Archivio mensile:Marzo 2013

Paphopedilum venustum… una deliziosa famigliola in bella mostra a Pordenoneorchidea

Volendo interpretare questa foto con un po’ di fantasia, dote che, a differenza del denaro non mi manca proprio, potrei dire – come crescono bene i Paphiopedilum all’ombra del Galeone! – e sì, crescono proprio bene ed assai numerosi! Anche i giudici se ne sono accorti e nel loro giudizio allo stand, hanno premiato questa numerosa famigliola di Paphiopedilum venustum, con una medaglia di bronzo.

QUIZ
Se guarderete con attenzione la “brutta” foto in alto, potrete notare due particolarità:
1 – Fra la popolazione dei P. venstum c’è un “infiltrato”… dov’è e come si chiama?
2 – Quante piante e varietà sono presenti? Le diversità delle maculature del fogliame vi potranno aiutare.

Per saperne di più
paph_venustum Paphopedilum venustum
Habitat: pendici meridionali della catena montuosa dell’Himalaya. Vive nel sottobosco della giungla fitta ed intricata, alla base delle scogliere poste lungo le rive di fiumi cariche di densi strati di humus dove prendono forma boschetti di bambù, oppure fra le biforcazioni degli alberi.
Paphopedilum venustum è molto interessante anche per la particolare conformazione del fogliame, riccamente colorato e chiazzato.
Questa specie ha tutto ciò che gli appassionati di orchidee cercano … infinite varietà dalle più disparate forme e colore dei suoi fiori.

I giorni del Galeone… Pordenoneorchidea 2013, il successo del bello

Per chi non è potuto venire a farci visita, ecco qualche impressione della suggestiva atmosfera coreografica… per chi c’è stato, riviviamoli insieme quei bei momenti!!

Le cose belle non nascono per caso, sono altresì il frutto di un lavoro di gruppo e di una regia creativa di prim’ordine.
Questa esposizione orchidofila – allestimento a cura di Orchids Club Italia – è stata costruita attorno al set esclusivo di un Galeone naufragato. Per onestà intellettuale sentiamo il dovere di ricordare, che l’idea coreografica nasce due anni fa in occasione di Orchids and Wine, il bellissimo evento orchidofilo a cadenza biennale, organizzato mirabilmente dall’ATO (Associazione Trentina Orchidee) e quindi la primogenitura va ascritta a loro.
Noi del Club abbiamo contribuito ad amplificare la suggestione della loro bella idea creativa e ci siamo prodigati per riproporla al pubblico della Fiera Ortogiardino di Pordenone, contenitore del verde che da 15 anni ospita anche l’evento: Pordenoneorchidea.

Enorme il successo… le immagini del video sono molto eloquenti e rendono inutile qualsiasi altro commento.
Ringraziamo tutti gli espositori per il loro generoso coinvolgimento, ormai siamo una grande famiglia che pulsa con un unico cuore.
Grazie infinite a quanti, dentro e fuori il Club, hanno reso possibile questa splendida esposizione. La dura invernata non ancora del tutto finita ci aveva messo in apprensione ed invece, con la presenza di piante provenienti dalle collezioni del Club, da collezioni amiche ed anche quelle degli espositori, siamo riusciti ad allestire un esposizione con oltre 300 orchidee botaniche, rare e preziose.
Un caloroso grazie lo rivolgiamo al Garden Anna per la squisita collaborazione, elemento dimostratosi assolutamente indispensabile per la realizzazione dell’evento.
Ed infine ci piace sottolineare la professionalità di tutto lo staff della Fiera, ed in particolar modo: Sabrina, Simona, Ilenia e Francesco con i quali abbiamo interagito, intessendo un felice feeling operativo, prima e durante l’evento:
Anticipazioni per la prossima edizione? Qualche sognatore pensa a questo titolo: “Orchids in the night”

Laelia superbiens ‘Lydia’ BM/AIO

Care amiche e cari amici del blog e di Orchids Club Italia, concedetemi un breve momento di autocelebrazione, concedetemelo soltanto per poter esternare la mia immensa felicità per due premi ricevuti dalle orchidee della mia collezione, nel giudizio AIO allo stand dell’esposizione “Pordenoneorchidea”.
Sono quasi 20 anni che le mie orchidee ricevono premi in vari eventi orchidofili, Nazionali ed Internazionali. Senza ombra di smentita sono l’orchidofilo italiano che ha ricevuto più premi a livello Nazionale ed Internazionale, e quindi dovrei essere avvezzo a certe soddisfazioni, ma queste due “medagliette” di bronzo mi hanno particolarmente commosso perchè ho potuto dedicarle ai miei nipotini che verranno: Lidia ed Alessandro.
Lidia verrà fra noi insieme ad Alessandro… sì avete capito bene, due gemelli, sul finire del prossimo mese di maggio.
Domani presenterò la medaglia di Alessandro, oggi la scena è tutta per Lidia.

Visto che siete in vena di concessioni, perdonatemi anche una piccola licenza tassonomica: ora la specie ha cambiato nome, ma a me piace chiamarla ancora “Laelia”
Laelia superbiens ‘Lydia’ BM/AIO
Descrizione della specie
Come ho già scritto poco sopra, questa specie, registrata inizialmente con il nome di Laelia superbiens da Lindley nel 1840, è ora inclusa nel genere Schomburgkia.

