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Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Grosourdya appendiculata

Questa deliziosa miniatura inizialmente descritta con il nome di genere (Pteroceras Hasselt ex Hasskarl Flora 25 (2): 6 (1842) è già stata presentata e descritta in questo post.

L’ultima generosa fioritura non poteva passare inosservata e quindi la ripropongo accompagnata da qualche ulteriore informazione.

Collezione Guido De Vidi – foto 14.10.06 – diritti riservati

Grosourdya appendiculata (Blume) Rch.f.
Pubblicato su: Xenia Orchid. 2: 123 (1868).

Distribuzione: Isole Andaman, Birmania, Tailandia, Vietnam, Penisola Malese, Java, Sumatra e Filippine

Sinonimi: Aerides pusillum; Ascochilus hirtulus; Dendrocolla appendiculata; Dendrocolla pusilla; Pteroceras appendiculatum; Sarcanthus hirtus; Sarcochilus hirtulus; Sarcochilus appendiculatus; Sarcochilus hirtus; Sarcochilus pusillus; Stereochilus hirtus; Thrixspermum appendiculatum; Thrixspermum hirtulum.

Specie epifita a sviluppo monopodiale, di piccole dimensioni, con 5 – 8 foglie pendule e sovvrapposte a scendere, le une contro le altre.
Le foglie, lunghe da 6 – 14 cm e larghe 1,5 – 2 cm, sono lanceolate, carnose e bilobate agli apici.
Gli steli fiorali lunghi 3 – 4 cm, si formano alla base del fusto vegetativo e formano più fiori di 8 – 15 mm, con maculature marrone chiaro.
I fiori durano solamente una giornata.

Blc. Port of Paradise “Emerald Isle” FCC/ AOS

Dopo qualche giorno di problemi, dovuti alla sostituzione del computer, con tutte le implicazioni conseguenti (travasi di dati, foto…. e qualche virus incallito da debellare), si riparte più veloci e pimpanti di prima.
Quale modo migliore per collaudare il nuovo “macinino”, se non con questi fiori affascinanti?

Blc. Ports of Paradise “Emerald Isle” FCC/AOS…e tu chiamali ibridacci!

Collezione Guido De Vidi – foto 14.10.06 – diritti riservati

Questo bellissimo ibrido dai grandi fiori verdi è stato esibito per la prima volta nel 1970.

Blc. Fortune
Questa Blc. che insieme alla B. digbyana ha generato l’incrocio in esame, discende a sua volta da 4 specie di Cattleya: (C. bicolor, C. dowiana, C. eldorado e C. warszewiczii) e da 2 specie di Laelia (L. tenebrosa e L. xanthina).

L’incrocio Blc Fortune x B. digbyana (a seguito delle ultime variazioni tassonomiche, correttamente scritto Ryncolaelia digbyana) è stato registrato da Fred Stewart nel 1970 ed in quell’anno la pianta riceve un HCC/AOS.
Sette anni più tardi, un esemplare di Blc. Ports of Paradise, con tre grandi fiori è premiato con AM/AOS e l’anno successivo, finalmente riceve il tanto meritato FCC/AOS (da allora, molti altri premi sono conquistati da questo riuscitissimo incrocio).

Fragranza, forma e colore
La fragranza ed il grande labello fimbriato, sono caratteristiche ereditate dalla B. digbyana, che, insieme alla lunghezza eccezionale dell’ovario (caratteristica frequente anche in altri incroci con la B. digbyana), rendono i fiori della Blc Port of Paradise, molto ricercati per le composizioni floreali.

Caratteristiche morfologiche della pianta
In condizioni di buona coltivazione gli pseudobulbi unifogliati (foglie lunghe 30 centimetri), possono raggiungere i 30 – 40 centimetri di altezza.

Qualche nota di coltivazione
Questo incrocio è di facile coltivazione e si sviluppa bene in serra intermedia con buona luce.
Il periodo di sviluppo della pianta inizia in Maggio e culmina in autunno con l’apertura dei grandi fiori verdi e fragranti.
Subito dopo la fioritura la pianta va in leggero riposo, che dura tutto l’inverno, durante il quale è opportuno rallentare le bagnature e porre attenzione a non rendere il substrato eccessivamente umido.
Le dimensioni della pianta rendono problematica la coltivazione su zattera, nulla vieta la sperimentazione, anche perchè tendenzialmente, le piante su zattera rimangono più compatte.

