Paphiopedilum: la grande avventura della loro coltivazione

Paphiopedilum… un pianeta fatto di orchidee

collezione Guido De Vidi – Paphiopedilum oulettianum album
Questo post raggruppa e riorganizza in un unico capitolo 6 precedenti articoli con tema: Conoscere e coltivare i Paphiopedilum

La richiesta giunge da una cara visitatrice del blog alla quale è dedicato questo lavoro.

Spulciando le statistiche delle frequentazioni e degli utilizzi del materiale presente in questo sito, si rileva con soddisfazione che le argomentazioni in esso contenute sono ritenute interessanti poiché molte pagine sono spesso scaricate per gli utilizzi di sorta.

Internet è sinonimo di massima libertà e lo spirito di questo blog rispecchia appieno la filosofia della divulgazione libera.

Con l’occasione ricordiamo a tutti voi frequentatori ed utilizzatori del materiale di questo blog, che un vostro piccolo contributo gli renderebbe la vita molto più facile: fatelo cliccando in alto a destra sul tasto PayPal e seguendo le indicazioni per effettuare versamenti in denaro. Anche il vostro aiuto contribuirà a rendere sempre più attuale questo spazio informativo, grazie.
Orchids.it un punto fermo per chi ama le orchidee.

Introduzione
Al genere Paphiopedilum, forse appartengono le più affascinanti orchidee asiatiche. La bellezza dei suoi fiori, turgidi e consistenti è quasi sinistra.
Le straordinarie fioriture dei Paphiopedilum, che in alcune specie o ibridi, possono essere ammirate anche per tre o quattro mesi di seguito, collocano queste piante ai vertici dei desideri degli orchidofili.
Collezione Guido De Vidi foto del 15.11.04-tutti i diritti sono riservati.
Paphiopedilum fairieanum (Lindl.) Stein

Le diverse specie di Paphiopedilum fioriscono in epoche differenti e si possono quindi ammirare i loro fiori tutto l’anno. Una delle qualità apprezzabili di queste piante (fatte salve poche eccezioni) è la loro facilità di coltura.
Gli appassionati d’orchidee che non possiedono una serra possono tranquillamente coltivarne qualche vaso sul davanzale o nelle deliziose oasi domestiche del verde, in compagnia di altre piante.

Le specie, con qualche eccezione per quelle rare, non sono costose e con pochi Euro è possibile acquistare anni di gioia.
Le 70 o più specie oggi conosciute sono originarie dell’Asia tropicale, Malesia e delle isole vicine. Alcune crescono ad altitudini abbastanza elevate, sulle catene montuose dove cade pioggia abbondante con temperature fresche e vivono su strati di vegetazione in decomposizione oppure su sporgenze o in crepacci di rocce calcaree, parzialmente coperte dall’ombra delle pareti sovrastanti o dagli alberi. Altre specie vivono in regioni meno elevate dove le temperature sono più alte.

Collezione Guido De Vidi – foto del 15.11.04 – diritti riservati
Paphiopedilum wardii Summerhayes 1932

Primi passi
I maggiori timori dei neofiti che si accingono alla coltivazione dei Phapiopedilum, derivano soprattutto dalla lentezza con la quale si sviluppa questo genere di orchidee.
Effettivamente i Paphiopedilum si sviluppano lentamente, tuttavia se forniamo loro, condizioni climatiche buone, riusciranno a mantenersi rigogliosi anche se non si formano nuove radici.
Fornire condizioni climatiche buone, significa dar loro temperatura, umidità e luminosità ideali.

Normalmente, per percepire la regolarità dello sviluppo delle orchidee, basta verificare il buono stato vegetativo del loro apparato radicale, ma con i Phapiopedilum, l’equazione non è sempre funzionante perché appunto nella loro crescita s’inseriscono varianti dovute all’andamento stagionale, alla loro particolare caratterizzazione biologica ed al loro bagaglio genetico.
In certi casi le radici dei Phapiopedilum smettono di crescere anche per un anno intero mentre il ceppo vegetativo prospera regolarmente e non sarà certamente possibile controllare continuamente il substrato per capire la salute delle piante.
Possiamo quindi sostenere, che coltivare Paphiopedilum non è un’impresa difficile basta tenere sempre presente che abbisognano di continue ed amorevoli cure.

12 pensieri su “Paphiopedilum: la grande avventura della loro coltivazione

  1. Redazione Autore articolo

    Roberta ci informa che non riesce ad inserire commenti…speriamo che non sia un problema generale: ci scusiamo per le eventuali disfunzioni del sistema e vi invitiamo ad insistere.
    Questo è il messaggio e:mail inviato da Roberta

    …”Ciao, oggi ho ripetutamente tentato di inviare un commento al post sui Paphiopedilum senza successo.
    Non sono certo commenti importanti, volevo solo darti atto che il raggruppamento di vari post sul genere Paphio è un’iniziativa decisamente utile, trasformandosi in un manualetto tascabile, e di conseguenza, intendevo pubblicamente ringraziarti.
    Lo faccio da qui: GRAZIE!
    Roberta

    Rispondi
  2. Roberta

    ciao, ci riprovo…
    Trovo che sia una preziosa raccolta di sggerimenti ed informazioni sul genere Paphiopedilum. Praticamente un “tascabile” sui Paphio.
    Grazie Guido!

    Rispondi
  3. Roberta

    Una preziosa raccolta di informazioni e suggerimenti.
    Praticamente un “tascabile” sui Paphiopedilum.
    Grazie Guido!!!

    Rispondi
  4. Roberta

    Una preziosa raccolta di informazioni e suggerimenti.
    Praticamente un “tascabile” sui Paphiopedilum.
    Grazie Guido!!

    Rispondi

Ciao! Che ne pensi?