Movimenti in campo tassonomico

L’essere iscritto a molteplici mailing list d’oltre oceano intasa, è vero, la mia casella di posta elettronica, ma ogni tanto vengono aggiunti alle stesse, files interessanti o schede di coltivazione per cui vale la pena mantenere operativa l’utenza.

In uno di questi sono stati di recente aggiunti un paio di file immagine che riportano un’estratto dalla rivista Orchids edita dall’American Orchid Society (AOS) nell’edizione del maggio scorso e liberamente da me tradotta:

“Con l’avvento della sistematica molecolare il mondo dell’orticoltura è stato messo davanti a molti cambiamenti nei nomi che conoscevamo di molte piante a noi famigliari.

Le modifiche sono, in alcuni casi, state così drammatiche che un mio amico, recentemente le ha descritte come “follia”.
Purtroppo, mentre a noi potrebbe piacere divorziare l’orticoltura dalla sua base botanica, non è davvero più possibile credere ad un mondo piatto.
Uno dei più controversi cambiamenti dell’ultimo decennio è stata l’inclusione di tutte le laelie brasiliane in un notevolmente ampliato genere Sophronitis.
Questo ha richiesto una massiccia revisione dei nomi degli ibridi, mentre il nome e le modifiche non sono nuove (vale a dire, Paphiopedilum e Phragmipedium utilizzati per essere inclusi nei Cypripedium), questa volta le modifiche hanno drammaticamente colpito i nomi degli ibridi poichè questo intero gruppo di orchidee è stato generosamente incrociato.
Quando questo cambiamento è stato fatto, i dati disponibili suggerivano un problema con il collocamento della Cattleya maxima.
Ulteriori studi completati dal 2000 hanno tutti sostenuto l’inclusione delle laelie Brasiliane nelle Sophronitis, ma hanno anche continuato a mettere la Cattleya maxima in qualche modo entro le Sophronitis.
Questo risultato chiaramente creò un grave problema di nomenclatura. O l’intero gruppo doveva essere inglobato nelle Cattleya , o la C. maxima doveva essere rimossa dalle Cattleya. Per fare quest’ultima, si sarebbe quindi richiesto di sciogliere le restanti specie in almeno altri quattro generi.
Approssimativamente, le bifoliate , walkeriana e nobilior, le unifoliate di pianura e le restanti unifoliate, sarebbero state tutte messe in generi distinti e un altro massiccio ciclo di modifiche nei nomi degli ibridi sarebbe stato necessario.
All’assemblea generale dell’International Orchid Commission tenutasi concomitanza con la 19a World Orchid Conference, Cassio van den Berg ha proposto di spostare le laelie brasiliane e le Sophronitis nelle Cattleya, una raccomandazione ben accolta dal gruppo.
Questo creerà un unico grande genere con, in ultima analisi, diversi sottogeneri e semplificherà notevolmente la nomenclatura di questo ampiamente ibridato gruppo di piante.
Saranno imminenti ulteriori modifiche per l’effettivo rapporto all’interno del genere, che comunque non avranno alcun effetto sui nomi degli ibridi.
Questa è un elegante soluzione che sia coerente con i dati molecolari e allo stesso tempo prenda in considerazione l’impatto sulla comunità orticolturale. La suddivisione in generi via via più piccoli isola rapidamente i risultati in un sistema di classificazione impraticabile, irto di instabilità. Immaginate le modifiche dei nomi degli ibridi che risulterebbero dalla scissione delle Masdevallia in 17 diversi generi.
Mentre ci sarà ancora bisogno di affrontare i nomi dei nuovi ibridi che derivano dalle specie centroamericane Guarianthe (Guarianthe skinneri, Guarianthe aurantiaca, Guarianthe bowringiana e Guarianthe deckeri), Caulathron per Diacrium e le nuove denominazioni per Brassavola digbyana e Brassavola glauca – rispettivamente Rhyncholaelia digbyana e Rhyncholaelia glauca – la stragrande maggioranza degli ibridi complessi dell’alleanza Cattleya sarà semplicemente messo nel genere Rhyncholaeliocattleya.
Cassio van den Berg ha pubblicato un documento in letteratura tassonomica per formalizzare la proposta. Più tardi in autunno, quando il Volume nr. 5 di Genera Orchidacearum (un lavoro immane cui ha partecipato Philip J. Cribb e che diventerà una nuova bibbia dell’orchidologia, mia nota personale) sarà pubblicato, verrà incluso un addendum che discuterà il cambiamento e, subito dopo, l’International Hybrids Registrar dell’RHS dovrebbe rendere definitiva la serie di modifiche dei nomi.
Cos’altro c’è in arrivo? In primo luogo, Genera Orchidacearum Vol. 5 comprenderà un vasto allargamento del genere Oncidium con l’inclusione del generei Odontoglossum e la successiva semplificazione dei nomi degli ibridi di quel gruppo. Sembra che il vol.6 che verrà pubblicato alla fine del 2009 o all’inizio 2010, calerà il genere Ascocentrum nel genere Vanda, semplificando così anche questo gruppo.

