Brassavola: la signora della notte

Chi direbbe che fu proprio una Brassavola la prima orchidea esotica a fiorire in Europa.
Il nome popolare “signora della notte” se l’è conquistato per la fragranza dei suoi fiori che inonda le ore buie.
Le specie del genere Brassavola sono fra le più antiche orchidee esotiche coltivate in Europa, ciò nonostante non sono molto popolari come quelle di altri generi.
La bellezza dei fiori di Brassavola, il loro delicato aroma notturno, l’esigua dimensione delle piante e la relativa facilità di coltivazione meritano una maggiore attenzione da parte degli appassionati orchidofili.
Il genere Brassavola è relativamente piccolo, raggruppa circa 15 specie e la maggior parte delle piante sono molto simili di aspetto, tanto da rendere difficile l’identificazione e la corretta classificazione delle varie specie.

Secondo la classificazione di C.L. Withner (1998), il genere è composto dalle seguenti specie:

Brassavola acaulis; Brassavola angustiata; Brassavola cebolleta, Brassavola chacoensis; Brassavola cucullata; Brassavola flagellarsi; Brassavola fragrans; Brassavola gardneri; Brassavola grandiflora; Brassavola martiana; Brassavola nodosa; Brassavola perrinii; rassavola retusa; Brassavola subulifolia; Brassavola tuberculata; Brassavola venosa.

Caratteristica inconfondibile delle varie specie di Brassavola è la forma cilindrica delle foglie (teretifolia o semiterete). Queste, secondo le varie specie sono rigide e erette o pendule e curve verso il basso.
Il miglior modo per la loro coltivazione è quello di posizionare le piante su zattere di sughero o tronchi di legno duro non resinoso. Non necessitano di substrato perché le grosse radici si attaccano facilmente alle superfici porose dei supporti e le foglie succulente fungono da riserva d’acqua per la pianta stessa.
Le infiorescenze si formano alla base delle foglie e producono uno o più fiori a seconda della specie. Petali e sepali sono di color bianco verdognolo mentre il labello generalmente è bianco con la gola a volte maculata o di colore verde senape chiara. In qualche caso i sepali e la gola del labello sono punteggiati di viola.
Il colore chiaro dei fiori ed il profumo intenso che emanano durante le ore buie attirano l’insetto pronubo, presumibilmente una farfalla notturna della famiglia Sphingidae.

L’ habitat naturale del genere Brassavola comprende praticamente tutta l’America tropicale, dal Messico (B. acaulis, B. cucullata) fino all’Argentina (B. perrinii).
L’estesa distribuzione geografica di questo genere è indice di facile adattamento a condizioni climatiche diverse, caratteristica sicuramente derivata da tempi evolutivi ormai consolidati.
Le specie più note e maggiormente coltivate sono la B. nodosa e la B. cucullata.

Collezione Guido De Vidi
Brassavola nodosa (L.) Lindley 1831
Alcuni documenti certificano che fu proprio la B. nodosa la prima orchidea tropicale ad essere coltivata in Europa: la prima fioritura sbocciò ad Amesterdam nel 1615.
C. Linnaeus, con la sua introduzione del sistema binominale nella nomenclatura biologica, nella prima edizione di “Species Plantarum” descrisse la pianta come Epidendrum nodosum
In quel libro descrisse 62 specie di orchidea di 8 generi diversi, la nostra Brasavola nodosa è considerata come specie tipo del genere Epidendrum. Solo nel 1831 fu trasferita nel nuovo genere Brassavola, creato dal botanico R. Brown nel1813 in onore del Dr. Antonio Musa Brassavola (1500 – 1555), naturalista e medico veneziano

Collezione Guido De Vidi
Brassavola cucullata R. Brown 1813
Nella seconda edizione di “Species Plantarum” (1763), Linnaeus descrive B. cucullata come specie del genere Epidendrum, successivamente nel 1799 la trasferisce nel genere Cymbidium.
Nel 1813 Brown include B. cucullata come specie tipo del nuovo genere “Brassavola” da lui costituito.
Brassavola cucullata vive nelle foreste pluviali del Messico, dell’Honduras, nelle Indie occidentali e settentrionali del Sud America ad altitudini inferiori a 1800 metri.
Orchidea epifita di media grandezza. La pianta è caratterizzata da pseudobulbi pendenti dotati di foglie semiteriformi apicali, carnose con le punte arrossate, che raggiungono anche i 40 centimetri di lunghezza.
Alla base delle foglie si formano da 1 a 3 fiori abbastanza grandi, di colore bianco avorio, sepali e petali sono molto stilizzati ed acuminati, il labello si differenzia notevolmente da quello di altre specie: è molto lungo ed appuntito.
Per noi profani, la scienza della tassonomia a volte è assai sorprendente: Brassavola cucullata con le marcate differenze dei suoi fiori, il labello acuminato ed estremamente largo, che ricorda qualche specie di Angraecum del Madagascar, ci dura fatica immaginarla nel genere Brassavola, ma tant’è.

7 pensieri su “Brassavola: la signora della notte

  1. Guido Autore articolo

    Ciao Claudio,
    vedo con piacere che si leggono anche i vecchi post.
    “facilità di coltivazione” è un parametro sempre relativo. Relativo rispetto all’ambiente di coltivazione, ad esempio, le specie del genere Brassavola crescono e fioriscono bene se si riesce garantire loro buona luminosità per gran parte dell’anno, luminosità, ma anche umidità e temperatura da habitat tropicale.
    Io le ho sistemate sulla parte alta della serra e lì si sviluppano abbondantemente, con fioriture prolungate durante tutto il periodo caldo. Il periodo di riposo è in certo qual modo dovuto, nella stagione fredda e buia: condizione climatica del tutto estranea ai loro luoghi di endemicità, e quindi rallentando le bagnature si evita di procurare danni alle piante, che, stante le basse temperature e le poche ore di luce, vivacchiano pigramente in attesa del caldo.
    x Susanna
    Come ho già scritto poc’anzi, le due specie descritte sul post, fioriscono in estate, ma, se coltivate in condizioni ideali, anticipano e prolungano la fioritura; per questo può capitare di veder fiorite le Brassavola anche in stagioni intermedie.
    Ciao
    Guido

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    1. Alberto

      E’ una specie che si adatta facilmente, preferisce ambienti caldo-umidi, basti pensare che in Brasile prospera attaccata sui pali della luce, una volta che la pianta è accestita diventa anche molto resistente, ma è sempre opportuno averne più di una, non si sa mai, la fioritura è troppo bella.
      Ciao Alberto

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  2. Salvo

    ciao Guido
    i lavori di auto-costruzione della serra sono fermi causa impegni lavorativi, ho completato la struttura in legno (è bellissima) , il passo successivo sarà quello di fissare la copertura in policarbonato. per adesso le mie amate sono sotto le lampade fitostimolanti.
    ad olio sto messo bene 😉
    a presto e buone fioriture a tutti!
    salvo

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  3. Guido Autore articolo

    Ciao Salvo, con la serra tutto bene?
    Visto che ti leggo concedimi un “OT”: come stai ad “olio”??

    A presto
    Guido

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