Nota:

Le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla letteratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

Notylia replicata

I fiori minuscoli di un’orchidea inusuale

Collezione Guido De Vidi – Foto 02.07.04 – diritti riservati
Notylia replicata Rchb. f. 1878
Sinonimi: Notylia Ecuadorensis Schltr. 1917; Notylia Rimbachii Schltr. 1921

Luoghi d’origine: Ecuador e Perù.

Questa miniatura vive nelle foreste umide e montagnose, tra i 100 – 1500 metri d’altitudine.
La Notylia replicata è un’orchidea epifita ed appartiene al genere Notylia, composto di oltre 10 specie epifite.
Questa specie produce radici lunghe e sottilissime e per questo motivo si consiglia di coltivarla su zattera. Gli pseudobulbi sono piccoli, cilindrici, unifogliati ed avvolti da brattee, dalle quali esce un lungo stelo fiorale ricadente, con centinaia di piccolissimi fiori color bianco crema.
La Notylia replicata, fiorisce in tarda primavera, inizio estate.
La particolarità di quesa orchidea è la sua possibilità di riformare un nuovo stelo fiorale (circa a metà di quello principale sfiorito), dopo un mese dalla caduta dei fiori.
Questa specie è chiamata appunto replicata, per questa sua peculiarità.
Nota: in occasione di una mostra orchidofila organizzata dall’ATAO nel 1998 a Villa Albrizzi – Franchetti (TV), un esemplare della mia collezione fu presentato in concorso con il nome sbagliato: Notylia replicans.
In quell’occasione la pianta fu premiata dai giudici con una medaglia d’oro AIO: sarebbe opportuno correggere il registro dei giudizi Internazionali, con ‘replicata’. Chi può, corregga.

Masdevallia: misteriose ed affascinanti

Il Genere Masdevallia, non finisce mai di stupire: ecco due esempi.

Il genere è stato creato da Ruiz & Pavon nel 1794 e la specie tipo è Masdevallia uniflora Ruiz & Pavon 1798.
Il nome del genere deriva dal botanico spagnolo, il Dr. Jose Masdeval cui è stato dedicato.

Due specie facilmente confondibili
Masdevallia echo e Masdevallia infracta
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati
Masdevallia echo Luer 1987
Specie epifita Peruviana, vive ad altezze variabili tra i 2000 – 2700 metri, così chiamata con riferimento alla crisalide “Echo” della mitologia Greca “…Zeus era fratello e marito di Hera. Zeus era anche famoso per le sue avventure extramartimoniali con le varie divinità immortali Demetra, Latona, Dione e Maia e con le donne mortali Semele, Io, Europa e Leda . Hera, la moglie di Zeus non era a conoscenza della situazione perchè costantemente distratta dalla crisalide Echo, ma quando scoprì l’inganno la maledì tremendamente….”
Gli steli fiorali spuntano alla base delle foglie foderate, ellittiche oblunghe, e al loro apice producono 4 – 5 fiori color oro anticato, che spuntano in progressione nell’arco di un mese.
Questa specie può essere confusa con la Masdevallia infracta, entrambe fioriscono a tarda estate.

Collezione Guido De Vidi – diritti riservati
Masdevallia Infracta Lindley 1830
Questa specie è stata scoperta nel 1809, da Descourtilz nelle zone montagnose vicino a Rio de Janeiro ed è stata descritta per la prima volta da Lindley nel 1830. E’ una specie di facile coltura ed il nome trae origine dalle relative imperfezioni dei fiori, molto variabili nella forma e nel colore, che può essere porpora, bianco ocra, oppure giallo dorato. Gli steli fiorali spuntano aalla base delle foglie e producono in sequenza, fino a 5 fiori: per questo motivo è consigliabile non recidere gli steli finché non sono secchi. Questa Masdevallia ama ambienti freschi, ombreggiati e ventilati: non lasciare mai all’asciutto il substrato di coltura.
Ciò che rende meno ostica la coltivazione di questa Masdevallia è la sua capacità d’adattamento a temperature relativamente calde: può tollerare anche 22-24 gradi centigradi.

