Archivio mensile:Giugno 2008

E’ arrivata l’estate anche a Treviso…finalmente

Intendo quella reale, fatta di sole e di caldo.
Oggi è il 20 giugno 2008 e sto assaporando la prima giornata calda e soleggiata, che coincide anche con il solstizio d’estate (20-21 Giugno)…tante ore di luce per noi e per le orchidee.

Il solstizio d’estate è magico , sia se vissuto sotto l’aspetto astrologico, che astronomico. Il sole sembra non voglia mai tramontare, nemmeno dopo aver incontrato la luna ed allora godiamoci questa combinazione magica. L’orchidea della foto fa una gran festa di questi giorni, lei vuole tantissima luce, la conosci? Bene, dopo aver indovinato la specie scrivi anche l’articolo di presentazione, io faccio festa… vado in giardino a godermi la notte non notte. Hai capito bene, sarai tu l’autore di questo post, divertiti.

PS) Gli autori potranno essere più d’uno, la redazione inserirà gli scritti firmati nel post.

Una Cattleya elegante, profumata e molto bella…

… forse sarà perché sono totalmente affascinato da questa specie, ma per me i suoi fiori sono la sintesi perfetta dello stile e dell’eleganza essenziale.
Cattleya violacea (HBK) Rolfe 1889 Sottogenere Schomburgkoidea Withner 1989
Sinonimi: Cattleya odoratissima P.N.Don 1840 – Cattleya schomburgkii Lodd. ex Lindl. 1838 – Cattleya superba R.H. Schomb. ex Lindl. 1838 – Cymbidium violaceum Kunth 1816 – Epidendrum superbum (R.H. Schomb. ex Lindl.) Rchb. f. 1862 – Epidendrum violaceum (Kunth) Rchb. f. 1861
Questa specie è endemica in una zona molto estesa che comprende vari stati fra i quali, Colombia, Venezuela, Guiana, Brasile, Bolivia, Perù ed Ecuador. E’ un’orchidea epifita, a volte anche litofita e vive ad altitudini fra (150-700 m), sugli alberi posti lungo i fiumi delle foreste tropicali calde e umide.
C. violacea appartiene al gruppo delle C. bifoliate è dotata di pseudobulbi snelli ed alti circa 30 centimetri all’apice dei quali si formano infiorescenze con 2 e più fiori di (10-13 cm). Fiorisce con l’inizio della stagione calda (fine primavera inizio estate). I suoi fiori sono molto stilizzati, disposti elegantemente a raggiera, profumati e di lunga durata. Sono di colore viola, più marcato sul labello la cui gola è segnata da striature gialle.
Nel passato, questa specie era nota anche come Cattleya superba, ancor oggi qualche venditore la propone con questo nome. Catteleya violacea ha un habitat molto esteso, forse è presente in più zone rispetto a tutte le specie di Cattleya. Le piante sono concentrate in tre zone primarie, ad altitudini fra (150-700 m). La prima zona comprende alcuni tributari del Rio delle Amazzoni, partendo quasi dalla foce per giungere fino alle colline pedemontane delle Ande ad ovest di Iquitos, Perù (una distanza di circa 2400 chilometri). La specie è presente anche verso Sud (650 chilometri) sul plateau brasiliano, mentre a Nord si può trovare (160 chilometri) sul Rio Branco ed a diverse centinaia di chilometri, anche sul Rio Negro dal lato sud degli altopiani che separano il Brasile, la Colombia, il Venezuela e la Guyana (Guiana britannica). Un secondo habitat per la C. violacea è segnalato nelle colline pedemontane delle Ande nel bacino del fiume Ariari vicino a Villavicencio, Colombia. Mentre un terzo posto C. violacea si trova lungo il fiume di Paragua nel Venezuela, che confluisce nel fiume di Orinoco dal lato nord degli altopiani che separano il Venezuela ed il Brasile.
Come si può notare, le zone di endemicità di questa specie sono molto estese. Grandi habitat di vita generalmente indicano che una specie è adattabile a varie condizioni di sviluppo, ma non è il caso della C. violacea. Tutte le annotazioni climatologiche effettuate dalle stazioni metereologiche, situate vicino ai vari habitat della C. violacea sono similari: le differenze sono così piccole da sembrare ininfluenti. La C. violacea si è propagata in un habitat molto vasto perché ha trovato le sue condizioni ideali di vita in tutte queste zone e non per suoi adattamenti biologici.

Vanda in vasi di vetro… solo moda?