Ron McHatton, PhD, AOS Director of Education and Regional Operations”

10 pensieri su “Movimenti in campo tassonomico

  1. Massimo M.

    Solo una piccola nota Francesco, se come si è ribadito più volte ognuno può chiamare le piante come meglio credo o ricorda, è importante quantomeno essere a conoscenza di quale sia il nome attuale della pianta.
    Ti immagini se tu cercassi in rete una Cattleya skinneri e invece trovassi solo le Guarianthe skinneri? E magari pensi siano due piante diverse?
    Lo stesso vale per gli acquisti…spesso i venditori sul cambio di nomenclatura ci giocano e gli acquirenti più inesperti comprano una pianta non sapendo, magari, di avercela già, ma etichettata con un altro nome.

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  2. Francesco

    Stai tranquillo Vincenzo, non mi offendo.
    Che io sia giovane non significhi che posso accettare tutti i cambiamenti possibili e immaginabili.
    Mi sono ripreso da poco dal cambio(ovvio) della Vanda teres in Papilionanthe teres e della bellissima encyclia mariae.
    Secondo me non serve a nulla cambiare continuamente i nomi delle piante…e le scoperte scientifiche spesso riguardano piccoli particolari che spesso non si notano.
    Restarò sempre su questa idea.

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  3. Vincenzo Ghirardi

    Ciao Francesco, pur rispettando la tua idea, in fondo puoi fare ciò che meglio ti pare e senza dover rendere conto ad alcuno, trovo strano che un giovane abbia così poca apertura alle innovazioni, oltretutto dettate dalla scienza. I dubbi sulla durata di un nome saranno tali fino al prossimo passo scientificamente valido ed è giusto che sia così perchè tende alla verità pura, se non si fanno progressi, anche tassonomici, non si va da nessuna parte e l’immobilismo non ha mai dato frutti. Non offenderti è solo una mia personale considerazione che può valere il tempo che trova e della quale puoi liberamente non tenere conto alcuno.
    Cordialmente, sempre.
    Vincenzo.

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  4. Francesco

    Resterò sempre sui vecchi nomi tradizionali…questi altri non mi fanno gola.
    Immagina che uno vuole comprare una Cattleya Skinneri ed è abituato a sentirla con questo nome…saresti capace di corregerlo e dirgli “scusi, voleva dire Guarianthe skinneri?” Io non ne sarei capace.
    Si avrà certezza sul piano tassonomico…ma si avranno sempre dubbi sulla durata di quel nome nuovo.
    Ci si ritroverebbe con centinaia di sinonimi e non sapere quale sia il più accettabile.
    Ripeto la mia diffida verso questi movimenti tassonomici.

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