SOS orchidee spontanee

Apro questo post con la pubblicazione integrale di una mail inviataci da un’appassionata orchidofila di S.Donà di Piave.

…”Mi chiamo Maya “………..”e abito a S. Donà di Piave, da tempo mi perdo negli spazi del vostro meraviglioso blog, rubando e facendo mie tutte le informazioni che riesco a scovare per poter curare al meglio le mie, poche ma pur sempre splendide creature e anche per conoscere e capire realtà diverse e più complesse che, per natura, mi stimolano e incuriosiscono.
Ho anche, pur nella mia profonda timidezza, trovato il coraggio di lasciare un piccolo saluto di presentazione nello spazio riservato agli sos.
Vengo al dunque per non tediarla troppo con prolisse presentazioni: qualche giorno fa, durante una conversazione con mio cognato, responsabile del consorzio per le acque delle province di Venezia e Padova, vengo a sapere che in una zona paludosa qui vicino, presto verrà costruito un grande complesso commerciale ed alberghiero e che, proprio lì, a detta di un esperto agronomo, collaboratore del consorzio, ha posto radici e fiorisce in precisi periodi dell’anno una piuttosto estesa “colonia” di orchidee selvatiche bianche di non ben precisata specie che verrebbe del tutto distrutta con l’intervento delle ruspe e la bonifica del sito. Ora, mi rendo conto che le informazioni non sono precise e piuttosto scarne ma la domanda che sorge spontanea è: Che si fa in questi casi? Si lascia che padre cemento copra senza pietà e per sempre queste delicate creature o si può fare qualcosa perché almeno se ne possa salvare qualche esemplare? Lo chiedo a lei perché forse, nella sua sconfinata conoscenza ne sa già qualcosa o forse sa, nel caso, darmi una risposta esauriente perché l’idea di sapere questa cosa e di star qui, ferma a guardare, non mi sorride affatto, il mio problema è che, anche andando di persona in quel posto, non avrei la benché minima idea di dove cominciare a guardare se non so cosa cercare… La saluto cordialmente e con profonda ammirazione, aspetto fiduciosa una sua risposta e resto a sua disposizione per ogni informazione riuscirò a trovare in merito a questo argomento.
Buona giornata…”

Questa informazione, assai emblematica per significare quanto è difficile conciliare l’equilibrio ambientale con la violenza della cosiddetta “urbanizzazione” ci consente di spezzare sin da subito una lancia in favore della natura.
Il luogo in questione, è in zona Praello, vicino a Marcon, in Provincia di Venezia.
Intanto, dobbiamo subito ribadire che tutte le orchidee spontanee esistenti in Italia sono rigorosamente protette dal CITES, incluse in appendice I , in quanto specie vegetali in forte pericolo di estinzione.
Proprio su questo blog, in qualche vecchio post sulle orchidee spontanee si discuteva sul divieto di raccolta (qualche esemplare) in questo caso siamo in presenza di un possibile sterminio di un intera colonia.
La domanda che sorge spontanea è questa: i politici ed i tecnici incaricati alla pianificazione urbanistica di quel territorio, prima di disegnare e stabilire le zone urbanizzabili avrebbero dovuto fare delle attente osservazioni ambientali “peculiarità e presenza di flora e fauna protetta”, all’evidenza i conti non tornano.
A breve la signora Maya ci documenterà ulteriormente, nel frattempo spero ci si senta tutti mobilitati: qualsiasi notizia nel merito è utile.
Grazie Maya per la sensibilità manifestata, tutto quello che riterrete interessante potete anche inviarlo direttamente sullo spazio dei commenti di questo post.

11 pensieri su “SOS orchidee spontanee

  1. Gianni

    sono a casa solo per poche ore, ma io direi di involvere Lisa che avendo studiato agraria a Padova ed essendo appassionata di Orchidee spontanee e per me`molto piu`idonea e vicina alla situazione critica.

    Dai Lisa fatti sentire, ma con il megafono.

    Guido, poi vedi di mettere in funzione le tue conoscenze al giardino Botanico, forse possono aiutare.

    Pero`penso che contro il Mammone “commercio” ci sia poco da fare perche`poi le autorita`si nascondono dietro i paragrafi tipo “utilita`pubblica” o cose del genere.

    cari saluti a tutti
    Gianni

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  2. Guido Autore articolo

    In Italia c’è un’associazione nata appositamente per studiare e conoscere le orchidee spontanee, sicuramente qualche membro del GIROS legge questo post: la sua opinione sarebbe molto utile.
    A mi avviso può essere praticabile la proposta di Salvo, magari coinvolgendo la specifiche sezioni di agraria di qualche istituto universitario.
    Di sicuro c’è all’università di Udine, dove si è laureato anche Stefano (ora in UK per specializzazioni varie)
    Stefano fatti vivo!

    Guido

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  3. bruno da Padova

    Io penso che la persona più indicata a rompere ai governanti si Beppe Grillo penso che se lo interpellate lui si dia da fare molto

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  4. marco da Padova

    Perchè non scrivere al Ministro Pecoraro Scanio che intervenga dato che si propina sempre per la bioconservazione?

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  5. Salvo

    perché non coinvolgere l’università più vicina e si mette in atto un piccolo progetto per prelevare e rintrodurre in un altra zona umida dove già cresce quella specie di orchidea?

    a presto salvo

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  6. Vincenzo

    La mia opinione, senza voler influenzare alcuno, è che simili
    situazioni sono a dir poco vergognose. I nostri politici, che non
    dimentichiamo sono “nostri dipendenti”, come qualcuno ha ricordato
    recentemente, sono i primi a riempirsi la bocca con un termine
    divenuto di moda, la eco-biosostenibilità ma più che davanti al
    “padre cemento” sono assai sensibili al “dio soldo” (non è una
    bestemmia) lo è però il modo che adottano per razzolare nel
    torbido e trarre vantaggi, e che vantaggi, da qualsiasi situazione
    strafregandosene e travogendo tutto e tutti senza distinzione
    alcuna. Dobbiamo, tutti, fare qualcosa per tentare di invertire
    questa drammatica tendenza; il CITES non lo abbiamo mica
    inventato ieri e, se è legge, bisogna che venga rispettata da tutti.
    Grazie Maya per aver segnalato la questione.
    Cordialmente, sempre.
    Vincenzo.

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