Un cestino di legno per le tue orchidee

Tu che ami le orchidee, tu che ti cimenti nella loro coltivazione, avrai certamente acquistato qualche pianta sistemata in cestini di legno.
Per me sono il massimo dell’armonia nella coltivazione delle orchidee. Quando li vedi in qualche libro, oppure nella serra di amici ti vien subito voglia di acquistarne o di costruirtene qualcuno.
Ci pensi un po su, ma ti prende lo sconforto – dove trovo le asticelle di legno – come posso organizzarmi?
Se avrai un po di pazienza proveremo a costruirne uno assieme.
Il primo problema da risolvere è il reperimento di legno duro, sì perché il requisito principe dei cestini di legno è quello di durare il più a lungo possibile prima di marcire e quindi serve legno resistente tipo: rovere, acacia, larice, oppure legni esotici.
Il secondo problema è quello di trovare i pezzi di legno a pochi soldi, o magari anche gratis. Questo aspetto può essere risolto andando a curiosare in qualche segheria (se hai qualche amico che ci lavora sei su una botte di ferro).

Nelle segherie è facile trovare degli scarti o ritagli di lavorazione non più utilizzabili e quindi di facile reperimento a costi irrisori… tipo questi di rovere che vedi nella foto sotto a sinistra.
cestino_legnocestino_legno_1 Si possono trovare delle piccole tavole da sezionare segandole longitudinalmente alla misura desiderata, oppure dei listoncini già di giusta dimensione o magari solamente un po più grossi di quelli desiderati. Con un minimo di cestino_legno_2cestino_legno_3 manualità puoi iniziare le operazioni preliminari e cioè la creazione delle asticelle, segando la tavola a listoncini di spessore desiderato. Attrezzatura indispensabile: un piccolo banco da lavoro, una sega a disco, una piccola levigatrice per le sbavature di lavorazione, l’immancabile avvitatore tutto fare, oltre agli attrezzi fondamentali quali pinza, martello, metro e forbice.
Lo spessore dei listoncini varia in funzione della tipologia delle piante da collocare e del substrato da usare (bark, osmunda, fibra, sfagno ecc.). Terminate le operazioni di divisione conviene levigare le asticelle prima di procedere al taglio dei vari spezzoni su misura. cestino_legno_4cestino_legno_5 La lunghezza delle asticelle da tagliare, varia in funzione della dimensione della pianta da collocare, ad ogni buon conto, la misura media oscilla da 18 a 25 cm.
Nel nostro caso decidiamo di produrre spezzoni lunghi 20 cm, larghi 2 cm ed alti 1,5 circa. Per costruire un cestino servono mediamente 20-21 listoncini.cestino_legno_6cestino_legno_7Le varie asticelle saranno tenute insieme ai lati da nervature di filo di ferro e quindi bisogna predisporre dei fori (3mm) ai lati, calcolando all’occorrenza un po di sporgenza nelle varie intersecazioni. Ad esempio se l’asticella è larga 2 cm. si può effettuare il foro a 1,5 cm dal bordo esterno.cestino_legno_8cestino_legno_9 Bene, le asticelle sono tutte forate ed ora bisogna costruire le nervature, predisponendo quattro spezzoni di filo di ferro zincato rigido, lunghi 20 cm.
Con una pinza da elettricisti si realizzano degli occhielli di tenuta ad uno dei due capi. Mi dilungo nel mostrare cestino_legno_10cestino_legno_11jpg oltre il dovuto le varie sequenze della realizzazione degli occhielli perché sono molto importanti per la tenuta strutturale del cestino, che dipende molto dalla loro corretta realizzazione. Ogni occhiello deve misurare 0,7 -0,8 cm. di diametro.cestino_legno_12cestino_legno_13 A questo punto possiamo iniziare ad infilare le asticelle in sequenza alterna, sui fili di ferro all’uopo predisposti fino a raggiungere il numero di 4 per lato. Quattro asticelle creano un buon spazio per il substrato, a vostra insindacabile scelta potete diminuire oppure aumentare il loro numero e quindi lo spazio per il substrato. cestino_legno_14cestino_legno_15
La fase di assemblaggio delle asticelle è forse la più divertente, sembra quasi di giocare con i “LEGO”. Per una buona riuscita dell’operazione è molto importante che la distanza tra i fori di ogni segmento sia perfettamente uguale a quella di tutti gli altri.cestino_legno_16cestino_legno_17
Terminato l’assemblaggio, vanno piegate le parti esuberanti delle 4 nervature dei fili di ferro e poi battute con un martello allo scopo di eliminare eventuali spazi d’aria formatisi fra le asticelle precedentemente infilate.
Gli spezzoni di ferro in cestino_legno_18cestino_legno_19esubero dovrebbero essere della giusta lunghezza per poter effettuare gli occhielli per la tenuta superiore, nel caso fossero più lunghi andranno accorciati quanto basta. Questi occhielli superiori, oltre a tenere insieme le varie asticelle del cestino_legno_20cestino_legno_21cestino, fungono anche (come vedremo più avanti) da ganci sui quali legare i fili per appendere il cestino. I quattro lati del cestino sono ultimati ed ora bisogna costruire il fondo. Si usano le stesse asticelle precedentemente forate e si cestino_legno_22jpgcestino_legno_23avvitano, sistemandole nella stessa direzione delle prime due di lato. Il numero varia da 4 a 5, a seconda dello spessore di fessura che si intende lasciare fra loro.
Il cestino è finalmente finito e pronto per ospitare qualche orchidea epifita.