Commercio delle orchidee, ora tocca alle Vanda
Noi collezionisti usiamo sempre due aggettivi per distinguere i due aspetti del commercio di orchidee: commerciali e botaniche.
Nel passato, acquistare orchidee cosiddette commerciali significava portare a casa qualche ibrido di Cymbidium, di Paphiopedilum, di Zygopetalum e quando andava bene di Cambria. Poi venne l’era delle Phalaenopsis e dei Dendrobium.
Da qualche anno a questa parte non c’è casa, ufficio, bar e negozio che non abbia in bella mostra una delle orchidee accennate poco sopra. Una vera invasione, ormai noiosa ed abbastanza normale.
Bisognava innovare, ed ecco che nelle bancherelle delle mostre, nei negozi specializzati e nei centri commerciali si cominciano ad acquistare anche le Vanda.
Passi per le Phalaenopsis e per i Paphiopedilum, che in qualche modo si possono coltivare anche fuori serra, con le Vanda la faccenda si presenta un po più complessa, vuoi per la luce e per giusta l’umidità da garantire a queste varietà di orchidee.
Ma ecco che, a soluzione del problema “umidità” la fantasia dei commercianti ha pensato bene di inventare la “Vanda in bicchiere” di vetro trasparente. Una bella trovata, non c’è che dire! In un colpo solo si vende orchidea e vaso di verto, peccato che non sia una soluzione per far vivere la pianta.
Solo a titolo esemplificativo linko questo sito che fra le altre cose vende su internet anche la famosa “Vanda in bicchiere” dal quale ho anche preso la foto a fianco.

Il genere Vanda è composto da orchidee epifite a sviluppo monopodiale, crescono cioè su di un unico fusto. A differenza delle Phalaenopsis anch’esse orchidee a sviluppo monopodiale, le Vanda hanno una crescita più marcata, accompagnata anche dalla formazione di molte radici aeree. Questa loro peculiarità rende difficile la commercializzazione in vasi (le radici in natura rimangono aeree ed assorbono molta umidità dall’ambiente tropicale in cui vivono), ed ecco che per sopperire alla mancanza di umidità sono ficcate dentro dei grandi vasi di vetro.
Questa soluzione non può garantire una lunga vita alla pianta…a breve va tutto bene, ma col tempo, la mancanza di aerazione dello spazio interno al vaso procura muffe e marcescenze che portano prima o poi alla fine della pianta stessa.
E’ auspicabile che questa moda di vendere le “Vanda in bicchiere” finisca e lasci spazio a soluzioni più professionali, ma questa è un’ altra storia che affronteremo in altri post.

Encyclia cyperifolia: specie deliziosamente profumata…

… ovvero quando è l’aroma dei fiori ad attirare la tua attenzione.
Effettivamente è stata quella piacevole sensazione olfattiva – un profumo indefinito e composto, delicato come quello delle rose, avvolgente come quello degli agrumi e corposo dal sapore di miele… tutto in questi fiori, belli e discreti – a consigliarmi di dedicare un post a questa specie abbastanza inusuale e poco presente nelle collezioni.

Encyclia cyperifolia (C.Schweinf.) Carnevali & I.Ramírez, Monogr. Syst. Bot. Missouri Bot. Gard. 54: 1257 (1993).

Sinonimi: (basionimo) Epidendrum cyperifolium C.Schweinf., Bot. Mus. Leafl. 16: 10 (1953).
Bletia ensiformis Ruiz & Pav., Syst. Veg. Fl. Peruv. Chil.: 230 (1798).
Epidendrum microtos var. grandiflorum C.Schweinf., Bot. Mus. Leafl. 11: 98 (1943).
Encyclia microtos var. grandiflora (C.Schweinf.) Hoehne, Arq. Bot. Estado São Paulo, n.s., f.m., 2: 152 (1952).
Nativa in: Brasile, Bolivia, Peru, Ecuador.
Il nome di questa specie fa riferimento alla particolare morfologia delle sue foglie, semi-tertiformi, turgide e slanciate come spade.
Endemica in Bolivia, Brasile, Ecuador e Perù, pianta di media dimensione, epifita a sviluppo cespitoso e pendulo. Vive nelle foreste montane calde ed umide ad altitudini oscillanti da pochi metri sopra il livello del mare fino a 1200 metri.
Gli pseudobulbi sono ovoidi-pyriformi, (asssomigliano alle cipolle), leggermente solcati, con parecchi foderi basali e portano al loro apice 3-4 foglie strette, lineari, acuminate e coriacee.
Encyclia cyperifolia produce infiorescenze panicolate, che spuntano fra le foglie, all’apice degli pseudobulbi maturi. I fiori profumatissimi misurano 6 cm, hanno petali e sepali di colore beige e striature lillà con il labello di colore rosa e giallo. Le inflorescenze ramificate raggiungono la stessa altezza del fogliame.
Encyclia cyperifolia fiorisce in estate.

