Archivio mensile:Agosto 2011

Pescoranthes n.r.

(Pescatorea lamellosa ‘Yolk’ x Cochleanthes amazonica ‘Biglip’)
E’ presente nei listini di vari venditori di orchidee europei. Tutto fa pensare che le operazioni di fecondazione e semina di questa ibridazione intergenerica – a quanto pare non ancora registrata – sia avvenuta in qualche laboratorio professionale e successivamente acquistata in beute da più commercianti.
Non ho trovato nessuna informazione sulla sua paternità, qualche informazione nel merito sarà gradita.
L’eccessiva ploriferazione delle fonti di semina delle orchidee, da un lato ha abbassato drasticamente i prezzi – è ormai norma trovare in vedita piante ben strutturate, siano esse specie e/o ibridi, a poco più di 10 euro -, ma nel contempo ha creato una miriade di anonimati e/o di assenza di informazioni scientifiche certe.
Nel caso in questione, chiunque sia in possesso di una pianta fiorita e, per vari motivi decida di registrarla con un suo nome di cultivar, lo può fare, ma con che merito? La fortuna di aver acquistato un “campione”, si dirà, ed io aggiungo: merito della democratizzazione di un mondo, quello delle orchidee, da sempre misterioso e magico…a spese della magia, però.

Forse ce la fa!

Le fioriture delle foto sono del 2008, quest’anno, la mia Miltonia × bluntii sta iniziando ad aprire i primi fiori in questi giorni… forse ce la fa ad arrivare in piena forma alla mostra di Schio, incrociamo le dita 🙂
Faccio un appello a quanti leggeranno questo post: chiunque avrà in fiore questa pianta, il 24-25 Settembre, la porti a Schio in mostra…dobbiamo arrivare a 13 piante per il concorso del gruppo (di orchidee della stessa specie o ibrido) più numeroso.

Miltonia × bluntii: ibrido naturale brasiliano

Miltonia × bluntii Rchb.f. (1879) (= Miltonia clowesii × Miltonia spectabilis) (Brasile)
Il genere Miltonia, noto con il nome popolare “orchidea pansè” non è molto amato dai collezionisti di orchidee proprio per la somiglianza dei loro fiori alle viole pansè.
Forse è per questo motivo che gli studiosi hanno collocato le Miltonia di origine colombiana, loro sì assai simili alle viola pansè, in un genere assestante: Miltoniopsis.
Effettivamente, i fiori delle Miltonia brasiliane a cui appartiene questo ibrido naturale non assomiglia assolutamente ai pansè.
Come ben evidenziano le foto, un esemplare in fiore di Miltonia x bluntii può sicuramente spezzare una lancia in favore della sua presenza in una collezione di orchidee. Due annotazioni a favore di questa Miltonia: la sua coltivazione risulta molto più facile delle cugine Miltoniopsis, inoltre fiorisce in estate quando si sa, la fioritura di orchidee non è mai abbondante.

Metti la museruola alla tua Stanhopea

Il genere Stanhopea, qualche nota:
Stanhopea Frost 1829
Sottofamiglia: Epidendroideae, Tribu: Maxillarieae, Sottotribù: Stanhopeinae.
Il genere comprende 58 specie che crescono nei boschi di bassa e media altitudine. Si tratta di specie molto belle i cui fiori sono molto originali. Gli pseudobulbi, abbastanza piccoli sono di colore verde scuro, ogni pseudobulbo forma una foglia apicale, ovale, picciolata e profondamente venata. L’infiorescenza si pone alla base dei pseudobulbi e si rivolge verso il basso, da qui la necessità di coltivare queste piante in contenitori forati. L’infiorescenza ha due o più fiori profumatissimi, al punto da inebriare intensamente l’ambiente circostante. Ogni specie emano un suo aroma particolare. Esse sono epifite, ma a volte anche terricole (pendii ripidi), vivono tra i 200 e i 2200 metri, nei boschi umidi.
Le temperature ideali si attestano i 18 e i 20 gradi centigradi, senza andare sotto i 15 ° C. Richiedono molta acqua, abbondanti fertilizzazioni e buona luce. Un periodo di riposo invernale, in luogo fresco e asciutto, favorisce la fioritura estiva.
Origine del nome: in omaggio al Conte di Ginevra, Philipe Henry Stanhope (1836).
Distribuzione: maggiormente in Messico, Brasile e Caraibi.
Specie tipo: Stanhopea insignis Frost 1829.

