Taiwan, diario di un viaggio.

Parte da qui una sorta di diario che inizia con la giornata del trasloco delle piante presso la serra di Guido per concludersi al mio ritorno dal paese natio di mia suocera, Taiwan, con il prelievo delle piante e la loro risistemazione.
Lascio le mie orchidee a cuor leggero conscio del fatto che siano in buone mani, ma con il rammarico che purtroppo durante il mio mese di assenza si susseguiranno fioriture per me nuove.
Lascio la mia Prosthechea cochleata in piena fioritura ma già so che nei prossimi giorni e settimane fioriranno anche Miltonia x bluntii, Dendrobium bellatulum, Bulbophyllum lobbii, Haraella retrocalla, Sobralia macrantha, Gongora galeata, Phalaenopsis bellina f. alba, Eria hyacinthoides, Bl. Richard Mueller ‘Strub’ e forse altre. Spero che Guido trovi, magari, il tempo di “colloquiare” con me in questo diario inserendo di quando in quando le fotografie delle mie fioriture.

30.07.08: Sebbene io non possegga un numero rilevante di piante (poco più di un centinaio), per “impacchettarle“ tutte da portare a Guido, che gentilmente mi ha messo a disposizione un angolino della sua serra, mi ci è voluta circa un’oretta e mezza. Arrivato da Guido, lo trovo indaffaratissimo ad aiutare i muratori che gli stanno restaurando casa, mi segue fino in serra, mi indica dove sistemare le orchidee e mi dice: “Ti arrangi, vero?”, e torna di filato alle sue mansioni di “cooperatore edile”. Per togliere le orchidee dall’auto e sistemarle in serra ci vogliono tre quarti d’ora e una gran sudata, ma alla fine sono soddisfatto per la certezza che ora le mie piante saranno in buone mani durante la mia assenza. Guido mi lascia frettolosamente dicendomi …”vedi se riesci a scrivere qualcosa prima di partire così mi scuserai con i lettori del blog per la mia temporanea latitanza nello scrivere”… sei più che giustificato Guido! 😉

04.08.08 Finalmente ci siamo! È giunto il momento di partire per il nostro viaggio. Il primo volo di colllegamento ci porterà ad Amsterdam da dove ripartiremo per il viaggio finale per Taipei. I timori iniziali, dovuti al fatto che portavamo per la prima volta nostro figlio in aereo si dipanano immediatamente visto che si dimostra entusiasta e non accusa alcun malessere. Il breve volo e la successiva sosta in terra olandese passano in un baleno e ci reimbarchiamo per il viaggio piú lungo. Fortunatamente il bimbo dorme per tutto il viaggio così anche la seconda tratta se ne va senza patemi.
Strada facendo ci fermiamo per uno scalo tecnico di un’oretta all’aeroporto di Bangkok e non immaginate la delusione nel non vedere nella capitale principe delle orchidee asiatiche, la Thailandia, nemmeno una pianta finta delle nostre maliarde. Passi che tutta l’ala sembra essere stata costruita di fresco, ma un bel “biglietto da visita” non guasta mai, invece solo palme finte ed una pagoda altrettanto finta.
Alle 18.30 del 05.08.08 tocchiamo finalmente il suolo taiwanese ed all’uscita dell’aeroporto della capitale, dopo aver espletato le pratiche d’immigrazione troviamo ad aspettarci i primi zii.
Subito a cena e poi a riposare per smaltire la fatica del viaggio.

06.08.08 Ci alziamo di buon’ora per prendere il volo interno che ci porterà a Taitung, una delle maggiori città della costa est dell’isola dove troveremo ad aspettarci buona parte degli zii. Arriviamo poco prima dell’ora di pranzo e se la prima cena è stata abbastanza dal sapore europeo, il primo pranzo è decisamente di sapore orientale … (sotto) pranzo a base di sushi (pesce crudo, crostacei crudi ed alghe che avvolgono forme di riso sapientemente cotto e formato, intinto un una intingolo composto da salsa di soia e dal piccantissimo wasabi) magistralmente preparata da amici giapponesi di una delle zie di mia moglie, uno spettacolo per gli occhi ed una delizia per il palato.
Come come spesso accade la preparazione del piatto assume i tratti di un rituale vero e proprio, dal taglio del pesce crudo, alla manipolazione dello stesso per conferirgli la forma desiderata, cosa assai difficile in quanto ci vuole la giusta dose di energia per non rompere la fetta di pesce. Cena con piatti del luogo e notte insonne a causa del fuso orario.

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