Coltivazione
Encyclia cyperifolia può essere coltivata sia in vaso che su supporti di legno, oppure su cestelli sospesi, purché le sia garantita buona luce ed abbondanti bagnature durante la fase di sviluppo.
La posizione ideale in serra è sicuramente in sospensione.
Come per molte altre specie di Encyclia è consigliabile il rallentamento invernale delle bagnature.

Nota: dedico questo post a tutte le visitatrici e visitatori del blog, particolarmente attratti dai profumi delle orchidee…in particolar modo all’amico Alberto Grossi.

Cuitlauzina candida ex Palumbina candida

Non riesci nemmeno a pronunciare il nome di questo genere di orchidee? Prenditela con Dressler & NHWilliams, sono loro che lo hanno creato. Il genere Cuitlauzina porta questo nome in onore dell’imperatore messicano: Cuitlahuazin

La specie
Cuitlauzina candida, alla stregua di tante altre orchidee, nel tempo ha cambiato più volte nome di genere.
All’origine era stata classificata come Oncidium candidum Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 29 (Misc.): 56 (1843) e vi rimase per 20 anni finchè Reichenbach si accorse che questa specie aveva i sepali laterali uniti, mentre in tutte le altre del genere Oncidium erano separati e pertanto creò un nuovo genere monotipo: Palumbina Rchb.f. 1863 SOTTOFAMIGLIA Epidendroideae, TRIBU’ Maxillareae, SOTTOTRIBU’ Oncidiinae, SPECIE Palumbina candida (Lindl.) Rchb.f., Ann. Bot. Syst. 6: 699 (1863).
Il nome Palumbina candida è legato al fatto che i suoi fiori assomigliano a piccole colombe bianche.
Palumbina candida rimase tranquilla con questo nome per circa 140 anni, finché nel 2003, Dressler & NHWilliams, pubblicarono un loro lavoro su Selbyana, che sostanzialmente risistemava in un nuovo genere dal nome Cuitlauzina, 5-6 specie endemiche in Messico e Guatemala, provenienti da altri generi, fra le quali anche la nostra piccola specie.

Le specie del genere Cuitlauzina:
Cuitlauzina pendula Lex. in P.de La Llave & JMde Lexarza; specie tipo – ex Odontoglossum pendulum
Cuitlauzina candida (Lindl.) Dressler & N.H.Williams in Selbyana 24(1): 44 (2003): ex Palumbina candida
Cuitlauzina convallarioides (Schltr.) Dressler & N.H.Williams in Selbyana 24(1): 44 (2003): ex Osmoglossum convallarioides
Cuitlauzina egertonii (Lindl.) Dressler & N.H.Williams in Selbyana 24(1): 44 (2003): ex Odontoglossum egertonii
Cuitlauzina pulchella (Bateman ex Lindl.) Dressler & N.H.Williams in Selbyana 24(1): 44 (2003): ex Odontoglossum pulchellum

Cuitlauzina candida (Lindl.) Dressler & N.H.Williams, Selbyana 24: 44 (2003).
Specie rara, piccola, endemica nelle foreste pluviali tropicali della Sierra Madre de Chiapas, la regione messicana del Soconusco, vicino al confine con il Guatemala. Cresce in altitudini tra 1500 e 2000 metri. I suoi pseudobulbi sono compressi, oblunghi, obovoidi, unifoliati ed avvolti da sottili brattee. Le foglie sono lineari ellittiche, acute, con una vena di rilievo. Le infiorescenze spuntano dalla base delle nuove vegetazioni e si sviluppano contemporaneamente a quest’ ultime, formando esili racemi con 2-5 fiori profumati. Il fiori, con il loro labello a forma di uovo allungato sono molto originali, e come si è già scritto sopra, assomigliamo a piccole colombe bianche in volo.
Cuitlauzina candida cresce bene se coltivata in piccoli vasi e tenuta in ambiente moderatamente ombreggiato con media umidità e temperature intermedie: bagnature e fertilizzazioni regolari tutto l’anno con una leggera diminuzione a pseudobulbi maturi.