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Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Vanda coerulea var. rosea

Deliziosi colori rosa pallido di una varietà di Vanda coerulea molto rara

Orchidea monopodiale, epifita, di grandi dimensioni, ama temperature fresche fredde.

Luoghi d’origine India, Birmania e Tailandia ad altitudini di 800 – 1700: vive sui tronchi di quercia delle foreste a foglia caduca.

Collezione Guido De Vidi-foto 09.10.04-tutti i diritti sono riservati.

Vanda coerulea var. rosea Griff. ex Lindl. 1847

Questa specie va tenuta nella parte più fresca della serra intermedia, in tarda estate prepara gli steli fiorali che in autunno mostreranno in profusione grandi fiori color rosa pallido.

Domenica scorsa ho fatto visita all’amico Enzo Cantagalli di Pieris (GO), l’età e le folte colonie di cocciniglia stanno tentando di togliergli il grande giocattolo della sua vita: coltivare orchidee. Forza Enzo!
Questa pagina la dedico a lui, grande collezionista di orchidee, che testimoniando il vero spirito amatoriale, tanti anni fa mi regalò una divisione di questa bellissima varietà di Vanda: nella sua serra non c’è più, ma grazie al suo gesto generoso vive ancora. Grazie Enzo.

Un Angraecum speciale

La fioritura del mio angraecum eichlerianum, Kraenzl 1882.

angraecum eichlerianum
Quando sono entrato per la prima volta nella serra di Guido mi era rimasto impresso questo Angraecum. Da settembre dello scorso anno è nella mia serra, posto nella zona più luminosa e calda, la pianta in anno si è radoppiata ed ha prodotto alla base una nuova piantina. Come già spiegato da Guido in questo post, ha la caratteristica di abbarbicarsi su di un supporto, nel mio caso un pezzo di sughero.

Slc Riffe

Un incrocio spettacolare

Nota: le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla lettratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.


Slc Riffe ‘Red December’ AM/AOS – collezione Guido De Vidi-foto 13.08.06-diritti riservati

Coltivare orchidee è una bellissima passione, ma il coltivatore si trova spesso a dover rispondere al dilemma: solo specie o anche ibridi?
I vecchi coltivatori, un pò per soggezione ed anche per umiltà, iniziavano il loro viaggio nel mondo delle orchidee con qualche ibrido malconcio. Le specie botaniche giungevano dopo il periodo di “apprendistato”, e la collezione prendeva lentamente corpo con gli ibridi che lasciavano umilmente il posto alle nuove arrivate.
Ho l’impressione che i giovani collezionisti di orchidee sono molto più smaliziati dei loro predecessori. I neo collezionisti puntano subito i loro interessi sulle specie più rare e difficili da coltivare, quasi a voler raggiungere velocemente la padronanza delle maliarde.
L’attuale facilità di reperimento ed il costo abbastanza contenuto delle orchidee rare da collezione, producono una strana categoria di nuovi “web esperti neofiti”, prodighi di indicazioni scientifiche e di coltivazione, ancor prima di aver “addomesticato” le loro orchidee, ma questo fa parte del gioco e della moda: molti spariranno, qualcuno imparerà con umiltà e diventerà un bravo collezionista.
Il bravo collezionista di orchidee saprà apprezzarle tutte perchè riuscirà sempre a cogliere il loro fascino: ibridi o specie che siano.
Tanto per fare un esempio, proviamo ad immaginare quanto lavoro e quanta storia porta con se l’orchidea della foto: per realizzare quel fiore ci son voluti più di 100 anni di ricerche e di lavoro dell’uomo.
L’avventura di quel bellissimo fiore rosso, inizia nel 1856…

Slc Riffe = (Lc Mysedo x Slc Anzac. Silva, W. (Riffe, Walton) 1961)
Di questo ibrido conosciamo 2 cloni famosi:

Slc. Riffe ‘Burlingame’ AM/AOS 1976

Slc. Riffe ‘Red December’ AM/AOS (Lc.Mysedo’Miya’ x Slc.Anzac’Orchidhurst’)

Slc. Riffe = (Lc. Mysedo x Slc. Anzac 1961)
Divertiamoci a ricostruire l’albero genealogico di questa orchidea, il gioco ci farà capire quanto sono lunghi i tempi vegetativi di queste piante e strada facendo ci farà conoscere i loro nomi.

Ricostruiamo l’albero genealogico del genitore: Slc. Anzac.
Slc. Anzac 1921 = (Slc. Marathon 1908 x Lc. Dominiana 1908)

…andiamo a trovare i suoi progenitori specie:
Slc. Marathon 1908 = (C. Empress Frederick 1856 x Sl. Psyche 1902)
Lc. Dominiana 1899 = (C. dowiana x L. purpurata). Questo incrocio ha come genitori 2 specie botaniche di generi diversi e pertanto è un ibrido artificiale “intragenerico”.

C. Empress Frederick 1856 = (C. dowiana x C. mossiae). Anche in questo caso l’incrocio deriva da due specie, ma dello stesso genere e quindi l’ibrido è “generico.”
Sl. Psyche 1902 = (L. cinnabarina x Soph. coccinea). Altro incrocio intragenerico: da notare l’utilizzo di una specie del genere Sophronitis,, che sommandosi ai generi Cattleya e Laelia, andrà a creare la Sophrolaeliocattleya in esame.