L’uso del cestino

cestino_legno_p_1cestino_legno_p_2 L’idea di scrivere questo post mi è venuta proprio guardando una mia Rhynchostylis gigantea, sistemata in un vaso trasparente e quindi, ora che abbiamo disponibile un bel cestino in legno nuovo di zecca, spostiamoci in zona cestino_legno_p_3cestino_legno_p_4rinvaso.
Prima di tutto diamo una pulita alla nostra Rhynchostylis gigantea, togliendo tutto quello che c’è di marcio, compreso il bark ormai deteriorato. Fatta questa operazione preliminare possiamo procedere con il rinvaso.cestino_legno_p_5cestino_legno_p_6 Innanzi tutto conviene depositare uno strato di bark di media pezzatura sul fondo del cestino dove poter adagiare il pannicolo delle radici.
Avevi notato che dal vaso su cui dimorava la nostra pianta fuoriusciva una grossa radice? Rieccola bella sistemata fra le fessure delle asticelle del nuovo cestino.cestino_legno_p_7cestino_legno_p_8 A questo punto basta rimpinguare il cestino fino all’orlo superiore con del bark e l’operazione di rinvaso è ultimata. Nella foto a destra si può prendere visione degli occhielli con funzione di ganci. Ai 4 occhielli sono stati legati quattro fili di plasticacestino_legno_p_9cestino_legno_p_10 con anima in rame ed ora la pianta può essere ammirata in tutto il suo armonioso portamento. Una bella differenza dal vaso in cui era riposta prima, che dici?
Quei pezzi di rovere che non servivano a nessuno, ora hanno trovato la loro utilità.

13 pensieri su “Un cestino di legno per le tue orchidee

  1. Francesco

    Guido, come vanno le foto?
    Non sono ancora mlto pratico nelle “Riduzioni”…Se non ti vanno bene posso ridurle ancora!

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    1. Guido Autore articolo

      Eccola… copio incollo anche la tua introduzione:

      zattera1
      Ciao Guido!
      Ecco qui le due foto della Doritaenopsis commerciale sulla zattera..ora ti dico anche come l’ho fatta.
      Tra le cianfrusaglie accumulate nell’armadio in cui mettiamo varie cose della casa ci stava questo pezzo di sughero con sopra attaccate con la colla calda delle stupide decorazioni natalizie mezze rovinate…e mi sono detto”Visto che la Doritaenopsis in vaso che ho ha il composto marcio e e radici hanno bisogno di essere pulite facciamolo!”.
      Con le mani ho levato la colla(era poca e poi dal sughero si leva subito), ho lavato la zattera ed ho bucato sopra all’estremita per metterci un gancio.
      Poi ho preso la pianta, ho bafgnato bene bene il terreno per staccare tutto lo sfagno(il vasetto ha il diametro di 5 cm ed era colmo di sfagno)e la pianta con le sue radici l’ho pulita e passata sotto acqua corrente per rendere le radici pulite e flessibili.
      L’ho fissata cercando di metterla in una posizione comoda per la crescita successiva e l’ho fissata con un fil di ferro plastificato(il nylon non ce l’ho e tanto tra qualche mese lo si potrà levare!).
      Ora prospera bene nella parte ombrosa della mia serretta insieme alla bellissima cattleya forbesii fiorita!

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  2. Francesco

    Ok allora stasera la spedisco…cercherò di regolare con la digitale la dimensione, perchè lo so che spesso la mia macchinetta le fa troppo grandi le foto(1 mega per una foto mi pare troppo!)

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    1. Guido Autore articolo

      … grazie, sembra semplice scrivere un post e sistemarlo a dovere con molte foto, ma come tu ben sai ci vuole un sacco di tempo, soprattutto nel mio caso che non posso usare la banda larga.
      Tempi: 2 ore fra foto, costruzione del cestino e rinvaso.
      4 ore al computer fra lavorazione delle foto con Photoshop, scrittura e caricamento foto in WordPress, sistemazione degli spazi, correzione dei testi scritti e rilettura finale prima di renderlo pubblico.
      Speriamo che questa gran mole di lavoro serva almeno a far appassionare qualche lettore.
      Guido

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      1. Francesco

        Guarda Guido, secondo me questi post che fai faranno sicuramente appassionare qualcuno, perchè mostro come le orchidee non sono impossibili da coltivare e con un poco di pazienza si riesce a coltivarle anche in casa, continua così!

  3. Francesco

    Guido ne sai uno più del diavolo ;-)!!!
    Al momento ho fatto pure io un piccolo lavoro di bricolage in serra: ho spostato una Doritaenopsis commerciale su una zattera di sughero che era stata usata come vecchia decorazione di natale(tu ora ti chiedi come diamine faccio a rimediare cose natalizie in estate, ma ho un armadietto pieno di cose che “potrebbero” essere utili!)e per fortuna non era nè trattata nè intaccata!
    Poi vedremo se la gradirà anche la Piantina!

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  4. marcella

    Grazie Guido per l’ideona! Le immagini e la spiega sembrano rendere abbastanza facile l’esecuzione, anche se in realtà io non so se sarò in grado di farcela. Ci proverò per la mia cocciutaggine!

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