Serra per le orchidee: esperienze e consigli.

Sognando la serra autocostruita
Qui comincia il nostro sogno e siccome i sogni non costano, nessuno si senta escluso, neanche la signora “Maria” che per ora coltiva con alterni insuccessi la sua Phalaenopsis sul davanzale.

La burocrazia
Prima di decidere qualità, dimensione e stile della serra dei sogni, per evitare brutte sorprese con la legge è indispensabile avviare un’analisi della situazione urbanistica del territorio in cui si vive.
La serra, piccola o grande che sia è un immobile e come tale è soggetto alle normative di legge che regolano la pianificazione urbanistica.
Ci sono leggi e normative Nazionali che s’intersecano con le varie leggi Regionali a tutela del territorio.

A grandi linee le serre si suddividono in due tipologie:
1 – serre fisse.
2 – serre mobili.
Sostanzialmente la serra è considerata mobile se è rivolta alla protezione stagionale delle colture e se non è ancorata al suolo con fondazioni od altri sistemi di bloccaggio al sottosuolo, mentre son fisse le serre con fondazioni o muri di cinta.

La distinzione tra serra fissa e serra mobile torna utile perché quest’ultima, con le limitazioni dei piani urbanistici di ogni singola zona in oggetto, può essere installata senza autorizzazione né concessione edilizia.
Ricordo che quanto detto sopra, vale anche nei casi in cui si pensi di installare una piccola serra sulla terrazza o sul poggiolo: in questi casi intervengono anche eventuali vincoli di carattere architettonico e condominiale.

Come potete capire, oltre i problemi dei costi e delle soluzioni specifiche interne alle nostre serre, intervengono ancor prima a complicare le cose, gli aspetti burocratici da risolvere prima di avventurarsi in edificazioni incerte.

Molti amici hanno dovuto chiudere con la coltivazione delle orchidee proprio per incompatibilità urbanistiche: prima o poi, il vicino o l’amico “zelante” – leggi invidioso – s’incontra sempre.

Le prime importanti scelte
Eravamo rimasti ai problemi burocratici ed architettonici, legati alla costruzione di una serra.
Si affermava che alcune tipologie di serre potevano essere installate senza autorizzazione o concessione urbanistica preventiva.
Questo corrisponde alla realtà, peccato che in Italia non ci sia mai nulla di certo che vada in aiuto ad iniziative culturali ed amatoriali.
Pensate che anni fa ho dovuto subire un decreto penale di condanna per costruzione abusiva (tunnel in nylon non ancorato al suolo e quindi chiaramente serra mobile) solamente perchè il tecnico del mio Comune, in una sua relazione inviata in Procura, ha stabilito che essendoci una stufa per il riscaldamento all’interno del tunnel, a suo dire la serra era da considerarsi fissa a tutti gli effetti.
Tale valutazione del tecnico, con opposizione al decreto e richiesta di processo penale sarebbe stata facilmente confutata, però, il ricorso sarebbe costato 100 volte il valore della sanzione pecuniaria, nel caso di specie di 150000 lire, spese che nessuno mi avrebbe poi risarcito, neanche nel caso d’assoluzione. Per la verità, lo stato in questi casi garantisce gratuitamente il difensore d’ufficio…ma, come si sa l’avvocato è sempre bene averlo di fiducia.
Vista questa mia esperienza, prima di avventurarvi nella costruzione di una serra è bene sviscerare per benino tutte le pieghe della burocrazia.

Collezione Guido De Vidi. Foto del 1.12.04-Tuti i diritti sono riservati.
Coelogyne fuscescens var. brunnea – sinonimo Coelogyne brunnea Lindl. 1848.

Individuare lo spazio per la serra.
Forse qualcuno di voi, giovane e carico di programmi per il futuro, sta pensando alla futura dimora da comprare o da costruire. In questo caso vi trovate nella migliore situazione possibile perché potete decidere sin dall’inizio di includere nelle indicazioni da dare al vostro architetto, anche la realizzazione del vostro giardino d’inverno che noi continueremo a chiamare “SERRA”.
Pochi però, possono avere tanta possibilità di scelta, quasi tutti si devono accontentare di ricavare spazi, a volte rubati all’abitare.

Le scelte praticabili.:
1 – Disponibilità di ampi spazi esterni, che consente di edificare la serra in un corpo isolato.
Questa soluzione è la più allettante e la più costosa, perché, indipendentemente dai materiali e tecnologie adottati è un corpo architettonico ex novo.
Nella fase di studio della serra, va individuata la giusta ubicazione che garantisca disponibilità di luce solare per gran parte delle ore del giorno: spazi a non meno di 8 -10 metri a sud, sud-ovest di qualsiasi corpo edificato esistente, e/o alberature d’alto fusto.
Altro punto fondamentale da analizzare in fase di studio è la fattibilità d’allacciamento a fonti energetiche quali: energia elettrica, gas e acqua potabile.

2 – Possibilità di addossare la serra, ad un corpo esistente.
Sicuramente con questa soluzione si ottengono buoni risultati in termini di costi e di consumi. Inoltre, se si studiano delle linee architettoniche in armonia con l’architettura esistente, può diventare veramente la serra dei sogni, in quanto molto godibile anche come propaggine di loggia luminosa.
In questo caso è altrettanto importante che lo spazio deputato alla sistemazione della serra sia disponibile dai lati sud, sud-ovest della casa.

