Archivio mensile:Marzo 2012

Giocherellando sul blog – quiz: cerca l’autore.

Orchids.it è una miniera di notizie e di commenti.
Proviamo a giocare con la memoria, 4 indizi (commenti) inviati al blog da un visitatore e tu indovina chi li ha scritti:

1 – Inviato il 24/12/2009 alle 23:59

Sono assolutamente d’accordo con Guido
Senza se e Senza ma.

2 – Inviato il 28/08/2007 alle 20:10

Questo “omissis” signore caro Guido sono curioso, molto curioso di vedere come reagirà quando lo incontrerò e guardadolo bene negli occhi gli chiederò come fa a dire che questo paphio sia stato pagato molto caro, una sua pura invenzione dato che sono ancora in possesso della lista con il prezzo della pianta (citata appunto aspersum ma rivelatasi poi un helenae) lista che pubblicheremo in seguito in originale dalla SUN MOON ORCHIDS:INC: datata luglio 2005 dove si legge: Paph. aspersum x sib euro 30.
Per favore Guido da risalto a questa mia risposta in modo che questo signore che si fa chiamare Ronin ma sappiamo bene chi sia, possa leggere questo messaggino del quale discuterò con lui appena lo incontrerò. Grazie, un saluto a te e a tutti gli amici di orchids.

3 – Inviato il 11/12/2006 alle 13:13

Sono appena tornato da Pordenone dopo aver ritirato un riconoscimento assegnato dall’ente fiera a Guido per il grande supporto di prestigio che Guido e orchids club hanno dato in questi anni alla fiera di Pordenone.
Un vero peccato che Guido non fosse presente, si è perso un servizio televisivo regionale e locale nonchè servizi sicuramente lusinghieri da tutti i midia presenti. Il sottoscritto che lo rappresentava, ha ricevuto dal presidente e dall’ente fiera un augurio di prontissima guarigione e un saluto e ringraziamento per la collaborazione finora prestata da Guido e amici ed ha auspicato la sua continuità collaborativa nel futuro della fiera. Mi unisco agli auguri di pronta guarigione e, saluto tutti gli amici di ORCHIDS CLUB.
Augurissimi

4 – Inviato il 28/11/2006 alle 18:32

Voglio entrare di diritto nelle note del tuo quaderno, con quel mastodontico VIRUS che mi hai propinato qualche anno fa che non riesco a scollarmi di dosso ne di giorno ne di notte dal primo momento in cui sono entrato nella tua serra. A parte gli scherzi la trovo una bellissima idea che sicuramente servirà anche a tutti noi come esempio per continuare al meglio nella nostra passione. Ti prego di far attenzione ai professori che sicuramente impareranno a memoria tutto quello che scivi per trovare, da buoni intelletuali qualche difetto anche nell’apporre anche solo una virgola.
Auguri e BUON QUADERNO

Dockrillia linguiformis (Orchid Button o Tongue Orchid)

Il genere Dockrillia
Dockrillia Brieger, Die Orchideen 1 (11-12): 745 (1981); Dendrobium sezione Rhizobium Lindl, J.. Linn. Soc. 3: 2 (1859).
Specie tipo: Dendrobium linguiforme SW. [Dockrillia linguiformis (Sw.) Brieger].
Sinonimi: Dockrillia linguiforme (Sw.) Brieger, Schlechter Orchideen 1 (11-12): 745 (1981). Callista linguiformis (Sw.) Kuntze, Revis. Gen. Pl.. 2: 655 (1891).