Orchidee d’ottobre

Due passi fra le orchidee…in questo strano ottobre, caldo e soleggiato

Di solito, con i primi giorni d’Ottobre, nella mia dolce Marca Trevigiana, arrivano le prime frescure e tutte le orchidee bivaccate all’esterno cominciano a chiedere ospitalità in serra.
Quest’anno le temperature sono stranamente, quasi estive, a fare la differenza ci sono solamente le giornate più corte e quindi minor insolazione.
Oggi ho iniziato il rito del rientro, riportando in serra le Stanhopee, la Gongora galeata e gli Oncidium, grossi esemplari che segnano il trascorrere degli anni, crescendo ed invecchiando insieme a me.
Ho dato un’occhiata ai Cymbidium per vedere se spunta qualche getto fiorale, sì, qua e la si notano i primi getti, ma devo aspettare notti più fredde prima di riportarli in serra.
Per loro, questo è il periodo buono che induce la formazione dei getti fiorali in quanto ci troviamo alla presenza di un forte sbalzo termico fra il giorno e la notte. I Cymbidium sono originari delle alture del Nepal dove le giornate sono molto luminose e le notti autunnali marcatamente fredde: rimarranno ancora all’aperto fino a Novembre inoltrato, facendo ovviamente attenzione alle prime brinate.
Chi avesse ancora fuori, Phalaenopsis, Vanda e Cattleya, cominci a riorganizzare gli alloggi interni, davanzali, logge, terrari e serre.
Sono ben poche ormai le orchidee che possono rimanere ancora all’aperto nelle nostre zone geografiche.

Nella serra intanto, la grande famiglia delle maliarde si gode un bel momento fatto di temperature ideali, umidità facilmente sotto controllo e meno ore di insolazione, condizioni ottimali per riprendersi dallo stress estivo.

Entriamo in serra per scoprire insieme, qualche fioritura deliziosa:

Arcobaleno

Collezione Guido De Vidi – diritti riservati
Lc. Mari’s Song ‘CTM 217’ HCC/AOS
(Irene Finney x C. Cherry Chip)
Questo ibrido generoso e delizioso è rifiorente (primavera – autunno), i nuovi getti fiorali producono 6 – 7 fiori fragranti e luminosi.

Una rara ed inusuale specie appartenente al genere Epidendrum

Collezione Guido De Vidi – diritti riservati.
Jacquiniella equitantifolia (Ames) Dressler
Origine del nome:
Jacquiniella – forma diminutiva del genere Jacquinia, così chiamata in onore di Nicolaus Joseph Jacquin, botanico Austriaco – Olandese, del diciottesimo secolo.
equitantifolia: struttura sequenziale delle foglie, ai lati del fusto di sviluppo.
Sinonimi:Epidendrum equitantifolium Ames – Epidendrum equitans Lindley.

Le orchidee ballerine
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati
Oncidium Varicosum LDL. Var. rogersii Rchb. F.
Sul finire del diciannovesimo secolo, in alcune zone del Brasile sono state scoperte delle piante di Oncidium varicosum, dal labello più grande di quello delle specie già note e codficate (5 cm): si è deciso di considerarle varietà specifiche e nominare questi garndi fiori: Oncidium varicosum var. rogersii.

Spruzzate color porpora
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati.
Ctna. Brandi ‘OC’
(Ctna Rosy Jewel ‘Ahai Manii’ AM/AOS x Ctna Keith Roth) Questa orchidea fiorisce in tarda estate, inizio autunno; all’apice di uno stelo rigido e lungo 30 centimetri, presenta un delizioso grappolo di 10-12 fiori piccoli e compatti (3-4 centimetri), con petali e sepali color viola intenso e labello più scuro tendente al rosso con striature gialle nella sua gola.
I fiori durano parecchie settimane e non sono dotati di profumazionne.