Cattleya warneri var. aquinada ‘CAMANI’

Ricordo che l’amico Antonio Camani, un giorno mi portò una piccola divisione di una Cattleya della sua collezione, conservo ancora il cartellino con data 1992, forse è quella di arrivo della pianta madre nella sua serra – tienila tu, mi disse, dovrebbe essere C. warneri – in questi giorni, la divisione di allora mi sta regalando la splendida fioritura della foto.
La piccola pianta era effettivamente C. warneri e con quelle sfumature scure su petali e sepali, la definirei “var. aquinada”, il nome di questo cultivar non può che essere dedicato ad Antonio: Cattleya warneri var. aquinada ‘CAMANI’

Cattleya warneri T. Moore ex Warner 1862

Cattleya warneri, è stata illustrata da Robert Warner e descritta da T. Moore nel 1862 (Thomas Moore 1821-1887 – botanico inglese, curatore del “Garden of the Apothecaries Company at Chelsea, 1848-1887.
E’una delle più belle Cattleya unifoliate brasiliane.
Si trova a sud-est degli stati, Minas Gerais, Rio de Janeiro, Espírito Santo e Bahia. Le piante vivono nelle zone umide dei fiumi, come “Rio Doce”, crescono ad altitudini da 200 fino a 300 m.

La Cattleya di giugno
Quando la maggior parte dei fiori delle Cattleya a fioritura primaverile cominciano a svanire e il sole estivo illumina la serra molte più ore al giorno, ecco che esplodono le fioriture color lavanda della bella Cattleya warneri , i fiori sono molto simili a quelli della sua sorella brasiliana a fioritura autunnale, Cattleya labiata. Se non fosse per il diverso periodo di fioritura, i fiori potrebbero facilmente essere scambiati fra loro. C. labiata e C. warneri, le due principali specie di Cattleya brasiliane a fiore grande hanno sempre creato problemi alla botanica ed alla tassonomia, addiritura ancor prima che la Cattleya warneri fosse stata scoperta.

E’ stato il naturalista, dottor George Gardner, a scoprire Cattleya warneri durante un suo viaggio in Brasile nel 1836 in cerca di farfalle, uccelli e orticole, peccato che in quell’occasione Gardner, convinto di aver ritrovato la perduta C. labiata, avendo viste alcune piante circa 15 miglia a nord di Rio sul monte Top Sail e nelle montagne Organ – le notizie di allora, circolanti fra i raccoglitori di orchidee, davano C. labiata erroneamente endemica vicino a Rio de Janeiro –, inviò in Inghilterra alcuni esemplari per dimostrare la sua scoperta.
Ma un collezionista francese di orchidee, Louis Forget, suggerì che Gardner non aveva mai trovato C. labiata nella provincia di Rio de Janeiro, perché non è mai esistita in quei luoghi.
Passarono molti anni prima che la nuova specie scoperta da Gardner in Brasile, trovasse la giusta classificazione tassonomica.

Questo avenne nel mese di agosto 1862, quando Robert Warner, illustrò e pubblicò in “Selected Orchidaceous Plants” quattro splendidi fiori color lavanda, con il nome “Cattleya warneri”, corredati anche di una una descrizione botanica della nuova specie a cura di T.Moore. Warner sottolineò nel suo testo di presentazione, che C. warneri doveva essere una nuova specie e non una C. labiata perché fiorita in un periodo completamente diverso. La tesi non fu accettata con facilità dai botanici del tempo, ma in favore di Warner spezzò parzialmente una lancia l’eminente orticoltore James O’Brien, quando sostenne che tutte le Cattleya a fiore grande dovrebbero essere considerate specie a sé stanti e non sottospecie o varietà di C. labiata. Inspiegabilmente però, C. warneri rimase per molti anni una varietà di C. labiata, oggi è accettata come una specie distinta.

Cattleya warneri possiede diverse caratteristiche che la rendono diversa da C. labiata. Cattleya warneri ha pseudobulbi più corti e più robusti rispetto a C. labiata e produce una pianta più compatta. Le foglie di C. warneri sono più ampie rispetto a quelle di C. labiata.

