Coelogyne cristata, glandulosa o ibridi?

A volte il dubbio che le eticchette delle orchidee nella collezione siano di incerta provenienza, consiglia di approfondire la storia tassonomica che le accompagna. Ed è così che a volte capita di ammirare una orchidea in fiore e scoprire che forse il nome riportato sul cartellino non è corretto. Un esempio della incertezza tassonomica di cui sopra lo si può toccare con mano davanti a un bel cestino fiorito, etichettato come Coelogyne glandulosa. Questa specie fu descritta da Lindley nel 1854 in Folia Orchidacea. Coelogyne  5: 6 1854, sulla base della Coelogyne nervosa Wight che Lindley considerò come tipo di Coel. glandulosa. Ecco la descrizione originale:

Pianta in esame etichettata come Coelogine glandulosa

Descrizione di Coelogyne glandulosa in Folia Orchidacea. Coelogyne  5: 6 1854
quindi il labello ha: ” tre linee crestate, bordate da piccoli dentini ghiandolosi”

Iniziando la ricerca si sceglie di partire dall’analisi di quella che si presume possa essere la vera Coelogyne glandulosad osservando il disegno tratto dal libro Les Coelogynes di  E & J-C George

La sommaria comparazione con le foto della pianta in analisi, evidenzia una sostanziale differenza con quella del disegno, soprattutto nella morfologia del labello. Nella descrizione di Lindley il labello è ovato-lanceolato, con lobo mediano linguiforme, mentre nella Coelogyne in analisi l’estremità del labello è tronco, esattamente come quello di uno dei suoi genitori la Coel. cristata. Probabilmente siamo in presenza di un ibrido e l’analisi può considerare anche Coelogyne Intermedia.

Coelogyne Intermedia è un altro esempio gravido di polemiche e confusione tassonomica. Dudley Clayton nel suo libro, The Genus Coelogyne, affermano che potrebbe rivelarsi una variazione di Coelogyne cristata. Ma ammette che potrebbe essere un ibrido naturale. Coelogyne Intermedia è stata ufficialmente registrata nel 1913 da James Cypher & Sons in Inghilterra con genitori – Coelogyne cristata x Coelogyne massengeana – (quest’ultima ora ribattezzata Coelogyne tomentosa). Però va sottolineato che nel mondo dell’orchidologia si spezzano varie lance in favore del fatto che si tratti di un ibrido e che il genitore pollinico sia in realtà Coelogyne flaccida. Questa ipotesi comporterebbe una affinità con l’ibrido Coelogyne Unchained Melodyl (che si trova anche come ibrido naturale). E’ risaputo che nel mondo delle orchidee, le ibridazioni delle Coelogynae hanno la reputazione di essere difficili da otteneree da allevare (anche se in natura ci sono esempi di ibridi). Con il livello di dubbi sull’identità di cui sopra, è facile immaginare la confusione quando qualcuno usa Coelogyne Intermedia come genitore ibrido. A volte è venduto come: Coelogyne Unchained Melody e Coelogyne lactea.

Coelogyne Intermedia – foto tratta dal web – collezione Gianni Faccioli

Ibridi: registrati 1. Coelogyne Cosmo-Crista (1996) – Coelogyne Intermedia x Coelogyne cristata. 2. Coelogyne Memoria Okami (2001) – Coelogyne Shinjuku x Coelogyne Intermedia. 3. Coelogyne Memoria Sadako (2001) – utilizzando Coelogyne speciosa x Coelogyne Intermedia

Le comparazioni sollecitano la nostra attenzione su Coelogyne Unchained Melody (C cristata x C flaccida). E’ un ibrido primario resistente, regolare, facilmente coltivabile piacevolmente bello. Fiorisce per almeno un mese producendo fiori bianchi profumati che, combinati con la loro robustezza, garantiscono un posto in ogni collezione. È un ibrido primario presente in natura, creato artificialmete da sconosciuto nel 1995 e registrato da David Banks (un coltivatore australiano) che lo ha prodotto in coltivazione orticola. Genitori sia famosi che belli hanno contribuito in modo sostanziale a questa splendida prole. I fiori sono un po’ più piccoli di Coelogyne cristata e forse non molto più grandi di Coelogyne flaccida ma hanno quella predominanza bianca incontaminata e il giallo oro ancora più generoso. Sorprendentemente, le punte dei fiori non sono pendenti come quelle dei loroi genitori.

Coelogyne Unchained Melody ‘Mossiae’ foto tratta dal web.
Coelogyne in analisi – collezione rio Parnasso.

Varietà : Coelogyne Unchained Melody ‘Mossiae’ – ha il labello di un colore limone molto pallido invece del ricco giallo/oro estremamente bello. È stato erroneamente venduto per molti anni come Coelogyne mossiae.

Labello della pianta in esame eticchettata come Coelogyne glandulosa

Conclusione: Esseno in circolazione ibridi primari ben riusciti, è possibile che, vista la rarità in sito della Coelogyne glandulosa, della C.mossiae, e di altre simili, sia plausibile la presenza nei mercati di Coelogyne Unchained Melody ‘Mossiae’ vendute come le specie assai più rare menzionate sopra, ma per andare oltre ogni ragionevole dubbio bisognerebbe fecondare i fiori della pianta in esame per self e attendere le fioriture dei figli: se non saranno tutti di eguale mofologia e colore, sarà la prova che è un ibrido. Per ora rimaniamo con il dubbio, chi vivrà vedrà.

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