Archivi autore: Guido

Le orchidee Padovane di Febbraio 2006.

Orchids Club sarà presente all’esposizione Europea delle orchidee di Padova

Il nostro Club è nuovo nel panorama orchidofilo internazionale, non prevede tessere d’appartenenza ed è senza confini.

Proprio per queste sue peculiarità, Orchids Club è il nuovo approdo per chi intende vivere l’affascinante passione delle orchidee.
L’informazione e l’organizzazione delle iniziative del nostro Club, navigano sostanzialmente sulle onde del grande mare web.
Questo blog ad esempio, insieme alla veloce via informativa delle e-mail, è la pagina pubblica dove viaggia il dialogo e la divulgazione delle nostre attività.

Tutto facile dunque?
Certamente no, ma nel nostro caso l’idea vincente è stata ed è quella di saper e voler coniugare la dimensione internet con la vecchia e buon’abitudine di stare realmente insieme.
Ormai da oltre un anno Orchids Club organizza incontri ed esposizioni di orchidee a cadenza mensile, ultimo, sabato scorso con la giornata dell’orto, dove alla fine ci siamo dati il prossimo appuntamento : tutti all’EOC di Padova.

Eccoci quindi all’esposizione del 17 – 18 -19 Febbraio 2006
L’European Orchid Congress and Show di Padova, mette insieme dilettanti e professionisti in un grande zibaldone espositivo, che per certi aspetti può disorientare l’ignaro visitatore.
Ci saranno Associazioni con le orchidee dei loro associati e ci saranno gli spazi espositivi (obbligati) dei venditori. Ci saranno espositori per così dire collaterali (oggettistica varia ecc.) e ci saranno, con qualche assenza significativa, le grandi firme dell’orchidologia internazionale.

In questo vortice del mondo orchidofilo ci saremo anche noi con il nostro spazio.

Noi abbiamo un sogno però, semplice e bello: mettere a disposizione il nostro spazio espositivo, anche alle orchidee dei collezionisti solitari Italiani, per farlo diventare un luogo d’incontro e di aggregazione.

A quanto si può vedere, dopo Padova, l’associazionismo Italiano avrà bisogno di qualche novità.

A partire da questo post, seguiremo e daremo risposte in tempo reale sull’esposizione Padovana.

Fuori fa un freddo boia

Sta arrivando il vento freddo dalla Russia…questo, Putin ce lo manda gratis. Fuori è freddo, freddissimo!

I bruciatori delle serre pompano a mille ed il gasolio sta per finire…questi sono momenti nei quali mi piacerebbe tanto essere un professore, un tassonomista, un botanico, un conferenziere, un giudice, insomma, uno che parla delle orchidee altrui.

Purtroppo mi trovo a dover parlare con le orchidee della mia collezione, che stanno battendo i denti e non so più cosa raccontar loro.

Il sabato dell’orto: una bella giornata di cultura, amicizia ed allegria.

Nella foto di copertina una multitudine di Phalaenopsis nelle serre dei fratelli Menin: due amici di Orchids Club guardano con ammirazione

La giornata, interessante e coinvolgente è scivolata via velocemente. Per i più lontani l’avventura è cominciata ancora con il buio e, complice l’indesiderata nebbia si è verificato qualche ritardo: ad ogni modo, il gruppo del Club si è compattato in sintonia con i programmi.
La neve caduta i giorni precedenti ed i deboli raggi di sole, che filtravano a fatica tra la nebbia Patavina, rendevano ancor più incantati gli aerali esterni dell’Orto.
A camminare infreddoliti, lungo i viali dell’ di Padova eravamo quasi una cinquantina di visitatori del gruppo “Orchids Club”.
L’interesse di noi orchidofili era rivolto soprattutto alla serra delle orchidee, ma la bravura di Roberto (curatore delle serre e per l’occasione, nostra guida) ha catturato la generale attenzione e ci ha accompagnato in un viaggio affascinante, carico di cultura, storia e magica atmosfera tra le piante dormienti dell’Orto.
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Notizie flash

Il numero 17 porta fortuna
Le rilevazioni statistiche su questo blog “Google Analytics”, iniziano il 17 Novembre 2005 ecco alcuni dati dopo due mesi esatti:

> Visite 9.359
> Pagine viste 31.688
> Paesi totali 63
> Paesi con più di un ritorno 45
> Top ten : Italia – Germania – Slovenia – Svezia – USA – Francia – Brasile – Svizzera – Argentina – Gran Bretagna.
> Top pagine medie x visita: 28 – Polonia.
> La visita più sorprendente: Nepal – Kathmandu.

