricole appartengono anche le piante sotterranee.
Epifite o aeree: dotate di radici aeree molto particolari, caratterizzate da una struttura di sostegno coperta da tessuto spugnoso (il velamen).
Questi tipi di orchidee vivono attaccate agli alberi, ma non sono parassite (non traggono alimentazione dalla pianta che le ospita). Le orchidee epifite assorbono umidità e sostanze nutritive dall’aria e dall’humus che si raccoglie sui rami e negli anfratti della corteccia degli alberi su cui alloggiano. Sono orchidee tipiche di climi tropicali.
All’interno di questa categoria si sono perfezionate delle specializzazioni, alcune specie preferiscono vivere sulle rocce e sono dette (rupicole o litofite), altre hanno estremizzato la loro biologia tanto da rinunciare quasi del tutto alle loro foglie quali strumenti clorofilliani demandando questa funzione alle radici: sono dette (epifite afille). Ci sono anche delle orchidee difficilmente collocabili in una categoria specifica.

Le orchidee hanno due modelli di sviluppo.
Modello che produce getti stagionali da un rizoma (cordone vegetativo dotato di radici) chiamato “simpodiale”, vale a dire “piedi insieme”, e modello che produce un solo fusto, definito “monopodiale”, ossia “con un solo piede”.
Modello simpodiale: la struttura di queste orchidee è caratterizzata da un “rizoma”orizzontale alla base, e da fusti verticali detti “pseudobulbi” all’apice dei quali si formano le foglie ed i fiori. Il termine pseudobulbi è usato in botanica per distinguere questi fusti ingrossati, o a forma di canna, dai bulbi veri, che sono molto diversi ed hanno funzioni totalmente differenti.
Modello monopodiale: produce un solo fusto eretto che cresce in altezza ogni anno con nuove foglie alla cima, senza sviluppare alla base nuovi germogli. Queste orchidee non possiedono né rizoma né pseudobulbi, le radici aeree spuntano tra le foglie lungo il fusto e sempre dalle ascelle superiori crescono gli steli fiorali in successione anno dopo anno.
Alla sua base non si formano nuove vegetazioni, però quando la pianta è in buona forma ed incontra condizioni ambientali propizie, attiva le gemme dormienti situate tra le ascelle delle foglie dove si formano nuove piante (keiki), parola di origine hawaiana che significa letteralmente (quello piccolo o bambino).

17 pensieri su “Orchidee: stili e forme di vita

  1. Guido

    Ciao Ronin non voglio fare cultura orchidologica con la C maiuscola, cerco solamente di divulgare la passione per le orchidee (l’orchidologia lasciamola in cattedra)
    Ad ogni modo le tue osservazioni sono pertinenti, il racconto più che scorretto pecca di troppa sintesi espressiva a discapito di una completezza di termini.
    Ho semplificato ” fecondazione dei loro semi per dare l’idea dell’azione – per completezza potremmo dire ” fecondazione dei milioni di ovuli che poi diventeranno semi”
    Ho scritto naso lungo per usare un termine più immediato ” proboscide mi piace poco e spirotromba ancora meno) per dare l’idea di una parte del corpo che si evolve in funzione di una neccessit? primaria. Lascio il termine naso e lo metto fra virgolette, sei d’accordo?
    Gineco, hai ragione, basta pensare “ginecolgia” .Per semplificare ho citato un solo nome legato alla struttura riproduttiva.
    Orchidee terricole, ho scritto tipiche e non “esclusive”. Grazie per le osservazioni.

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  2. Elettra

    Ronin avrei giurato che pignolino così potevi essere solo che un ingegnere, ma io stereotipizzo troppo … intanto riveli che hai più di 19 anni et? in cui si comincia l’universit? …

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  3. Elettra

    Peccato si, si vede poco, però rende la grandezza, beh troviamogli qualche difetto … è un po’ spoglio sotto … (caspita peggio de “la volpe e l’uva”).

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  4. Elettra

    …mhhh… me la togli una curiosit? ?… dimmi solo: i tuoi studi universitari afferiscono al ramo botanico/agronomico/biologico/naturalistico o hai un altro cursus studiorum? Se dici altro allora sei un ingegnere ….

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