La differenza più evidente tra le due specie, ovviamente, è la loro diversa stagione di fioritura: Cattleya warneri fiorisce in primavera (fine maggio e giugno), mentre C. labiata è a fioritura autunnale (da settembre a novembre). Le due specie vegetano in diversi momenti dell’anno: C. warneri in autunno e in inverno, e C. labiata in primavera e in estate. Hanno anche cicli vegetativi assai diversi – una prima della fioritura, l’altra dopo la fioritura. (Rogerson, Orchid Digest 68-4, pg 203) Queste peculiarità, differenze in termini di crescita e diversi periodi di fioritura, si manifestano anche quando C. labiata e C. warneri sono coltivate nella stessa serra e vicine fra loro.
Cattleya warneri è certamente una delle più belle specie di Cattleya a fioritura primaverile. Il suo colore lavanda, le sue grandi dimensioni e la facilità di cultura ne fanno un buona pianta sia per il coltivatore neofita, che per l’esperto. Ha anche grandi varianti di forma e di colore ed anche per questo la rendono interessante per i collezionisti.
A onor del vero, Cattleya warneri non brilla per l’ottima forma di fiori, una caratteristica che condivide con C. labiata, nel tempo però, sono stati selezionati dei cloni di forma superiore, molti sono stati premiati dalla Royal Horticultural Society di Londra, ed altri sono serviti per le ibridazioni, se si guarda indietro nella parentela di un ibrido Cattleya a foglie larghe, e anche con la doppia guaina, si troverà invariabilmente C. warneri come genitore.
Anche nel mercato dei fiori recisi degli anni 30-50, Cattleya warneri non è mai stata una specie significativa, ma per la sua peculiarità a produrre fioriture tardo primaverili è stata molto usata nelle ibridazioni.
Ecco qualche esempio di ibridi primari di C. warneri: Cattleya Myra Peters alba (warneri alba x gaskelliana alba) è stato uno dei primi fini ibridi bianchi di Cattleya a fiorire nel mese delle nozze (giugno), Cattleya Dupreana (warneri x warscewiczii) è stato uno standard di eccellenza nei fiori color lavanda di giugno, Cattleya Comet (warneri x dowiana) bellissimo fiore scuro, Cattleya warneri incrociata con Cattleya R. Cadwalader altrimenti nopta anche come Cattleya di giugno.

Fortunatamente, dopo 150 anni, C. warneri è ancora con noi per aggiungere colore e profumo alla luce delle lunghe e calde giornate di giugno. Possiamo ammirare i suoi fiori quasi ad evocare una bella ragazza la cui storia è stata a lungo dimenticata, C. warneri chiude delicatamente le porte della primavera e con un dolce sorriso ci accompagna verso l’estate, senza pensare alla sua inquietante sorella C. labiata che ci porterà il vento d’autunno.

Coltivazione
C. warneri non è una specie difficile da coltivare, ma richiede qualche attenzione particolare. E’ nella sua fase vegetativa durante i mesi invernali, quando la maggior parte delle altre Cattleya sono dormienti, per questo motivo è difficile mettere questa specie nelle condizioni ideali di crescita. Per quanto possibile, conviene tenere questa specie nell’angolo più caldo, umido e luminoso della serra durante la stagione fredda.
La maggior parte dei coltivatori consiglia di coltivare Cattleya warneri con meno luce solare delle altre specie a foglia larga, la migliore regola per capire il giusto equilibrio di luce è ancora il colore delle foglie che dovrebbe essere verde chiaro.

Come tutte le specie di Cattleya, anche per C. warneri è bene lasciar asciugare completamente la pianta fra le bagnature. Il vaso continuamente bagnato marcisce le radici. Rinvasare C. warneri solo quando iniziano a spuntare nuove radici, preferibilmente durante i caldi mesi estivi.

8 pensieri su “Cattleya warneri var. aquinada ‘CAMANI’

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  2. Guido Autore articolo

    x Stefano: riprendo il filo del discorso perchè la sequenza delle risposte dirette si ferma a 3.
    Stefano, se ti fa piacere, fai un cenno di presentazione… o magari cambia nik name, ci sono altri “Stefano”fra i commentatori.
    Il tuo ragionamento mi mette in difficoltà. Un virgolettato deve essere originale o fedele traduzione, nel mio caso – volutamente – ho interpretato i periodi e li ho fatti scivolare nel mio post, forse troppo integralmente, dirai tu – questo è vero.
    Leggo spesso – generalmente su altri blog amatoriali – periodi interi, chiaramente estratti da miei post e ti dirò che non mi dispiace. Piuttosto mi arrabbio quando leggo su qualche forum frasi tipo “Sai l’ho letto su quel blog – senza link e senza specificare il nome, oppure rimango male quando vedo mie foto usate da siti commerciali nei loro listini. Comunque starò più attento, in fondo scrivo senza fini economici e per pura passione amatoriale tesa alla divulgazione. In appendice, nell’articolo al quale mi sono ispirato c’è qualche inperfezione, di date ed altro, che mi ha fatto impazzire perchè i conti “storici” confrontati con altre notizie non mi tornavano…come vedi anche il suo autore ha attinto da altre foti, in fondo ci copiamo un pò tutti.
    Ciao
    Guido

