Archivio mensile:Agosto 2020

Epidendrum capricornu

Epidendrum capricornu – collezione rio Parnasso – fioritura 10.08.2020.

Epidendrum capricornu Kraenzl., 1916. È un’orchidea epifita di piccole dimensioni che cresce alle alte quote, in climi freddi. Presenta uno stelo eretto, semplice, a forma di canna, avvolto nel terzo inferiore da guaine tubolari scabre e portante nei due terzi superiori foglie distiche, a margini interi, di forma oblungo-ellittica, ad apice acuto e di consistenza erbacea. La fioritura può avvenire in qualsiasi periodo dell’anno, mediante un’infiorescenza apicale, , racemosa ramificata, sottile, lassa, con pochi rami fioriti alla volta, recante in tutto fino a 70 fiori. Questi sono grandi fino a 3 centimetri, non sono profumati e presentano petali e sepali lanceolati, e un caratteristico labello imbutiforme, con 4 lobi.

Epidendrum capricornu – collezione rio Parnasso – fioritura 10.08.2020.

La specie è endemica nelle montagne andine dell’ Ecuador e del Perù dove cresce epifita da 1700 a 2700 metri sul livello del mare. Questa pianta necessita esposizione a mezz’ombra, gradisce poca acqua e temperature fresche, soprattutto nel periodo di riposo. DESCRIZIONE: Epifita di piccola dimensione con fusti semplici, canne, tereti verso la base, compressi lateralmente verso l’apice, eretti, diritti, avvolti da guaine tubolari, non fogliamecee. Fusto, distico, da eretto a sub diffuso, di dimensioni disuguali, con molte infiorescenze paniculate con fiori non profumati, resupinati che si aprono simultaneamente, in qualsiasi periodo dell’anno. ETIMOLOGIA: Il nome di specie (capricornu) fa riferimento alle propaggini del labello a forma di corna caprine.

Epidendrum capricornu – collezione rio Parnasso – fioritura 10.08.2020.

Restrepia sanguinea

Restrepia sanguinea Rolfe 1896. Nome comune: Restrepia rosso sangue
Dimensione fiore 3 cm.
Un’epifita miniatura, da clima fresco. è endemica in Antioquia e Cundinamarca – Colombia – nelle foreste pluviali ad altitudini comprese tra 1500 e 2800 metri con ramicauls erette avvolte basalmente da diverse guaine che mostrano una singola foglia apicale, eretta, coriacea, soffusa di viola. Fiorisce in estate su un’infiorescenza terminale, monofiore in successione e sorge sul lato posteriore della foglia.

Sinonimi: Pleurothallis antioquiensis (Schltr.) P.H.Allen 1948; Restrepia antioquiensis Schltr. 1920

Tutti gli chef sono in tv… E noi andiamo in trattoria

Ho appena finito di leggere questo libro piacevole, omaggio con dedica di Andrea Procida che eleva a valore la genuinità della cucina tradizionale veneta, ancora possibile nelle vecchie trattorie. Significativa la metafora critica: tutti gli shef sono in Tv… come a voler significare che i veri luoghi della cultura culinaria sono altri, non la Tv. L’articolo che segue, lo dedico alla memoria di Donna Malvina e Giorgio Procida, agli eredi Andrea e Oriana, alla pattuglia emergente dei loro figli Martina, Giorgia e Marco, testimoni (IV generazione) della mitica e storica Trattoria da Procida adagiata nella amena campagna della Marca trevigiana a Spercenigo.

Trattoria da Procida anni 2000

Partendo dalla foto sopra, dove si vede la Trattoria da Procida com’è oggi, cerchiamo di fare un viaggio a ritroso nel tempo con link di eventi vissuti, che vadano oltre il cibo. Le pareti della trattoria, piene zeppe di quadri di buona fattura se potessero parlare ne avrebbero cose da raccontare. Via, via nel tempo attorno a quei tavoli si sono seduti per cenare e non solo, personaggi rappresentativi della vita sociale: dalla politica, alla cucina allo sport, al cinema, alla cultura, alla pittura ed anche all’imprenditoria locale. Tra un bicchiere di buon vino e una abbondante porzione di ravioli fatti in casa, sono nati e son finiti grandi amori e si son prese decisioni che poi hanno segnato l’Italia futura. Per non dimenticare nessuno non citerò nomi seppur famosi, concedetimi soltanto ricordare il mio amico Tino Savio, cuoco superlativo nella sua bravura creativa e nella sua umiltà. Tino, quando voleva trovare pace e conforto per mitigare la sua salute cagionevole, si rifugiava in quella che da tempo aveva elevato a simbolo di tranquillità, da Procida. Tino ci manca da qualche anno.

Da sinistra: Donna Malvina, Tino Savio, Guido De Vidi.
Trattoria da Procida in un dipinto di inizio secolo scorso
Trattoria da Procida, dipinto anni 50 del secolo scorso.
Trattoria da Procida con sistemazione distanziata dei tavoli nel rispetto delle norme anti virus.

Ecco qualche link ad articoli di qualche anno fa, scelti dal mio blog. Gli articoli sono in certo qual modo testimonianza che l’arte del buon mangiare, da Procida, si coniuga anche con eventi culturali, anticipando spesso i tempi, che poi diventano tendenza:

Tino Savio

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Racconti.

Quando la mente sta a metà fra nostalgia e intimo sentimento di vita vissuta.L’anima naviga libera nel tempo e nello spazio. Di tanto in tanto si ferma a godere attimi, spezzoni di vita.Ora il mio pensiero abbraccia un grande amico cuoco che non c’è più ormai da cinque anni: Tino Savio da Vicenza.Tino Savio, collega di lavoro (entrambi ci guadagnavamo da vivere nell’allora SIP), LUI, con la grande passione per la cucina. Cuoco amatoriale di classe superiore. LUI, umile e semplice, rappresentava l’Italia nei grandi concorsi internazionali di gastronomia e vinceva sempre: campione del mondo!Quanti ricordi, Tino! Fra tutti mi piace rispolverare quel famoso 29 Novembre del 1982 alla frontiera con l’allora Jugoslavia, quando stupisti i poliziotti slavi intenti ad ispezionare il tuo furgone carico di cibi e vettovaglie: “lei commercia?” – chiesero i poliziotti di Tito – e tu candidamente risposi – “no è tutto per me!” – stante la tua possente mole, non ebbero motivo di dubitare e ti lasciarono passare… con tutto l’occorrente per la grande festa di Lussino.Quella volta, gli inflessibili poliziotti di Tito, bloccarono perfino un innocente regalo (un libro di Tommaso d’Aquino), per un amico Professore di la dal confine: era scritto in latino e per evitare “incidenti diplomatici” ci rimise anche la cultura.Quello rimarrà il pranzo luculliano più sontuoso del mondo: inizio alle ore 11 di mattina, tu che passeggiavi con fare calmo e le mani nelle tasche della tua salopette per scaldare le uova (troppo fredde da frigo) con le quali dovevi preparare la maionese, e poi, vviiaa! Spaghettate in tutte le varianti possibili, pesce di varia specie appena pescato fra gli scogli dell’isola, vini italiani e croati, slivovitz, in un crescente memorabile, per finire verso l’una di notte… esausti, ma tu no. Eri già pronto per il secondo tempo, da vivere il giorno dopo.Leggi questo articolo:https://www.orchids.it/2015/08/13/ciao-tino-con-te-se-ne-va-anche-un-po-della-mia-vita/