Scrivendo solamente Paphiopedilum si corre il rischio di farsi infilzare da qualche “teorico purista”…
… sì perchè le orchidee, che normalmente conosciamo come Paphiopedilum sono sottoposte a continui studi, classificazioni e nuove denominazioni.
Cribb, Braem ed altri, avranno sicuramente le loro ragioni, ma per noi collezionisti è una continua rincorsa alla “metabolizzazione” dei nuovi nomi e non di rado può capitare, che si acquistino le stesse piante con nomi nuovi!
In questo post, le mie intenzioni iniziali erano quelle di descrivere una delicata specie della mia collezione, che amo particolarmente, ma gli ostacoli iniziano subito con il nome specifico scritto sul cartellino in modo errato.
L’orchidea a cui mi riferisco (vedi foto a sinistra) è un Paphiopedilum acquistato in Thailandia, una decina d’anni fa e cartellinata come Paphiopedilum thailandensis
Il primo errore rilevato è sul nome di specie: la scrittura esatta è thailandense, ma a questo punto inizia un lungo percorso di consultazioni e ricerche sia su internet che sui testi.
Dopo tanto peregrinare, le idee sono ancora più confuse e per chiarirle servono pareri di esperti: con il vostro contributo possiamo approfondire insieme la recente tassonomia dei Paphiopedilum.
La prima considerazione porta a pensare, che la specie di riferimento è Paphiopedilum callosum di cui thailandense, secondo Cribb, dovrebbe essere un sinonimo.
Paphiopedilum callosum (Rchb. f.) Cribb
Sinonimi: Paphiopedilum birkii; P. sublaeve; P. thailandense
La confusione non finisce con la ricognizione riportata sopra, sul libro “Paphiopedilum” di Braem e Chiron (2003) si decide fra l’altro, che la specie Paphiopedilum callosum diventi Paphiopedilum crossii .
Morale: prima di farsi ammaliare da qualche nome nuovo di specie è bene attivare una ricognizione generale su internet e sulla bibliografia disponibile …a tal proposito, appena torna Elettra dalle vacanze Cubane, partiremo con l’acquisto del nuovo libro annunciato nei precedenti post.