Paphiopedilum venustum

Spero che questa pianta rimanga in fiore fino alla fine di febbraio per portarla in esposizione all’EOC di Padova, dove vorrei proporre di considerarla ex novo “var. flavescens”.

Paphiopedilum venustum – foto 16.01.06
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati

Pahiopedilum venustum (Wallich ex Sims) Pfitzer
P. venustum è stato scoperto dal dott. Wallich a Sylhet (Bangladesh) agli inizi del 1800.
Etimologia del nome di specie: deriva da Venere, la dea romana dell’amore e della bellezza, così chiamato per la bellezza del fiore.
Descritto da: Wallich ex Sims in Curtis’s Botanical Magazine, 47, t. 2129 (1820)
Trasferito da: Pfitzer in Pringsheim, Jahrbcher fur wissenschaftliche Botanik, 19:163 (1888)
Varietà e Forme:
Paphiopedilum venustum fma. measuresianum (hort. ex M.T. Masters in Gardener’s Chronicle, 3rd series, 14: 756 (1893)) Braem in Orchidees. Culture et Protection 36: 35 (1998) – albino form
Paphiopedilum venustum fma. pardinum (Reichenbach fil. in Gardener’s Chronicle, 1st series, 29: 554 (1869)) Braem in Braem et al., The Genus Paphiopedilum, 2: 274 (1999) – forma di colore.

Nella rivista “The Orchid Review” Vol. 2 a Pag. 134 si legge: …”In 1820 several very interesting novelties were recorded. Cypripedium venustum, the first tropical species, was figured at t. 2129 of the Botanical Magazine, with the information that it flowered in November with Messrs. Whitley, Brames, and Milne, who had received it from the Calcutta Botanic Garden, whence it was brought by Captain Craigier.”…
Questa specie è stata una delle prime ad essere ibridata: Paphiopedilum x Crossianum (P. venustum x P. insigne) ottenuto da Cross, nel 1871.
Paphiopedilum venustum ha le foglie argentate con tonalità grigio-verde di base e macchie verde scuro sulla pagina superiore, che ritroviamo color porpora in quella inferiore.
La struttura vegetativa è molto robusta e compatta, gli steli fiorali alti 15-20 cm. portano uno o più raramente due fiori che raggiungono 9-10 cm di diametro.
Il sepalo dorsale è bianco con evidenti striature verdi, mentre il labello presenta marcate venature color verde scuro. I petali sono di colore verde alla base, poi assumono tonalità terra di Siena chiara che diventa arancio e rosso scuro all’apice: sui petali ci sono anche delle macchie scure, che insieme alla tonalità di base caratterizzano la zona geografica di provenienza e la varietà.
Questa specie è diffusa in un’area geografica molto vasta: Bangladesh, Assam, Nepal.
Nel suo habitat, Paphiopedilum venustum regola il suo ciclo vegetativo in funzione dei monsoni: caldo e umido estivo (18-32 gradi centigradi) e freddo secco in autunno–inverno (5-20 gradi centigradi).
All’inizio del monsone secco la pianta accenna ad un leggero riposo e poi inizia la lenta e progressiva formazione degli steli fiorali che maturano verso la fine di gennaio. In natura questa specie vive ai piedi degli alberi in terreni molto umidi e ricchi di humus, habitat tipico delle foreste fitte, preferendo di norma i pendii scoscesi delle rive dei fiumi.
Il composto di coltivazione deve essere vaporoso e drenante, con una discreta presenza di calcio.