Paphiopedilum: la grande avventura della loro coltivazione

La fertilizzazione

Note generali.
Sappiamo tutti che i tre valori alfa numerici riportati sulle etichette dei fertilizzanti si riferiscono ai tre minerali di cui hanno assoluto bisogno le piante: azoto (N), fosforo (P), potassio (K).

L’azoto è un elemento essenziale delle proteine e della clorofilla, il fosforo agisce da catalizzatore e da regolatore dell’attività vitale ed il potassio serve da catalizzatore e regolatore di funzioni particolari, quali la giusta dimensione della pianta.


Collezione Guido De Vidi. Foto del 22.11.04 – Paphiopedilum: primo piano di coltivazione.

Pertanto, somministrando nella fase vegetativa primaverile il 30.10.10 che contiene una quantità tripla d’azoto, si agevola la vegetazione, usando il 20.20.20 si alimenta la pianta in maniera equilibrata ed intervenendo con il 10. 30.20 a prevalenza di fosforo, (considerato la dinamite delle cellule viventi), si favoriscono buone fioriture.

Detto questo, nello specifico è importante analizzare a quale popolazione d’orchidee si vuol dar da mangiare e per quali scopi: può essere utile stabilire regole e quantità variabili prestabilite, su popolazioni omogenee e può essere scarsamente praticabile in una collezione di specie diverse.

Per capirci meglio, un produttore di Phalaenopsis per scopi commerciali, trova sicuri benefici da un’alimentazione particolareggiata, così pure un produttore di Vanda, Cymbidium o per l’appunto Paphiopedilum.

Al collezionista generalista, fatta salva la primavera in cui può fertilizzare due o tre volte con 30.10.10, conviene alimentare le sue orchidee in maniera bilanciata: 20.20.20 con dosaggi molto bassi, quasi tutte le volte che bagna le piante.

Il massimo risultato di questo tipo di fertilizzazione, si ottiene attivando un semplice trucchetto: indugiare con la doccia sulle piante che normalmente mangiano di più e scivolar via appena possibile dalle piante che non desiderano troppi minerali.

Così facendo accontentiamo i Paphiopedilum che amano mangiare poco e pure le Vanda che hanno sempre un po’ di fame in arretrato.

Morale del ragionamento: ad un appassionato torna più utile avere tutta la collezione in buona forma e qualche fiore in meno, mentre per il produttore che cerca il massimo risultato, favorire la crescita veloce e la gran fioritura delle sue piante attraverso una fertilizzazione spinta, rende di più in termini di profitto.

Il calcio somministrato nella sua formulazione chimica di nitrato, è necessario alla strutturazione delle pareti delle cellule ed alla regolazione delle loro attività: io l’uso con molta parsimonia. Inoltre, tenuto conto che è già presente nei substrati di coltura ed anche nella composizione dell’azoto,fatta l’eccezione delle orchidee terricole quali i Paphiopedilum, una dose eccessiva di calcio, può risultare tossica.

Dei concimi organici si fa un gran parlare ed in buona sostanza si può affermare che sono naturali e non di sintesi, quindi, portatori di una gamma più completa d’elementi definiti secondari (ferro – magnesio – zolfo – boro ecc), che sono già relativamente presenti nel substrato di coltura o nei tronchetti su cui coltiviamo le nostre orchidee.

I chelati sono delle sostanze organiche capaci di attrarre a se vari elementi minerali e di tenerli disponibili in qualsiasi momento per le piante; quelli combinati con il ferro, tipo il sequestrane, risultano più convenienti, ma anche in questo caso, vale la regola delle specificità che non vige nell’amatorialità.

12 pensieri su “Paphiopedilum: la grande avventura della loro coltivazione

  1. Gianluca

    Ciao a Tutti

    Volevo fare 2 domande specifiche al rinvado dei paphio:

    1)dove è possibile trovare della torba di sfagno?
    2)se non fossi in grado di reperirla, cosa posso usare per avere un composto simile?

    Grazie

    Gian

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  2. Guido

    Grazie Pietro, una foto ce la fai a linkarla? Puoi anche inviarla a info@orchids.it e poi la pubblichiamo, sarebbe utile per capire se hai avuto la fortuna di beccarti una specie. A volte capita che qualche specie, tipo il P. primulinum si trovi anche nei garden dei centri commerciali.

    La torba deve essere di sfagno abbastanza filamentosa, poi devi miscelarla con bark, perlite e un pugno di sabbia calcarea.
    Ciao
    Guido

    Rispondi
  3. Pietro

    Fantastica guida, io sono un neofita delle orchidee in genere è ho trovato una paphiopedilum in un brico, bella è pure a buon mercato, 5€ penso che lo sia.
    mi son tolto tanti interrogativi sul come e quando, mi mancano solo alcuni dubbi, primo la torba che tipo deve essere e che caratteristiche deve avere? io uso torba per piante carnivore che è molto acida, va bene?
    Altra domanda per identificare la specie come faccio? La cosa di cui sono sicuro è che fa più fiori sullo stelo che crescono in sequenza, ma la specie non la so. Le foto delle due specie che nella guida appartengono al gruppo 3 assomigliano solamente, potrebbe essere un ibrido?
    grazie mille

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  4. Guido

    Risolto il mistero dei commenti che non passano:
    colpa del programma antispam o meglio a forza di autoistruirsi per bloccare i tantissimi messaggi spam è diventato talmente attento, che qualche volta blocca anche commenti di visitatori già riconosciuti.
    Il guaio è che per riconoscere quelli buoni devo controllare in media 200 spam automatici giornalieri. Ultimamente i programmi spam si sono evoluti e per passare copiano titoli di post e inviano frasi in ingua italiana – in genere pubblicità porno e divolerie varie- con il risultato che il blog blocca anche commenti veri e qualche volta con la cancellazione degli spam corre il rischio di andarsene anche qualche commento.
    Questa volta ho controllato con attenzione!
    Ciao Roberta e grazie a tutti per gli apprezzamenti.
    Guido

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