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  3. stefano

    interessante, molti lunghi paragrafi sono traduzione parola per parola da questo sito senza citare la fonte:

    http://www.chadwickorchids.com/warneri

    un esempio

    “As the newness of spring begins to wane and the summer sun smiles down from its place high in the sky, we find ourselves with a greenhouse full of the lovely Brazilian Cattleya warneri. This delightful species provides a display of lavender and purple that rivals and is reminiscent of its autumn-flowering sister from Brazil, Cattleya labiata. Were it not for their wide difference in blooming season, the flowers of one could easily be mistaken for the other.”

    “Quando la maggior parte dei fiori delle Cattleya a fioritura primaverile cominciano a svanire e il sole estivo illumina la serra molte più ore al giorno, ecco che esplodono le fioriture color lavanda della bella Cattleya warneri , i fiori sono molto simili a quelli della sua sorella brasiliana a fioritura autunnale, Cattleya labiata. Se non fosse per il diverso periodo di fioritura, i fiori potrebbero facilmente essere scambiati fra loro.”

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    1. Guido Autore articolo

      vero, mi sono ispirato ad un articolo di quel sito, soprattutto la metafora della primavera che se ne va, non copiato però. Qua e la nel blog scrivo che i miei post sono anche frutto di ricerche su vari indirizzi di siti internet – se riprendo studi e ricerche scientifiche riporto la fonte. Questa volta non mi pareva il caso di citare un sito commerciale dove non ho attinto ne foto ne concetti scientifici, ma soltanto spunti discorsivi a completamento di un mio filo logico. In compenso prendo atto che l’hai fatto tu, sia come link nei tuoi dati di ingresso, sia nel commento.
      Grazie Stefano, per la segnalazione.
      Guido

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      1. stefano

        Io seguo il tuo sito talvolta con interesse e piacere. Anche se la fonte e’ un sito commerciale l’articolo e’ frutto di ingegno e creativita’ di chi lo ha scritto e a mio parere degno di una citazione.
        Ci sono alcuni paragrafi che non solo ispirazione ma traduzione letterale che meriterebbe essere inclusa tra virgolette. Anche se e’ un sito commerciale fornisce cenni culturali e storiografici che sono preziosi.

        Guido, se qualcuno traducesse le tue pagine in un altra lingua senza citare te come fonte non ti dispiacerebbe?

  4. Guido Autore articolo

    Grazie a voi per il pensiero, servono i complimenti…servono!
    x Antonio…ovviamente una divisione tornerà nella tua collezione, mi interessa sapere la storia di questa pianta perchè è veramente una varietà particolare, forse nemmeno i brasiliani ne vedono tante in giro.
    Guido

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  5. antonio

    Carissimo Guido,
    sono molto contento di questa fioritura che grazie a Te si presenta al massimo della bellezza.
    Ti ringrazio e sono orgoglioso che Tu abbia voluto legare a me il nome di questa splendida specie.
    Non ricordo se ho già avuto modo di vederne la fioritura nella mia serra e se ho ancora la pianta madre.
    Voglio proprio sperare di sì, perchè è veramente molto bella.
    Controllerò anche da dove mi è arrivata.
    Se non ci sarà più, prenoto una divisione…
    In questo caso, come Tu hai sempre sostenuto,donare agli amici qualche divisione o qualche pianta in esubero, serve sicuramente alla “conservazione” della specie!
    Inoltre complimenti non solo per questo, ma anche per tutti gli altri post che si susseguono con instancabile regolarità, dovizia di particolari, curiose storie di scopritori,tassonomie, tecnica di coltivazione e altro, sempre con grande competenza.
    Non vuole essere piaggeria la mia, ma credo che il mondo dell’orchidofilia abbia in Te sempre un grande faro.
    Ciao e ancora grazie, con un grande fraterno abbraccio.
    Antonio C.

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