Pabstiella bradei

Pabstiella bradei , (Schltr.) Luer 2007 (Kew)

Sinonimi omotipici

Pubblicata per la prima volta in Monogr. Sist. Bot. Bot del Missouri. Gard. 112:119 (2007) L’areale nativo di questa specie è il Brasile (da San Paolo al Paraná). È un’epifita e cresce principalmente nel bioma tropicale umido.

Dimensioni miniaturizzate, a crescita da calda a fredda, con ramcauls eretti avvolti da 3 guaine a forma di tromba, ravvicinate, ricurve, con margini pelosi, foderate di viola e port anti una singola guaina apicale, eretta, largamente lanceolata, verde oliva scuro.

Cypripedium calceolus, miti storie e leggende

Molti nomi d’orchidea si richiamano alla matrice culturale Latina, ma le fondamenta provengono dalla mitologia Greca. Per dare una risposta a quest’enunciazione, prendiamo ad esempio: Cypripedium e Paphiopedilum. Venere è la dea dell’Amore e della bellezza, leggeremo più avanti che la stessa divinità durante la civiltà greca si chiamava Aphrodite. La prima leggenda è legata al Cypripedium calceolus, orchidea terricola Europea, da tutti conosciuta come “scarpetta di venere”.
Narra la leggenda che Venere, durante una passeggiata insieme con Adone, fu sorpresa da un violento temporale. I due cercarono riparo, ma lo spazio esiguo del luogo dove trovarono riparo ed il desiderio di stare vicini, oltre a procurare un piacere reciproco, fece perdere una scarpetta alla divinità.
Passata la tempesta cercarono la scarpetta, ma non la trovarono perchè nel frattempo fu macchiata da un “mortale” che era corso a raccoglierla. Prima che fosse possibile raccogliere la scarpetta di Venere, questa si trasformò in un fiore di cui il petalo centrale o “labello” fu modellato a forma di scarpetta, mantenendo anche il colore dell’oro con cui era stata fatta.


Il botanico svedese Carl Linnaeus, studiando la pianta alla quale doveva assegnare un nome, si ricordò della leggenda di Venere e della sua scarpetta perduta. Decise di chiamarla Cyprid (isola di Cipro sacra a venere) e pedilom che in greco significa (scarpa, sandalo, pantofola. L’epiteto calceolus proviene da “calcea” una forma del latino tardo settentrionale, derivata dal latino “calceus” (la scarpetta di cuoio fine che si indossava nelle case oppure nella commedia teatrale) che a sua volta sembra derivare da “calx”, tallone.


Echeggiando questa idea, Ernst Hugo Heinrich Pfitzer, oltre un secolo dopo, dispose le orchidee asiatiche sudorientali con il fiore a forma di scarpa, in un nuovo genere chiamato Paphiopedilum, una combinazione fra le parole Paphos e Pedilon.
Quando Pfitzer decise di assegnare a questo genere di orchidee il nome di Paphiopedilum si ispirò pure lui alla mitologia greca e precisamente ad alcune divinità mitologiche: Aphrodite, divinità greca dell’amore, che con la sovvrapposizione della civiltà romana a quella greca, assume poi il nome di Venere.
Varie leggende mitologiche convergono su un evento traumatizzante e nello stesso tempo carico di significati:
….“Fu proprio nella spuma del mare che ribolliva lì davanti, fra gli scogli intorno alla grande roccia di Petra Tou Romiou, che Aphrodite prese forma la prima volta, apparendo subito di una tale bellezza da stupire persino gli Dei. Quando il Caos e l’Universo si unirono, narra una leggenda, nacque il tempo: Kronos
Questa immagine straordinaria già evoca il mistero della creazione con un significato ed una immagine filosofica inquietante. Esiodo trasse da questo episodio il mito del tempo che si ribella al cielo e Kronos armato di una falce evira suo padre Urano (il cielo) e getta nelle onde le spoglie della sua virilità perché non procreasse ancora. Abbandonate nel pelago, le spoglie fecondatrici del cielo, vagarono lungamente nei flutti sino a che non presero forma sulle rive di Cipro presso Paphos concretizzandosi nella più bella e più importante manifestazione,dell’universo:
La bellezza e l’amore uniti insieme”…

Altra leggenda mitologica racconta invece che…”Nella Città di Paphos, teneva la sua corte “Bacco” il dio del vino.


Bacco, divinità molto focosa, per impreziosire le cerimonie e le feste di corte esibisce spesso ai suoi ospiti molte giovani nubili e belle, rimanendo però sempre vigile sulle sue ancelle.
Sembra che in un’occasione, Orchis, divinità minore, ospite a corte del dio Bacco, abbia avuto l’impertinenza di prestare troppe attenzioni alle giovani presenti.
Chi conosceva “Bacco” sapeva che non era consigliabile comportarsi con spavalderia a corte ma Orchis, ignaro, continuò a manifestare il suo particolare interesse, finché “Bacco” in preda all’ira ordinò di evirare Orchis e di gettare le parti della sua virilità, lontano dove mai avessero da toccare terra.
Per questo furono gettate in mare, ma una parte toccò terra e lì nacque le prima orchidea, invece le spoglie mascoline finali del giovane Orchis vagarono nelle acque e dall’unione con le onde spumeggianti del mare ebbe origine Aphrodite. Il nome Paphos deriva da Paphinia che è giusto il secondo nome di Aphrodite”…
Aphrodite o Paphinia, è figlia di “Orchis”, padre di tutte le orchidee, ed i Paphiopedilum sono oggi, uno dei tanti generi di orchidee sparsi per il mondo.

Oncidium incurvum

Oncidium incurvum , Barker ex Lindl. 1840 (Kew)

Oncidium incurvum Barker ex Lindl 1840.

Pubblicato per la prima volta su Edwards’s Bot. Reg. 26(Varie): 75 (1840). L’areale nativo di questa specie è il Messico (da Veracruz al Chiapas). È un’epifita pseudobulbosa e cresce principalmente nel bioma tropicale umido. Presente in Messico e Nicaragua nelle foreste nebbiose sempreverdi e nelle foreste pluviali di alta montagna ad altitudini comprese tra 1300 e 2150 metri.

Epifita di piccole e medie dimensioni, da clima fresco, con con pseudobulbi compressi, da ovoidali a ellissoidali, nervati, avvolti basalmente da diverse guaine fogliari e da 1 a 3 foglie apicali, strettamente lineari-ellittiche, subcoriacee, da acute ad ottuse. I fiori si formano in autunno inverno su un’infiorescenza basale, da eretta a dolcemente arcuata su più pseudobl, a pannocchia con brattee strette, triangolari, scariose che nascono su uno pseudobulbo maturo e hanno molti fiori debolmente profumati.Informazioni fornite da Jay Pfahl, autore dell’Internet Orchid Species Encyclopedia (IOSPE).

Epidendrum stiliferum

Epidendrum stiliferum Dressler

Sinonimi omotipici: Lanium subulatum Rolfe in Bull. Kew 1896: 46 (1896)

Pubblicato per la prima volta in Brittonia 19: 242 (1967).

La gamma nativa di questa specie va dal Sud America occidentale al Brasile. È un’epifita e cresce principalmente nel bioma tropicale umido. Specie endemica in Ecuador, Perù e Brasile in foreste tropicali molto umide ad altitudini di circa 400 metri, epifita miniatura da temperatura calda.

Ogni pseudobulbo è avvolto da 3 a 5 guaine fogliacee e portante una singola foglia, apicale, eretta, coriacea, subulata, carnosa, solcata che fiorisce in inverno su un’infiorescenza terminale con 8-15 fiori finemente pubescenti.