Phalaenopsis deliciosa, Kingidm deliciosum o decumbens

Il genere

Nota: Recentemente, i generi Doritis Lindl. e Kingidium P.F.Hunt, sono stati inclusi nel genere Phalaenopsis(Christenson – 2001). Tale decisione è stata supportata da verifiche e prove fatte sul DNA, accettate in (World Checklist of Monocotyledons, Royal Botanical Gardens, Kew). Tuttavia non tutti gli esperti orchidofili sono pienamente consenzienti.

Ora possiamo iniziare la ricognizione tassonomica in questo intricato segmento della botanica, prendendo come riferimeto base, il nome di genere: Kingidium

Polychilus, Phalaenopsis, Aerides, Doritis, Biermannia, Kingiella, Kingidium, con molti di questi nomi ancora in uso popolare per questo genere, è comprensibile la nostra confusione tassonomica. Con calma cercheremo di orientarci…si spera.
La mia prima esperienza con questo gruppo di orchidee inizia alcuni anni orsono con l’analisi di una piccola pianta (provenienza Vietnam), classificata come Phalaenopsis decumbens.

Kingidium è un genere di orchidee epifite a sviluppo monopodiale, composto di 6 – 10 specie, a seconda delle interpretazioni più o meno restrittive. L’habitat di questo genere è sparso in Asia Sud-Orientale, Sri Lanka, India, Miamar (ex Birmania), Tailandia, Vietnam, Cina, Filippine e Indonesia.

Kingidium, Doritis e Paraphalaenopsis, sono generi molto simili a Phalaenopsis.
Kingidium differisce da Phalaenopsis per il numero delle masse polliniche (4) (Phalaenopsis ne ha 2), dal sacchetto e dal mento, caratteristiche che lo distinguono anche dal genere Doritis. Tra l’altro è differenziato ancora da Doritis dai relativi denti cilindrici corti.
Come si è scritto sopra, alcuni botanici mantengono questo genere separato, altri lo classificano come Doritis ed altri ancora come Phalaenopsis.
Le distinzioni ed i testi di verifica dei vari botanici non sono omogenei e quindi il tutto appare molto complesso, di difficile comprensione e comunque molto vago.
Il genere Kingidium è stato fondato nel1970 da P.F.Hunt, Kew Bull. 24: 97 (1970), precedentemente era conosciuto come Kingiella (Griff.) Rolfe, Orchid Rev. 25197 (1917).
La decisione di abbandonare il nome “Kingiella” è stata presa per evitare ulteriore confusione con un altro nome di specie già registrato (Kingella), appartenente alla famiglia Loranthaceae A.L. Jussieu, famiglia erbacea conosciuta nel campo medico anche come Mistletoe
Il nome Kingidium è stato dato in onore del collezionista e botanico inglese Sir George King ( 1840-1909 ), autore di “The Orchids of Sikkim and the Himalaya”.

Le specie
Si è scritto in precedenza, che il genere Kingidium comprende 5-10 specie, ecco alcune fra le più significative:
Kingidium chibae – Kingidium braceanum – Kingidium deliciosum ( decumbens ) – Kingidium hookerianum – Kingidium minus – Kingidium philippinense – Kingidium taeniale – Kingidium wightii.
Ad esclusione del Kingidium taeniale, senza foglie, occasionalmente con piccole foglie e con un esteso apparato radicale a radici appiattite (da cui l’epiteto di specie – per la somiglianza delle radici alle “tenie”), le altre specie assomigliano alle Phalaenopsis: foglie ovali, lucide, color verde scuro, infiorescenze ramificate e sequenziali per gran parte dell’anno.
Il genere Kingidium richiede un periodo di riposo dopo la fioritura, durante il quale è indispensabile fare molta attenzione con le bagnature per evitare spiacevoli marciumi.
I fiori di Kingidium sono piccoli (1 – 1,5 cm.) e si aprono in successione su steli curvi ad esclusione di quelli della specie K. chibae, che si formano su steli eretti.
La marcata predisposizione fotosintetica delle radici consiglia di coltivare le specie di Kingidium su zattere per consentire la fotosintesi anche all’apparato radicale.

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