Orchidee… quando le collezioni finiscono

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Buon giorno Guido,
approfitto della Tua notizia per chiederTi una cosa: a Bolzano c’è un signore un po’ anziano, che ha una serra enorme, non mi ricordo bene le misure esatte, mi sembra 10 metri x 5 metri, pieno di orchidee, specialmente vandee (ca. 500 esemplari), vorrebbe vendere tutto. Conosci qualche interessato che possa comprare tutto in blocco?
Buon fine settimana
Johanna

Nello scrivere questo post la mia sensibilità è combattuta da due sentimenti contrapposti: il desiderio di aiutare una persona in difficoltà e la tristezza di veder finire una collezione di orchidee e con essa mille passioni, momenti intensi… le emozioni di una vita.
Sono triste e non riesco a trovare tante parole per affrontare questo aspetto del collezionismo orchidofilo in Italia.
All’insorgere della passione si spendono fiumi di parole per enfatizzare quel magico mondo da poco scoperto, che ti avvolge, che ti ammalia totalmente.
All’inizio sei coccolato dai venditori, tutto sembra affascinante, facile, quei nomi strani, quello strano stile di vita delle tue nuove amiche ti trasportano in luoghi e spazi temporali dilatati. Comincia l’avventura, col tempo molti si perdono per la strada… qualcuno ce la fa. Coltivare orchidee – va scritto a caratteri cubitali – non è cosa facile. Sì, si possono ottenere buoni risultati, così come avviene per il giardinaggio in genere, ma creare e mantenere in vita una collezione di orchidee è un’impresa ardua sotto tutti i punti di vista.
Certo, ce ne sono collezioni in Italia e ci sono anche bravi collezionisti, ma la strada immaginaria del collezionismo orchidofilo italiano è lastricata di storie finite, di collezioni smembrate e di valori umani buttati al vento.
Esempi? Solo alcuni: la collezione Necchi, la collezione Sutter, Ducati e tante, tante altre svanite con l’insorgere di problemi o con la morte dei loro collezionisti.
Possibile che in questa Italia, dove si enfatizza l’italianità laddove questa è solo un pretesto per fare business o per carpire consenso elettorale non ci sia qualche istituzione e/o qualche politico che si faccia carico di questi tesori e della loro integrità?
Gli orti botanici e magari qualche altra istituzione botanica italiana, mantenuti in vita da finanziamenti pubblici non potrebbero darci una mano?
Ci sono pochi soldi? No, c’è poca sensibilità della politica… e intanto le migliori collezioni se ne vanno.

Dite la vostra, io intanto mi faccio un giro in serra, sono le ore 11 e fuori c’è un sole splendido… chissà che non mi metta di buon umore.

16 pensieri su “Orchidee… quando le collezioni finiscono

  1. Amedeo

    Concordo con Salvo, secondo me il comune di Bolzano dovrebbe acquisire serra e piante traformandola in un museo
    botanico alla stregua di Kew Garden in Inghilterra(molto più in piccolo). Orchids.it potrebbe essererne promotrice.

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  2. Salvo

    ci vorrebbe un orto botanico nazionale o una fondazione dove ogni collezionista di orchidee potrebbe donare delle piante o divisioni ,per contribuire a creare una collezione nazionale che si arricchirebbe negli anni. così la propria collezione privata non sarebbe e fine a se stessa ma darebbe un contributo più o mento importante a una collezione nazionale e a suo modo “vivrebbe” in essa per sempre.

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  3. Guido Autore articolo

    purtroppo in tutte le collezioni è lo spazio il primo tiranno ed io non sfuggo a questa sorte.
    In questi casi possono essere interessati solamente i vivaisti commercianti, che spezzettando e dividendo le piante, riescono a trarne giusto profitto.
    Forse questa ipotesi non interesserà nemmeno i venditori perché trovano più conveniente acquistare piccole piantine prodotte nei paesi a clima caldo e venderle dopo alcuni mesi di coltivazione.
    Aspettiamo qualche indicazione da Johanna, magari qualche recapito di questo signore.

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  4. dilia

    Guido, tu hai lo spazio dove metterle? in tal caso sarebbero in buone mani sicuramente, noi potremmo aiutarti tutti economicamente e sentirci un po’ papa’ e mamma di questo tesoro

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  5. Gianluca

    Non sono decisioni e cose semplici da gestire….è un vero peccato sentire e leggere queste cose ma purtroppo si sa che le cose possono andare anche cosi.
    io mi informerei in modo più dettagliato ed eventualmente mi unirei alla proposto di Bruno e Meris….perchè non ci mettiamo tutti insieme?
    Sarebbe everamente un peccato lasciar morire una collezione o ancor peggio (cosi la definisco io) lasciar che magari un acquirente negoziante acquisti tutto con il solo scopo di far soldi…mi sembrerebbe uno scempio.

    Gian

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