3)–Piccole soluzioni, ricavate nell’ambiente abitativo già utilizzabile.
In questi casi viene subito spontaneo pensare alle abitazioni con tetto piatto ed accessibile. Chi abita in case di questo tipo, qualora sia possibile sotto il profilo urbanistico, può sicuramente realizzare brillantemente il sogno di possedere una serra per le sue orchidee, deve tenere però presente, che si trova a dover risolvere un problema in più: la sicura impermeabilizzazione della porzione di tetto che diventa pavimento della serra.
Altre opportunità sfruttabili, sono le ampie terrazze di cui sono dotati certi alloggi, dove possono essere sempre trovati spazi soleggiati.
Ci sono poi i terrazzini, perché no! Fatte sempre salve le famose limitazioni urbanistiche, si possono realizzare delle graziose prospicienze, magari a chiusura di una porta finestra.
Per finire la carrellata delle piccole soluzioni, parliamo un po’ delle serre che chiameremo “domestiche”, in quanto spazi domestici organizzati per coltivare le nostre orchidee.
Nel merito è appena il caso di ricordare la serra domestica messa in commercio dalla SMEG, piccola, bella, funzionale e costosa. Ad ogni buon conto, la serra SMEG è meritoria di plauso perché dà una prima risposta all’esigenza diffusa di piccoli spazi domestici per le piante.
A partire da questa proposta commerciale, possono essere messe in moto tutte le nostre risorse inventive per dare delle risposte più economiche.
Per dare un’idea di quante sono le possibilità, basta pensare agli acquari. Quanti di voi hanno un acquario dismesso ed accatastato in magazzino: non c’è nulla di più facile che attrezzare un ex acquario, per le orchidee… ma ne parleremo più avanti.

12 pensieri su “Serra per le orchidee: esperienze e consigli.

  1. Gianluca

    Ok Aldo…ora vedo se riuscirò a convincere l’osso duro della mia fidanzata.
    anche se per ora sono in alto mare perchè sincermente, non so come fare il telaio.
    dovrò inventarmi qualcosa prima dell’inverno,questo è poco ma sicuro!
    grazie ancora….eventualmente, riusciresti a mandarmi una foto della tua superscatola,magari via mail?

    grazie ancora

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  2. Aldo

    Sul mio scatolone le ventole le ho messe, agganciate ad una staffa, sul soffitto; funzionano senza problemi da più di due anni, dopo essere sopravissute al computer dal quale le ho tolte. non ho fatto fori di aereazione in quanto sul coperchio esiste una fessura, e quindi c’è un piccolo ricambio di aria. Per il riscaldamento, se la tieni all’interno, dovrebbe bastare il calore sviluppato dalla lampada.
    Ciao
    Aldo

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  3. Gianluca

    Ciao Aldo…..grazie mille per le tue delucidazioni, ma ho ho un po di domande:le ventole per l’aereazione vanno messe all’interno del terrario oppure vanno messe sul pannello di lexan, in modo da mettere in comunicazione l’esterno con l’interno?Penso siano da posizionare all’interno, ma non è che le ventole in presenza di alta umidità si guastino?e poi…..per quanto riguarda la temperatura, come posso regolarla?bisognerà mettere una resistenza a terra?
    Io vorrei farne una di discrete dimensioni,tipo 1x1x1 e mettere anche dei ripiani in modo da usufruire al mzx degli spazi.
    avresti qualche schema o schizzo?

    grazie mille Aldo…

    Gian

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  4. aldo

    Ciao Gian, se non hai particolari esigenze estetiche, puoi fare le pareti con qualche materiale di recupero (io ho usato avanzi dei pannelli che usano per i portoni dei capannoni industriali), l’illuminazione con una lampada envirolite, da 125 o 250 Kw, dipende dalla grandezza, mentre per l’umidità ho usato un umidificatore ad ultrasuoni con serbatoio di 9 litri che, regolato al minimo, mi permette di fare le ferie.Un paio di ventole da computer,ed è fatta. A Pederobba, vista la chiusura non ermetica della “scatola”,non avevo fatto fori per l’aereazione. Sembra impossibile, ma anche in un metro cubo di spazio si creano zone più o meno umide. Se vuoi metterlo in salotto, e te la cavi col bricolage, credo che con dei profili in alluminio e pareti in plexiglass dovresti avere un bel risultato.
    Aldo

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  5. Guido Autore articolo

    Lo aveva costruito per la mostra,il grande Aldo, che appena leggerà questo commento si farà sicuramente vivo: Aldoooo, batti un colpo 🙂

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  6. Gianluca

    Guido……….una semplice domanda:
    ad onigo avevate costriuto un piccolo terrario per le orchidee…chi l’aveva fatto?
    ora mi tornerebbe anche utile perchè sto pensando di realizzarne uno da mettere in casa.
    hai qualche foto da potermi inviare cosi cerco di capire un po di cosa ho bisogno?
    grazieeeeee

    Gian

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