Come si può notare, dal primo intervento dell’uomo, che ha generato C. Empress Frederick 1856 = (C. dowiana x C. mossiae), alla registrazione di Slc Riffe sono trascorsi 105 anni.

L’albero genealogico dell’altro genitore: Lc. Mysedo 1946.
Lc. Mysedo 1946 = (Lc. Mrs Medo 1922 x Lc. Mysia 1929)

…andando indietro troviamo:
Lc. Mrs Medo 1922 = (Lc. Luminosa 1901 x C. Venus 1908)
Lc. Mysia 1929 = (Lc. Senate 1920 x Lc. Sylph 1915)

…e ancora indietro:
Lc. Luminosa 1901 = (C. dowiana x L. tenebrosa)
C. Venus 1908 = (C. dowiana x C. Iris)
C. Iris 1901 = (C. bicolor x C. dowiana).

…ora seguiamo le origini di Lc. Mysia:
Lc. Senate 1920 = (Lc. Orion 1909 x C. labiata)
Lc. Orion 1909 = (Lc. Haroldiana 1901 x C. dowiana)
Lc. Haroldiana 1901 = (C. Hardyana 1856 x L. tenebrosa)
C. Hardyana 1856 = (C. dowiana x C. warscewiczii).

...e per finire Lc. Sylph:
Lc. Sylph = (Lc. Luminosa 1901 x C. warscewiczii)
Lc. Luminosa 1901 = (C. dowiana x L. tenebrosa).

Il viaggio a ritroso alla ricerca dei progenitori di Slc Riffe è terminato e nel suo DNA abbiamo scoperto le seguenti specie botaniche:
C. dowiana, L. tenebrosa, C. warscewiczii, C. bicolor, C. mossiae, L. cinnabarina, Soph. coccinea, L. purpurata.
Tutto questo lavoro, madre natura non lo può realizzare…in fondo anche l’uomo è un agente impollinatore del quale lei si è dotata, anche se i frutti dell’impollinazione artificiale non sono sempre alla sua altezza.

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BLC Toshie Aoki ‘Robin’

In serra splente il sole

16 Agosto 2006, piena stagione estiva, fuori piove e la temperatura è autunnale. Per cercare un pò di luce mi son fatto un giretto in serra ed ecco cosa ho scovato:

Collezione Guido De Vidi-foto 16.08.06-diritti riservati

• BLC Toshie Aoki – un riuscitissimo incrocio fra (BLC Faye Miyamoto x Waianae Flare), registrato da Tharp nel 1980.
Di questo ibrido, sono stati registrati diversi cloni interessanti: nella foto sopra possiamo ammirare Blc Toshie Aoki ‘Robin’ HCC/AOS.

Ecco altri cloni di questo incrocio famoso:
Blc.Toshie Aoki “Nana” – Blc.Toshie Aoki “Blumen Insel” – Blc.Toshie Aoki “Pizazz” AM/AOS – Blc.Toshie Aoki “Pokai” – Blc.Toshie Aoki “Carmera” – Blc.Toshie Aoki “Encore” – Blc.Toshie Aoki “Mini Flare” -Blc.Toshie Aoki “Miho” – Blc.Toshie Aoki “Gold Lee” –
…ce ne sono ancora, divertitevi a trovarli.

Oggi in serra

A zonzo fra le orchidee: curiosità e sensazioni

Nota: le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla lettratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

Attenzione ai serpenti


Questa mattina appena entrato in serra ho notato una starna figura sinuosa a forma di piccolo serpente, che si adagiava sopra gli pseudobulbi di altre orchidee.
Era un esile stelo della Pholidota imbricata con i fiori ancora chiusi ed avvolti da leggere coperture squamose.
L’effetto è stato forte ed immediato ed ho capito perchè nella letteratura, questa specie botanica è chiamata “orchidea serpente”.

Una grande orchidea dai fiori effimeri

Fiore di Sobralia macrantha Lindley.
Questa orchidea fiorisce in successione, tuttavia i fiori durano solamente un giorno, e talmente poco tempo in piena apertura, che risulta un’impresa perfino fotografarli.
Luoghi d’origine: Messico (zona di Oaxaca), Guatemala, Belize, El Salvador, Honduras, Nicaragua e Costa Rica.
Il nome trae origine dallo scopritore del genere “Sobral “ e dal latino “macranthus” grande fiore.
In America centrale, la sobralia macranha, è conosciuta come il “Giglio di Sant’Antonio”.

Voglia di vivere

Sappiamo tutti quante risorse portano con loro le orchidee.
Nella foto a sinistra è rappresentata la voglia di vivere della Peristeria elata, che dopo aver perso il suo nuovo germoglio a causa di bagnature eccessive ed inopportune, riesce a farne spuntare un secondo (possiamo notarlo sulla parte alta dello pseudobulbo) da una delle varie gemme dormienti di cui sono dotati gli pseudobulbi.

Una mano amica


Un pugno di composto per il rinvaso dei Phaphiopedilum mentre viene sistemato nel nuovo vaso.
La letteratura aiuta molto a conoscere le orchidee, ma per farle vivere, vale di più un’ora trascorsa in compagnia di chi le coltiva.
Fidati della mano sporca del coltivatore, ha molta più sperienza di quella linda del parlatore.