Dendrobium jenkinsii, storie e follie

La letteratura che si richiama al mondo delle orchidee, le descrive raccontando tutto quello che ruota attorno ad esse; oltre a presentare il fascino di un genere vegetale unico, dipinge anche uno spaccato di vita vissuta, a volte dolce, in altri casi tormentata e non priva di risvolti da film giallo o noir.

Chissà se interessano queste mie divagazioni nel raccontare il bello, il brutto e le storie che portano con se le maliarde, chissà, appunto, tanto vale giocare con la fantasia.

Il post potrebbe fermarsi alla descrizione della deliziosa orchidea del titolo, magari con qualche consiglio – sempre soggettivo e per forza di cose generalizzato – ma la curiosità e la voglia di entrare nella storia e nelle avventure che il tempo ha legato a molte orchidee esotiche, mi spinge oltre… vediamo di percorrere insieme questo viaggio.

La specie in vetrina
Dendrobium jenkinsii Wall. ex Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 25: t. 37 (1839).
Sinonimo: Dendrobium aggregatum var. jenkinsii (Wall. ex Lindl.) King & Pantl., Ann. Roy. Bot. Gard. (Calcutta) 8: 61 (1898), nom. illeg.
Distribuzione: Assam, Laos, Myanmar, Tailandia

Dendrobium jenkinsii è un vero portento miniaturizzato; coltivato su una lastra di felce arborea o su un pezzo di corteccia di quercia e lasciato indisturbato nel tempo, può dare al suo proprietario delle grosse soddisfazioni: col passare degli anni diventerà un vero esemplare. Questa specie va alimentata e bagnata con regolarità fatto salvo il periodo di riposo invernale, fresco ed asciutto quel tanto che basta per non far raggrinzire gli pseudobulbi. Richiede temperature intermedie, buona luce ed ambiente ventilato come la maggior parte dei Dendrobium.

Oltre la scheda
A dire il vero, la voglia di capire cosa si nasconde – ad esempio dietro il nome di questa orchidea esotica – prende corpo dalla discussione sviluppatasi nel post precedente “Orchidee, mostre e/o mercati” .
In un mio commento a quel post riportavo una metafora circolante nel mondo dell’orchidofilia – “ricordati ragazzo che il collezionista di orchidee fa carte false e vende anche la madre pur di possedere le orchidee che mancano alla sua collezione”.
E’ una metafora ovviamente, e come tutte le metafore non va generalizzata, ma dipinge bene l’essenza del collezionista sui generis e nello specifico dell’orchidofilo collezionista.
La smania del collezionismo dilata il valore dell’etica e del denaro; 1000, 10.000 euro diventano brustolini davanti al desiderio di possedere quell’orchidea che ti ha stregato, specie o ibrido che sia. Sì perché le follie dell’orchidofilo non si fissano solamente sulle specie, magari trafugate in quanto protette – leggi questi post – .
Qualche collezionista, generalmente produttore, paga cifre astronomiche anche per acquistare un clone di un ibrido premiato in esposizioni internazionali.
Nei secoli scorsi, passata la “tulipano-mania”, nell’800 arrivò con prepotenza in Europa, la “orchid-mania” che, seppur con sfaccettature diverse è tutt’ora una grossa componente della passione per questo mondo stregato.
Basterebbe solamente trovare un po di coraggio e chiunque di noi avrebbe mille storie ed altrettante follie da raccontare, vissute con e/o per le sue orchidee. Ad esempio le piccole bugie raccontate alla mogie e/o al marito ed ancor più anacronistico – a se stessi – sull’entità del conto pagato per quella piccola cassetta con “qualche stecco” e altre 6 o 7 piantine striminzite ed anche un po disidratate a causa del lungo viaggio, oppure sull’inconfessabile provenienza di qualche rarità! Tutte storie naturalmente, e qualche follia.

A proposito di storie, eravamo partiti dal Dendrobium jenkinsii, ma che centra?
Lindley descrisse questa specie e la nominò jenkinsii in ricordo del suo scopritore Jenkins, Ufficiale inglese della “East India Trading Co”. agli inizi del 1800.
Questo signore, naturalista per vocazione e militare per necessità, ne ha delle storie da raccontare, ma le leggeremo più avanti… continua

2 pensieri su “Dendrobium jenkinsii, storie e follie

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