Schomburgkia superbiens (Lindl.) Rolfe 1917.
Sinonimi: Bletia superbiens (Lindl.) Rchb. f. 1862 – Cattleya superbiens (Lindl.) Beer 1854 – Laelia superbiens Lindl. 1840
Il suo nome di genere è stato dato in onore di Richard Schomburgk, botanico tedesco, cercatore di orchidee ed esploratore della Guiana Britannica.
In Guatemala è anche conosciuta con il nome popolare di: La Vera De Senor San Jose (Il bastone di San Giuseppe), probabilmente per il lungo stelo fiorale, solido e curvo all’apice.
Schomburgkia superbiens vive nelle ampie foreste umide e piovose del Messico, Guatemala, Honduras e Nicaragua. E’ una specie epifita/litofita e vive sui rami degli alberi oppure aggrappata su pareti rocciose a 800/2000 metri sul livello del mare.
Schomburgkia superbiens è un’orchidea di grandi dimensioni a sviluppo simpodiale. Lungo un solido rizoma si formano grossi gruppi di pseudobulbi oblunghi fusiformi, un po’ appiattiti, con una o due foglie lanceolate ed un esteso apparato radicale carico di lunghe e grosse radici.
All’apice degli pseudobulbi crescono gli steli fiorali (lunghi 100 – 130 centimetri) ai cui apici si formano molti boccioli avvolti da brattee acuminate, che aprendosi mostrano grandi fiori color rosa oppure bianchi nella forma alba. I fiori appaiono a Gennaio-Febbraio e sono profumati.

Laelia superbiens in sito
Questa foto è assai esemplificativa a riguardo della strutturazione morfologica della specie in rapporto alle condizioni ambientali in cui vive.
In coltivazione, nelle nostre regioni temperate, le condizioni climatiche sono diverse da quelle di endemicità e quindi torna utile confrontare le varianti delle caratteristiche vegetative della stessa specie. Vediamone alcune.

Laelia superbiens in coltivazione
Come si può notare nella foto a sinistra, gli pseudobulbi sono più allungati e le foglie sono più grandi e più scure rispetto a quelle della specie in sito. Quali elementi possono aver agito sulla pianta, per differenziare a tal punto la sua morfologia?

Condizioni di coltivazione nella mia collezione.
Fedele al principio della coltivazione empirica, in questo caso oserei dire – costretto dall’esiguità degli spazi – ad una coltivazione di fortuna; come si può notare nella foto, la pianta è da anni ancorata ad una colonna portante della serra nella parte più alta possibile, verso il cielo ed a radici nude.
Purtroppo le dimensioni di questa specie non lasciano scampo al collezionista perennemente in conflitto con gli spazi di coltivazione.
La sistemazione appena descritta, costringe la pianta a sviluppare a dismisura le sue radici. L’apparato radicale, non trovando alcun appiglio prossimo, si allunga (radici lunghe 70 – 80 centimetri) alla ricerca di ancoraggi.
L’allungamento degli pseudobulbi, penso sia causato da una somma di fattori ambientali:
– parametro “luce (quantità nel tempo) + alimentazione”, sicuramente diverso da quello rilevabile in sito.
– esteso apparato radicale, sicuro avamposto di alimentazione e di assorbimento d’acqua.
Queste diversità ambientali rendono meno decisiva la funzione di riserva degli pseudobulbi, che pertanto si ingrossano e si brachizzano di meno rispetto a quelli della sorella in sito.

Pleurothallis gargantua ‘Guido’ MO-MA/AIO “Best in show” a Pordenoneorchidea 2013

Forse non tutti gli appassionati delle orchidee conoscono o danno importanza al nome e a tutto quello che si scrive sull’etichetta che identifica un’orchidea.

I dati identificativi sono molto importanti e lo sono ancor di più quelli che seguono il nome.
La foto in copertina rappresenta una specie botanica proveniente dalla collezione “Alberto Ghedin”, esposta a “Pordenoneorchidea” e premiata dai giudici internazionali AIO. La pianta ha ottenuto significativi riconoscimenti: Medaglia d’Oro con relativo riconoscimento “Best in show” e Medaglia d’Argento per la coltivazione. In questi casi, al cultivar premiato, si usa assegnare un nome (su indicazione del proprietario) che lo identificherà da tutte le altre piante di quella specie. Questo vale anche per gli ibridi artificiali.

Un grazie particolare all’amico Alberto, che ha voluto battezzare questo splendido cultivar con l’epiteto del mio nome proprio.

… e la barca va, Pordenoneorchidea, grande successo!

Tutto oltre le aspettative!! Nonostante il periodo invernale, dalle collezioni degli amici di Orchids Club Italia, sono uscite oltre 300 piante per l’esposizione!!

Ho girato un video e tante foto, ma non riesco a tirarle fuori dal nuovo smartphone, in attesa di riuscire nell’impresa, ho “rubato” la foto postata da Alberto, su facebook gruppo orchidee.

Grande interesse per il lavoro del nostro Club, fioccano le adesioni ed anche le nuove iscrizioni all’ Associazione Italiana di Orchidologia.

Sono molto felice per le numerose visite dei vecchi e dei nuovi “aficionados” del Club… gran senso di leggerezza, la barca va più veloce di prima! 😉