Stanhopea tigrina var. superba hort. ex Henshall 1845
Per la verità il nome di specie valido è Stanhopea tigrina, ma nel corso degli anni, soprattutto per le molte varianti presentate da questa specie, si porta dietro una lunga serie di sinonimi a seconda delle caratteristiche morfologiche della varietà in esame.
Nome di specie accettato:
Stanhopea tigrina Bateman ex Lindley
Sinonimi:
Epidendrum fragrantissimum Sessé & Mocino; Maxillaria lyncea Lindley; Stanhopea expansa P. N. Don; Stanhopea nigroviolacea Morren ex Beer 1854; Stanhopea tigrina var. atrata hort. ex Loddiges; Stanhopea tigrina var. aurea hort. ex Stein; Stanhopea tigrina var. aureo-purpurea Ch. Morren; Stanhopea tigrina var. grandiflora hort.ex Hennig; Stanhopea tigrina var. grandiflora hort. ex Stein; Stanhopea tigrina var. grandiflora hort. ex De Duren; Stanhopea tigrina var. grandiflora superba hort.ex Cogniaux; Stanhopea tigrina var. latimaculata hort. ex Dietrich; Stanhopea tigrina var. luteolo-violacea Ch. Morren; Stanhopea tigrina var. lutescens B. S. Williams; Stanhopea tigrina var. major hort.; Stanhopea tigrina var. major superba hort. ex Josst; Stanhopea tigrina var. nigropurpurea hort; Stanhopea tigrina var. purpurea hort. ex Loddiges; Stanhopea tigrina var. speciosa hort.; Stanhopea tigrina var. splendens Kränzlin; Stanhopea tigrina var. superba hort. ex Henshall; Stanhopea tigrina var. superba hort ex Planchon; Stanhopea tigrina var. superba van Houtte; Stanhopea violacea hort. ex Beer
Distribuzione: Messico

Geotropismo negativo
Le Stanhopeinae appartengono al nutrito gruppo di orchidee con geotropismo negativo e in pratica formano i fiori verso il basso. Soprattutto il genere Stanhopea necessita di ampi spazi fra le radici per poter formare i suoi grandi fiori ( leggi questo post).

Sistemazione delle piante con museruola in filo di ferro..
Una soluzione molto usata dai vecchi coltivatori ed ancora molto funzionale è quella di contenere il substrato in capienti museruole: sì proprio quelle gabbie che i nostri contadini – nel recente passato – applicavano al muso delle mucche per impedire di mordere ed anche di mangiare durante i lavori delle arature…da cui la metafora “mettere la museruola” per rappresentare simbologie d’asservimento, costrizioni e censure.

Nelle foto si può vedere la parte superiore della museruola e quella inferiore da dove escono gli steli fiorali. In questo caso il substrato è costituito da fibra d’osmunda, si può usare anche bark grosso.

Dove trovare le museruole?
Bisogna auto-costruirsele, credo sia impossibile trovarle nel mercato, ma non è difficile.
Il principio è quello della maglia delle reti di recinzione e si parte legando ad un piccolo cerchio di ferro (3 centimetri di diametro) 8 fili di ferro doppi, lunghi 60 centimetri ciascuno e di piccola sezione (per poterli facilmente manipolare) formando 8 lunghe asole.
Creata la base di partenza si procede ad attorcigliarli con doppio giro (copiate le maglie delle reti molli, non elettrosaldate), il primo giro in forma molto stretta e poi sempre più larga, giro dopo giro.
All’estremità superiore chiudere tutto con un cerchio di ferro grosso e rigido (vedi foto – il diametro è in funzione della larghezza della maglia costruita)
Per sostenere la museruola, legare tre fili di ferro sottili e raccolti a gancio finale.
Nel caso si usi come substrato, fibra di vario tipo, si può rinvasare direttamente la piante nella museruola, se si usa bark bisogna rinvasare la pianta in vasi normali, attendere 1 o 2 anni che si formi un tutt’uno fra radici e bark, togliere il vaso e sistemare la pianta direttamente nella museruola.