Questo genere comprende circa 30 specie in parte endemiche in Australia con circa 18 specie e Nuova Guinea con circa 10 specie; qualche specie vive in Nuova Caladonia e Vanauatu. Il loro habitat comprende le altitudini moderate delle foreste pluviali e dei boschi aperti, generalmente in situazioni di luce intensa.
Le specie, ora incluse nel genere Dockrillia, erano precedentemente classificate sotto il genere Dendrobium. Copn l’ultima revisione tassonomica del gruppo dei Dendrobium, molte specie sono state trasferite in nuovi generi. Alcuni di questi cambiamenti sono stati ampiamente accettati, altri sono ancora incerti. L’adozione del nome generico Dockrillia sembra essere più generalmente accettato.
Brieger ha costituito questo genere per raggruppare le specie australiane con foglie più o meno cilindriche, spesse e carnose che si formano lungo un rizoma sottile. Il nome è stato dato in onore di Alick Dockrill, botanico e orchidologo australiano. La maggior delle specie di questo genere sono epifite a portamento pendente, alcune, ad esempio D. striolata, sono litofite.

Dockrillia linguiformis
Dockrillia linguiformis (Sw.) Brieger (1981)

Descrizione della specie
Dockrillia linguiformis, nota anche con i nomi (Orchid Button o Tongue Orchid) è una piccola orchidea, endemica a nord di Ulladulla nel sud est del New South Wales, in Australia. E’stata originariamente descritta come Dendrobium linguiforme dal botanico svedese Olof Swartz nel 1800, il suo nome attuale è stato assegnato nel 1981 da Brieger. Il nome della specie deriva dal latino “lingua” e “forma” per la somiglianza delle foglie a lingue.
L’habitat di questa specie è generalmente caratterizzato dalle foreste di Eucalipto o foreste pluviali. Tuttavia, può sopravvivere nelle zone più aride del Great Dividing Range, o nei pressi di Tamworth nel nord del New South Wales.
Dockrilla linguiformis è stata la prima orchidea botanica australiana ad essere descritta. Vive sia come pianta epifita che litofita. Si tratta di una specie molto particolare per le sue spesse foglie carnose di forma ovale, lunghe fino a 40 mm. I fiori sono di colore bianco (diametro 10mm) e si formano su racemi che sviluppano fino a 20 fiori, di solito nel tardo inverno e primavera. In sito, questa orchidea, se incontra condizioni favorevoli su pareti rocciose, può formare estese colonie, anche in zone molto esposte alla luce. Le foglie carnose hanno la funzione di accumulare grandi quantità d’acqua, per cederla durante lunghi periodi di siccità, avvizzendo vistosamente, ma garantendo in tal modo le condizioni vitali alla pianta.

Questa specie può essere coltivata in vaso con substrato di bark drenante o su lastre di corteccia e/o di sughero. Fertilizzare abbondantemente dopo la fioritura.

Un nuovo libro sulle orchidee

Guido, ho intenzione di pubblicare un libro, un piccolo libro sul collezionismo delle orchidee – così esordì l’amico Alberto Ghedin – quando mi chiese di scrivere una breve introduzione a questo suo lavoro letterario.
Nella mia veste di collezionista di orchidee, da sempre impegnato nella divulgazione popolare di questo splendido hobby, ebbi un sussulto di orgoglio, questa richiesta provocò in me la stessa emozione che vive il contadino quando raccoglie i frutti del suo lavoro: sì perché Alberto, amico per altri versi da tanti anni, iniziò a perfezionare la sua avventura orchidofila, in occasione di un nostro incontro: io coltivatore di lungo corso e lui, allora neofita.

Libri in lingua italiana che raccontano le orchidee non ce ne sono molti, sarà la tendenza anglofona dominante, sta di fatto che pubblicare lavori in lingua italiana sulle orchidee è quasi sempre un atto di coraggio.
Questo libro è la trasposizione cartacea di una passione, leggendolo si coglie che il filo conduttore del suo autore è proprio il racconto della sua esperienza, delle sue scoperte e delle sue soddisfazioni.

Un bel viaggio nel fantastico mondo delle orchidee, un viaggio delicato e per certi versi anche intenso, carico di quei sentimenti, che solo le maliarde sanno donare a quanti entrano nel loro mondo.
Il libro ti accompagna con semplicità in questo fantastico viaggio, ti racconta storie, richiama la tua attenzione con bellissime fotografie e ti fa conoscere il mondo del collezionismo associativo, quasi come un invito a diventarne protagonista: buona lettura.

