Archivio mensile:Marzo 2019

Ed ora: grazie a tutti!

Innanzi tutto grazie a Pordenone Fiere, a partire dall’ultimo umile installatore fino a giungere a Ilenia, Francesco, Simona e al Presidente Renato Pujatti, per la reiterata fiducia ripostami nella realizzazione del progetto “PordenoneOrchidea”.

Grande è stato il successo dell’evento e complessivamente della fiera primaverile Orto Giardino, tale da indurci e pensare sin da subito alla prossima edizione.

Grazie all’Associazione Italiana di Orchidologia, per aver presenziato da protagonista alla gestione dell’evento.

Grazie alle Associazioni ( Gruppo Giardino Jacquard – ATAO – ATO – AERADO – AMAO – ALAO – Dendrobium & Fuukiran Association e Orchids Club Italia), presenti con piante di loro associati.

Grazie ai collezionisti, amatoriali e coltivatori professionisti, che a titolo personale hanno portato in mostra le loro piante.

Grazie a persone speciali che hanno dato l’anima, contribuendo con il loro impegno, a rendere splendida questa 20a edizione di PordenoneOrchidea.

Grazie a Franca Burini, dolce e delicata orchidofila marchigiana, per aver “dipinto” e messo in scena per il pubblico, in esclusiva internazionale, quell’evanescente atmosfera di un Giappone che forse non c’è più.

Grazie alle orchidee, sempre protagoniste indiscusse, lì a ricordarci che non dobbiamo mai essere noi a metterci in mostra.

Infine un grazie infinito ad una persona che mi sta sempre accanto da una vita, per la simbiosi che riesce a trasmettermi sempre con grande discrezione; è un po’ merito suo se ora sto raccontando di orchidee.

Arrivederci a tutti!

Lycaste Fire Bird

Aspettando PordenoneOrchidea 2020: ricordi.

Consentitemi di parafrasare Dante nel V canto dell’Inferno della Divina Commedia “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse”, per introdurre questo mio primo racconto pordenonese.

L’orchidea galeotta (vedi foto) è lo splendido esemplare di Lycaste Fire Bird (incrocio fra Lyc. Island of Vulcorn x Lyc. Macama) registrato da Takaki O.N. nel 1995, che ha ottento tre medaglie in mostra a PordenoneOrchidea, ivi compresa la Best in Show.

Lycaste Fire Bird ‘Nuova Vita’

Ma, perché allora, orchidea galeotta, sì, galeotta per il semplice motivo che si è voluta presentare in splendida fioritura proprio in occasione dell’evento più atteso della primavera orchidofila nazionale. Chissà, forse per esorcizzare la mia decisione di chiudere con la coltivazione di orchidee. Forse una dichiarazione d’amore al suo coltivatore. Come è prassi fare, in fase di assegnazione dei premi, i giudici mi hanno chiesto di assegnare un nome di cultivar alla pianta, l’ho voluta nominare ‘NUOVA VITA’, quasi a voler testimoniare la volontà di respirare aria nuova.

Altro esempio di orchidea galeotta. L’angoscia di ogni coltivatore è quella di poter portare in esposizione le sue orchidee in piena fioritura, evento che spesso non è coincidente con i tempi delle mostre. Spero che i giudici AIO mi perdoneranno se mi arrogo l’arbitrio di istituire un premio postumo, una Best in Show in itinere, per quella pianta che… se fosse stata completamente fiorita nel momento del giudizio avrebbe sicuramente ottenuto una premiazione. E’ il caso di una pianta posta in mostra non del tutto fiorita, miracolo, i suoi fiori si sono aperti durante i giorni della mostra: eccola nel video che ho girato l’ultimo giorno a Pordenone: Dendrobium chrysotoxum portato in mostra da Marco Motta di Milano.