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Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Ascocentrum curvifolium

Una specie molto solare
Pianta fantastica, esemplare da esposizione…da far impazzire i giudici.
Questa orchidea sarà presto esposta a Salzano VE in occasione della locale festa popolare dove il nostro Club collaborerà con gli amici delle piante carnivore.

Ascocentrum curvifolium – Collezione Guido De Vidi – foto 31.05.06 – Diritti riservati

Ascocentrum curvifolium (Lindl.) Schlecter 1913
Ascocentrum rubrum (Lindl.) Seidenf. 1988
Gastrochilus curvifolius O.Ktze. 1891
Saccolabium curvifolium Lindley 1833
Saccolabium miniatum Hooker not Lindley 1862
Saccolabium rubrum Lindley 1828

Tribù: Vandeae
Sottotribù: Sarcanthinae

La specie, scoperta nel Nepal è stata descritta con il nome di Ascocentrum curvifolium, nei primi anni del diciannovesimo secolo, ma è stata inviata in Europa al Dr. Wallich molti anni prima. J.Lindley forse la descrisse per la prima volta, nel 1833 con il nome di Saccolabium curvifolium.
Ascocentrum curvifolium è certamente la specie più rappresentativa del genere, anche se nelle collezioni non è molto frequente poterla ammirare.
Il colore molto luminoso (arancio o rosso/rubra) dei fiori, rende questa specie molto ricercata per le ibridazioni intergeneriche: le Vandaceae ibridate con A. curvifolium producono discendenti con piante molto più piccole e compatte rispetto alla dimensione del genitore Vanda, ma con i fiori grandi come quelli delle Vanda e spesso con la luminosità di quelli dell’ A. curvifolium.
Recentemente la varietà a fiori rossi è stata separata daA. curvifolium ed ora è da considerarsi specie distinta con il nome di: Ascocentrum rubrum.
Il fogliame lungo e ricurvo è la caratteristica evidente di A. curvifolium, ma ciò nonostante questa specie è stata spesso confusa con A. garayi che, seppur anch’essa con le foglie tronche e seghettate in punta, quest’ultime sono più corte, rigide e tozze.
E’ un’orchidea epifita a sviluppo monopodiale, predilige temperature calde e molta luce (in serra va tenuta nella parte più alta con pochissima ombreggiatura).
Fiorisce in tarda primavera. Consiglio di coltivare questa specie su cestini con asticelle di legno, substrato di bark grosso e sfagno (lo sfagno assume importanza nella prima fase di crescita della pianta).
A. curvifolium non richiede particolari periodi di riposo. Ad ogni modo tenuto conto che va collocato nella parte più calda, luminosa e secca della serra, richiede bagnature abbondanti soprattutto durante la fase vegetativa.
Attenzione alle bagnature invernali, le basse temperature ed il ristagno d’acqua producono marcescenze
Leggete anche questo post per vedere gli sviluppi dell’esemplare.

Aspettando il libro di Lance A. Birk

Sale la febbre in Orchids Club per l’attesa del libro “Paphiopedilum Growers Manual” di Lance A. Birk

Soprattutto l’amico Graziano sta facendo incetta di Aspirina e Tachipirina per tenere sotto controllo la sua “febbre da Paphiopedilum” ed aspetta con ansia l’arrivo del (Manuale del coltivatore di Phapiopedilum)…dobbiamo chiedere all’autore di fargli una dedica molto particolare.
Scherzi a parte, il genere Paphiopedilum continua ad affascinare moltissimi appassionati di orchidee e li tiene in continua tensione per le sue ricorrenti modificazioni ed implementazioni.

Questo post coglie il pretesto dell’incertezza tassonomica di una nuova specie (Paphiopedilum anitum) per avviare un dialogo (senza pretese scientifiche) conoscitivo sulle diversità e su come sono evidenziate dai tassonomi.

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Vanda teres

Eccola, bella ed imponente…ora si chiama Papilionanthe

Collezione Guido De Vidi – foto 23.05.06 – Diritti riservati

Papilionanthe teres (Roxb.) Schltr. 1915

Un’orchidea molto spettacolare, appartenente al genere Vanda. Questa specie è originaria del sud est asiatico: Nepal, India del nordest, Bhutan, Birmania, Tailandia, Cina del sud e dell’Indocina. E’ stata descritta e raffigurata in bellissime stampe da Roxburgh (soprintendente delle piantagioni di spezie nelle Indie – inizio 1800).
Ama tanta luce e tanto caldo: come potete vedere nella foto, questa straordinaria orchidea monopodiale dalle foglie teretiformi (da cui il nome teres), vive nella mia serra abbarbicata ad un traliccio, a radice nuda e proiettata verso il tetto.

Appena i nuovi fusti toccano il tetto li recido e faccio nuove piante per gli amici: lei mi ripaga con queste fioriture affascinanti.
Molti orchidofili la considerano, non a torto, una delle più belle orchidee create dalla natura.

Vi invito anche a leggere questo post, che racconta una bella storia di orchidee e di donne: cliccate

Dendrobium anosmum

Un dendrobium fragrante, che non può mancare nelle collezioni

Collezione Guido De Vidi – foto 14.05.06
Diritti riservati

Dendrobium anosmum Lindley 1845 Sezione Eugenanthe.

Il nome anosmum è di matrice latina e significa senza profumo, ma probabilmente il signor Lindley, quando ha descritto questa specie di orchidea doveva essere raffreddato, perchè i suoi fiori emanano un intenso profumo di rabarbaro.
Le fragranze dei fiori di orchidea sono spesso sconosciute al pubblico, altresì convinto della sua mancanza.

Odori e profumi
Un giorno giunsero in visita alla mia serra, alcuni ospiti, per la verità non tutti interessati alle orchidee. In coda al gruppetto c’era anche il giovane fidanzato di una ragazza della comitiva, ad un certo punto questi, visibilmente sorpreso esclamò: ” E’ questo fiore che sa da odore?”
La mia serra è un continuo approdo di appassionati e non di rado capita, che s’incontrino orchidofili di varie provenienze. Quella volta in serra c’era anche il “vecchio filosofo”, tutto solo e totalmente intento a farsi ammaliare dalle mille particolarità esotiche. Sentita l’esclamazione del ragazzo si girò repentinamente, lo prese cordialmente sotto braccio e disse: ” Vedi giovane amico, – gli uomini e i maiali odorano, le donne ed i fiori profumano”
Il giovane annuì e, a parziale giustificazione disse: “Non sapevo che le orchidee profumassero!”

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