Paphiopedilum: la grande avventura della loro coltivazione

Alimentazione mirata
Abbiamo già capito che i Paphiopedilum sono preminentemente orchidee terricole. Pure quelle che scelgono di vivere in anfratti rocciosi oppure sui rami degli alberi a bassa quota, sono biologicamente strutturati per raccogliere il massimo del loro nutrimento, dal substrato nel quale si sviluppano le loro radici.

Questa loro peculiarità biologica li rende meno dipendenti da forme d’alimentazioni occasionali esterne e le differenzia dalle loro sorelle che poggiano le radici su tutori abilitati più all’abbarbicamento che al nutrimento. In questo secondo caso, le orchidee considerate “epifite” a tutti gli effetti, per loro necessità di sopravvivenza sono costrette a sviluppare un esteso apparato radicale ben disposto ad assorbire con buon rendimento, cibo ed umidità dall’aria e da agenti esterni al substrato di supporto.

In questa sede è appena il caso di specificare che le radici delle epifite, nel loro percorso evolutivo, si sono attrezzate sia per sostenersi con apposite ventose e sia per assorbire umidità ed acqua circostante, quasi come fossero delle spugne.

Faccio quest’introduzione discorsiva per motivare la scarsa necessità di fertilizzazione chimica dei Paphiopedilum ed evidenzio la parola, chimica, per poter dividere in due modi, le forme d’alimentazione dei Paphiopedilum.
Considero alimentazione chimica, l’aggiunta di minerali N P K ed altri secondari, già formulati e sintetizzati chimicamente, sia liquidi sia solidi.

Definisco alimentazione in dotazione, tutto quello che le piante riescono a trovare nel composto del substrato, indipendentemente dall’aggiunta di minerali esterni.

Detto questo, una volta sistemati i nostri Paphiopedilum in un buon substrato, completo di tutte le sostanze minerali a loro utili, si potrà intervenire con l’aggiunta di N (azoto) – P (fosforo) – K (potassio) molto saltuariamente ed in quantità molto blanda.

Quando e quanto fertilizzare.
L’aggiunta di minerali al substrato dei Paphiopedilum è consigliabile effettuarla soltanto nei momenti del loro sviluppo:
– primavera “marzo – giugno”
– autunno “settembre – metà novembre.
In primavera, per sollecitare la crescita dei nuovi germogli, consiglio di usare formulazioni: 30.10.10, mentre nel restante periodo formulazioni equilibrate 20.20.20 oppure 18.18.18. Usate quantità molto basse ( 0,3 grammi per litro d’acqua).
Cercate nel mercato, prodotti solubili in acqua che diano garanzie in etichetta, d’alta solubilità e scarsi sali residui.

12 pensieri su “Paphiopedilum: la grande avventura della loro coltivazione

  1. Gianluca

    Ciao a Tutti

    Volevo fare 2 domande specifiche al rinvado dei paphio:

    1)dove è possibile trovare della torba di sfagno?
    2)se non fossi in grado di reperirla, cosa posso usare per avere un composto simile?

    Grazie

    Gian

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  2. Guido

    Grazie Pietro, una foto ce la fai a linkarla? Puoi anche inviarla a info@orchids.it e poi la pubblichiamo, sarebbe utile per capire se hai avuto la fortuna di beccarti una specie. A volte capita che qualche specie, tipo il P. primulinum si trovi anche nei garden dei centri commerciali.

    La torba deve essere di sfagno abbastanza filamentosa, poi devi miscelarla con bark, perlite e un pugno di sabbia calcarea.
    Ciao
    Guido

    Rispondi
  3. Pietro

    Fantastica guida, io sono un neofita delle orchidee in genere è ho trovato una paphiopedilum in un brico, bella è pure a buon mercato, 5€ penso che lo sia.
    mi son tolto tanti interrogativi sul come e quando, mi mancano solo alcuni dubbi, primo la torba che tipo deve essere e che caratteristiche deve avere? io uso torba per piante carnivore che è molto acida, va bene?
    Altra domanda per identificare la specie come faccio? La cosa di cui sono sicuro è che fa più fiori sullo stelo che crescono in sequenza, ma la specie non la so. Le foto delle due specie che nella guida appartengono al gruppo 3 assomigliano solamente, potrebbe essere un ibrido?
    grazie mille

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  4. Guido

    Risolto il mistero dei commenti che non passano:
    colpa del programma antispam o meglio a forza di autoistruirsi per bloccare i tantissimi messaggi spam è diventato talmente attento, che qualche volta blocca anche commenti di visitatori già riconosciuti.
    Il guaio è che per riconoscere quelli buoni devo controllare in media 200 spam automatici giornalieri. Ultimamente i programmi spam si sono evoluti e per passare copiano titoli di post e inviano frasi in ingua italiana – in genere pubblicità porno e divolerie varie- con il risultato che il blog blocca anche commenti veri e qualche volta con la cancellazione degli spam corre il rischio di andarsene anche qualche commento.
    Questa volta ho controllato con attenzione!
    Ciao Roberta e grazie a tutti per gli apprezzamenti.
    Guido

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