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Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Notizie flash

Il numero 17 porta fortuna
Le rilevazioni statistiche su questo blog “Google Analytics”, iniziano il 17 Novembre 2005 ecco alcuni dati dopo due mesi esatti:

> Visite 9.359
> Pagine viste 31.688
> Paesi totali 63
> Paesi con più di un ritorno 45
> Top ten : Italia – Germania – Slovenia – Svezia – USA – Francia – Brasile – Svizzera – Argentina – Gran Bretagna.
> Top pagine medie x visita: 28 – Polonia.
> La visita più sorprendente: Nepal – Kathmandu.

Paphiopedilum venustum

Spero che questa pianta rimanga in fiore fino alla fine di febbraio per portarla in esposizione all’EOC di Padova, dove vorrei proporre di considerarla ex novo “var. flavescens”.

Paphiopedilum venustum – foto 16.01.06
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati

Pahiopedilum venustum (Wallich ex Sims) Pfitzer
P. venustum è stato scoperto dal dott. Wallich a Sylhet (Bangladesh) agli inizi del 1800.
Etimologia del nome di specie: deriva da Venere, la dea romana dell’amore e della bellezza, così chiamato per la bellezza del fiore.
Descritto da: Wallich ex Sims in Curtis’s Botanical Magazine, 47, t. 2129 (1820)
Trasferito da: Pfitzer in Pringsheim, Jahrbcher fur wissenschaftliche Botanik, 19:163 (1888)
Varietà e Forme:
Paphiopedilum venustum fma. measuresianum (hort. ex M.T. Masters in Gardener’s Chronicle, 3rd series, 14: 756 (1893)) Braem in Orchidees. Culture et Protection 36: 35 (1998) – albino form
Paphiopedilum venustum fma. pardinum (Reichenbach fil. in Gardener’s Chronicle, 1st series, 29: 554 (1869)) Braem in Braem et al., The Genus Paphiopedilum, 2: 274 (1999) – forma di colore.

Nella rivista “The Orchid Review” Vol. 2 a Pag. 134 si legge: …”In 1820 several very interesting novelties were recorded. Cypripedium venustum, the first tropical species, was figured at t. 2129 of the Botanical Magazine, with the information that it flowered in November with Messrs. Whitley, Brames, and Milne, who had received it from the Calcutta Botanic Garden, whence it was brought by Captain Craigier.”…
Questa specie è stata una delle prime ad essere ibridata: Paphiopedilum x Crossianum (P. venustum x P. insigne) ottenuto da Cross, nel 1871.
Paphiopedilum venustum ha le foglie argentate con tonalità grigio-verde di base e macchie verde scuro sulla pagina superiore, che ritroviamo color porpora in quella inferiore.
La struttura vegetativa è molto robusta e compatta, gli steli fiorali alti 15-20 cm. portano uno o più raramente due fiori che raggiungono 9-10 cm di diametro.
Il sepalo dorsale è bianco con evidenti striature verdi, mentre il labello presenta marcate venature color verde scuro. I petali sono di colore verde alla base, poi assumono tonalità terra di Siena chiara che diventa arancio e rosso scuro all’apice: sui petali ci sono anche delle macchie scure, che insieme alla tonalità di base caratterizzano la zona geografica di provenienza e la varietà.
Questa specie è diffusa in un’area geografica molto vasta: Bangladesh, Assam, Nepal.
Nel suo habitat, Paphiopedilum venustum regola il suo ciclo vegetativo in funzione dei monsoni: caldo e umido estivo (18-32 gradi centigradi) e freddo secco in autunno–inverno (5-20 gradi centigradi).
All’inizio del monsone secco la pianta accenna ad un leggero riposo e poi inizia la lenta e progressiva formazione degli steli fiorali che maturano verso la fine di gennaio. In natura questa specie vive ai piedi degli alberi in terreni molto umidi e ricchi di humus, habitat tipico delle foreste fitte, preferendo di norma i pendii scoscesi delle rive dei fiumi.
Il composto di coltivazione deve essere vaporoso e drenante, con una discreta presenza di calcio.

Rhyncolaelia glauca ex brassavola

Fiori bianchi, leggermente soffusi di verde pallido, solitari e profumati.

Rhyncolaelia glauca – foto 11.01.06
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati

Brassavola glauca Lindley 1839. E’ una specie d’orchidea epifita appartenente al genere (Brassavola), sottotribù delle (Laeliinae) e famiglia (Orchidaceae).

Questa specie è stata poi classificata come Rhyncholaelia glauca (Lindley) Schlecter 1918.

Il genere in discussione è composto di 2 specie (Rhyncolaelia glauca e Rhyncolaelia digbyana).
La differenza sostanziale fra le due specie è evidenziata dagli pseudobulbi più piccoli e compatti della R. glauca dal labello frangiatissimo della R. digbyana.

Vive in Messico, Guatemala, Belize, Honduras e Panama: di notte emana nell’aria una fragranza di agrumi e lamponi
Questa specie produce fiori che arrivano anche a 12 centimetri di dimensione, uno per getto, su uno pseudobulbo corto e robusto con una singola foglia labiata.
Si consiglia di coltivarla su tronchetti di legno duro oppure in vasi con materiale di rinvaso molto drenante, per consentire un’utile asciugatura delle radici fra le bagnature.

L’habitat della Rhyncholaelia glauca è quello tipico delle medie altezze della fascia tropicale (1000-1500 metri) e pertanto richiede un clima da serra intermedia, con regolari annaffiature e fertilizzazioni durante la sua fase di sviluppo.
Questa orchidea trova giovamento da ambienti luminosi e ventilati. Il numero dei fiori è direttamente proporzionale alla quantità di luce disponibile in serra:si consiglia di sistemarla nella parte più alta utilizzabile.

Paphiopedilum nuove specie

Le pantofole dei sogni

Phapiopedilum micranthum, giochi di trasparenza
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati

Paphiopedilum sognati, acquistati, importati, qualche volta anche sotto mentite spoglie per sottrarli ai controlli, queste orchidee con il labello a forma di “pantofola” sono tra le più discusse dai tassonomisti e più desiderate dagli amatori.
Il genere Paphiopedilum, seppur numeroso, trova il suo habitat naturale, solamente in un’area ben specifica del pianeta terra, che per comodità chiamiamo “sud est Asiatico”.
Questo elemento di contiguità vegetativa, lascia intendere una certa facilità di ibridazioni naturali tra le varie colonie di Paphiopedilum, al punto che ancor oggi si scoprono varietà e/o specie nuove.
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Blc Pamela Hetherington ‘Coronation’ FCC/AOS

Blc Pamela Hetherington ‘Coronation’ FCC/AOS
Collezione Guido De Vidi – foto 06.01.06 – Diritti riservati

Blc Pamela Hetherington ‘Coronation’ FCC/AOS
(Lc. Paradisio x Blc. Mount Anderson)

Guardate che bella!
Questa mattina, durante il giro della gran doccia generale alle piante, sono rimasto colpito dalla bellezza di questo fiore, dei suoi giochi d’acqua e di trasparenza.

Questo clone è uno dei più premiati e famosi tra le Cattleya color rosa lavanda a grandi fiori.
Il fiore non è ancora aperto e colorato del tutto, come potete vedere i colori sono ancora tenui , tendenti al verde e con i petali e sepali ancora parzialmente chiusi: una istantanea extemporanea….domani, due amici orchidofili del Club (dalla val Camonica) in visita alla serra, potranno ammirarlo in perfetta forma.