Paphiopedilum: la grande avventura della loro coltivazione

Conoscerli ed amarli
Alcuni principianti desiderano avere subito specie rare. A mio avviso non è consigliabile partire con piante costose ed anche difficili da coltivare, per tanti motivi conviene dedicare le prime attenzioni e cure alle povere piante orfanelle, che rimangono invendute nei vari Garden ed in ogni caso, scegliere varietà poco esigenti.

Altro errore da non commettere quando si cominciano a frequentare coltivatori esperti è quello di copiare le loro soluzioni tecniche.
E’ pur vero che le condizioni ideali di coltura vanno percepite con l’occhio, ma nello stesso tempo non si può non tener conto delle inevitabili differenze dei vari ambienti e soprattutto dell’esperienza accumulata dal vostro occasionale maestro che gli consente di interpretare in maniera più spregiudicata l’esigenza colturale delle sue piante.
Detto questo, è fuori dubbio che nelle fasi iniziali del vostro approccio con i Paphiopedilum è assai utile la possibilità di attingere esperienze dal bagaglio dei coltivatori esperti.

Giova però ricordare che non sono né le tecniche né i prodotti chimici magici a risolvere i problemi della crescita delle vostre piante, bensì la sensibilità e l’esperienza accumulate nel tempo. Dovete credere nelle vostre possibilità e non farvi prendere dal panico con i primi errori. Gli errori aprono le porte ai successi.

Cominciamo a conoscerli da vicino.
La coltivazione dei Phapiopedilum è talmente popolare nel mondo, che in diversi Paesi – Giappone, Inghilterra, USA ecc – molti collezionisti d’orchidee fanno capo ad attivissime Associazioni monogeneriche ed esclusive dei Paphiopedilum.
Questo racconto non vuole essere un trattato scientifico e quindi nelle sue esposizioni seguirà la via della semplicità e dell’immediatezza. Ciò nonostante, per cogliere appieno l’importanza di questo genere d’orchidee è utile scomodare per qualche istante la sua classificazione tassonomica.

Classificazione scientifica del genere
Famiglia: Orchidaceae
Sottofamiglia Cypripedioideae che include: Cypripedium, Paphiopedilum, Phragmipedium e Selenipedium.
Tribù: Cypripedieae
Sottotribù: Paphiopedilinae
Genere: Paphiopedilum Pfitzer, 1886

Nome scientifico: Paphiopedilum Pfitz. Sottofamiglia Cypripedoideae
Orchidea simpodiale senza pseudobulbi, si sviluppa producendo ceppi fogliari posti a ventaglio ed ancorati ad un rizoma basale molto compatto dal quale si snoda un esteso apparato radicale caratterizzato da peluria.
La maggior parte delle specie in questo genere sono state precedentemente incluse nel genere Cypripedium, ma a partire dal 1959 è stato accettato come (valido in uso) il nome Paphiopedilum.

Il nome deriva dal greco “Paphinia” la dea di Paphos (città dell’isola di Cipro) Afrodite e “pedilon” che vuol dire sandalo o scarpa, per la forma particolare del labello, che assomiglia appunto ad una scarpetta di donna (approfondiremo più avanti i riferimenti mitologici che hanno spinto i tassonomi a coniare questo nome).

12 pensieri su “Paphiopedilum: la grande avventura della loro coltivazione

  1. Gianluca

    Ciao a Tutti

    Volevo fare 2 domande specifiche al rinvado dei paphio:

    1)dove è possibile trovare della torba di sfagno?
    2)se non fossi in grado di reperirla, cosa posso usare per avere un composto simile?

    Grazie

    Gian

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  2. Guido

    Grazie Pietro, una foto ce la fai a linkarla? Puoi anche inviarla a info@orchids.it e poi la pubblichiamo, sarebbe utile per capire se hai avuto la fortuna di beccarti una specie. A volte capita che qualche specie, tipo il P. primulinum si trovi anche nei garden dei centri commerciali.

    La torba deve essere di sfagno abbastanza filamentosa, poi devi miscelarla con bark, perlite e un pugno di sabbia calcarea.
    Ciao
    Guido

    Rispondi
  3. Pietro

    Fantastica guida, io sono un neofita delle orchidee in genere è ho trovato una paphiopedilum in un brico, bella è pure a buon mercato, 5€ penso che lo sia.
    mi son tolto tanti interrogativi sul come e quando, mi mancano solo alcuni dubbi, primo la torba che tipo deve essere e che caratteristiche deve avere? io uso torba per piante carnivore che è molto acida, va bene?
    Altra domanda per identificare la specie come faccio? La cosa di cui sono sicuro è che fa più fiori sullo stelo che crescono in sequenza, ma la specie non la so. Le foto delle due specie che nella guida appartengono al gruppo 3 assomigliano solamente, potrebbe essere un ibrido?
    grazie mille

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  4. Guido

    Risolto il mistero dei commenti che non passano:
    colpa del programma antispam o meglio a forza di autoistruirsi per bloccare i tantissimi messaggi spam è diventato talmente attento, che qualche volta blocca anche commenti di visitatori già riconosciuti.
    Il guaio è che per riconoscere quelli buoni devo controllare in media 200 spam automatici giornalieri. Ultimamente i programmi spam si sono evoluti e per passare copiano titoli di post e inviano frasi in ingua italiana – in genere pubblicità porno e divolerie varie- con il risultato che il blog blocca anche commenti veri e qualche volta con la cancellazione degli spam corre il rischio di andarsene anche qualche commento.
    Questa volta ho controllato con attenzione!
    Ciao Roberta e grazie a tutti per gli apprezzamenti.
    Guido

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