Epidendrum andreettae, una specie introvabile

Questa specie è stata descritta da Hágsater & Dodson su ICONES ORCHIDACEARUM nel 2004.
La descrizione si basa su alcune slides a colori fatte nel 1988 di una pianta coltivata da Padre Angelo Andreetta nel suo giardino.
Della specie in oggetto sono reperibili scarsissime documentazioni. Tutto lascia pensare che la pianta fotografata per effettuare la nuova classificazione tassonomica non sia più in vita.
Il tema potrebbe essere oggetto di nuove ricerche e di approfondimenti scientifici.
Questo link ci porta alla descrizione originaria della quale riporto sintesi in questo mio articolo.

TYPE: Ecuador. Azuay: Hort. Paute, photographed (color slides) 24 Nov 1988, Angel M. Andreetta s.n. (holotype, the illustration, AMO (photo, AMES, COL, K, MO, QCA, QCNE, SEL, USM); illustration of type).
Epidendrum andreettae Hágsater & Dodson, Icon. Orchid. (Mexico) 7(4): t. 705. 2004[2005].

Illustrazione originaria in latino:
Epidendro oxapampensi Hágsater simile sed columna genicu lata ovarium respectu, floribus majoribus, segmentis floralibus acum inatis, petalis 5-nervatis, labello adbasem orbiculari, ad apicem longe triangulari divergens”.

Descrizione
Specie a portamento pendulo e cespitoso. Radici, basali, carnose e sottili. Steli raggruppati, corti e coperti da brattee cartacee. Due foglie per gambo, alternate, aggregate al vertice, ellittiche, apice sub acuto, margine intero, coriaceo, liscio, glauco blu-verde. Infiorescenza apicale, racemosa, sessile, pendente, fiorisce una sola volta. Due fiori in simultanea, grandi, verdi con linee viola, labello macchiato di porpora. Ovaio cilindrico e sottile. Sepali con venature ai margini e leggermente obliqui. Petali estesi, ovati, acuminati, a 5 nervi, margine intero. Labello unito obliquamente alla colonna.
La descrizione di questa nuova specie si basa su fotografie fatte alla singola pianta coltivata, nel sud Azuay (Ecuador), nelle serre di Padre Angelo Andreetta, ad altitudini più elevate di quelle di endemicità. Fioritura nel mese di novembre.
Epidendrum Andreettae è incluso nel gruppo Kalopternix. La specie viene riconosciuta dal suo portamento pendente.

Epidendrum oxapampense Hágsater 1999 GRUPPO Kalopternix
(foto Ecuagenera)

La struttura vegetativa di Epidendrum andreettae è molto simile a Epidendrum oxapampense (vedi foto a sinistra) e Epidendrum sophronitoides Linden & Rchb. f., in Bot. Mag 6314. 1877.

Non ho trovato documentazioni fotografiche di Epidendrum andreettae, probabilmente la specie descritta da Hágsater & Dodson non esiste più in coltivazione e nessuno l’ha più ritrovata in sito.

Slc. Dixie Jewels ‘Suzuki’ FCC/AOS – SM/JOGA

Slc.Dixie Jewels ‘Suzuki’ FCC/AOS (91 punti su 100) SM/JOGA

C’era anche lei alla mostra di Pordenone, ma è passata inspiegabilmente inosservata.

Sicuramente uno degli incroci (di colore rosso) più premiati.
Nel suo albero genealogico sono presenti sin dalle prime ibridazioni, Sophronitis coccinea e Laelia cinnabarina, due specie che hanno contribuito alla creazione di quel rosso impareggiabile.

Il colore dei fiori, ricco e intenso, brilla al sole quasi a voler sembrare vellutato. Uno dei suoi progenitori, Sophronitis coccinea, conferisce, sia il colore, che la buona tolleranza alle temperature fredde.

Pianta di difficile coltivazione per via del suo sviluppo disordinato e precario. La coltivazione ideale è su zattera.