Phalaenopsis bellina, cuiosità

Phalaenopsis bellina: la metamorfosi di un fiore fecondato

Phalaenopsis bellina, Christ. 1995.

E’ sorprendente come cambi il colore del fiore di questa Phalaenopsis, dopo essere stato fecondato.

Eravamo alla fine d’ottobre, quando Christian ed altri amici del club impollinarono due fiori di Phalaenopsis bellina in bella mostra nella mia serra.

L’operazione impollinazione rientra nel progetto “nuove piantine per i soci” e prevede appunto delle fecondazioni mirate di specie interessanti ed in ottima salute, pertanto, le operazioni sono seguite con attenzione anche nella fase immediatamente seguente l’impollinazione.

In un post recente dal titolo “Orchidee ed impollinazioni”, descrivendo l’impollinazione dei fiori di Enciclia alata ho evidenziato il fenomeno, a prima vista inspiegabile, del mancato appassimento dei fiori impollinati.

Poiché il fiore d’orchidea impollinato, esaurisce il suo compito di ammaliatore d’insetti, normalmente, appassisce velocemente per consentire alla pianta di dedicare le sue energie alla capsula fecondata.

L’Enciclia alata si comporta in maniera opposta (i fiori impollinati rimangono integri, mentre cadono uno dopo l’altro tutti gli altri fiori dello stesso stelo fiorale) e nel post ho motivato alcune mie opinioni nel merito.

Lo stesso fenomeno si ripete anche con la Phalaenopsis bellina , per l’appunto, i fiori impollinati rimangono integri e mutano progressivamente di colore: diventano color verde ocraceo intenso.
Nel caso di specie, dopo 20 giorni, la capsula è lievemente ingrossata…non molto per la verità, mentre il fiore ha assunto quasi lo stesso colore delle foglie.

Può essere, che in questa fase di particolare dispendio energetico, la pianta ha maggior bisogno d’accumulo e quindi induce anche i fiori fecondati, alla produzione di clorofilla attraverso la fotosintesi?
Seguiremo l’evoluzione del fenomeno.

Vita del Club: Domenica 20 Novembre 2006

Incontro di Novembre

Una bella inaugurazione

Bellissima giornata, fredda e soleggiata fuori, calda ed accogliente nella bellissima casa di Alberto.
Gli amici del Club sono giunti da Alberto di buon mattino, infreddoliti e felici di poter vedere la serra e le orchidee.
Nella serra, linda e ben preparata per l’inaugurazione, veniamo accolti da una bellissima fioritura della Vanda brunea….. si cominciano già a notare i primi frutti del grande impegno profuso da Alberto nei mesi scorsi.
La mattinata fredda (alle 10 del mattino non c’erano più di 4-5 gradi) consigliava le amiche e gli amici del Club di intrufolarsi appena possibile, dentro la serra al calduccio. Intanto fuori sul piazzale antistante la serra, cercando di catturare i raggi di un sole troppo basso all’orizzonte per poter scaldare, si parlava di orchidee e ci si presentava con le numerose new entry.
A quest’incontro di Novembre si è voluto dare un taglio per così dire “organizzativo” e considerando ormai matura la fase costituente, gli amici presenti hanno convenuto di passare alla configurazione definitiva del Club.
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Tristezza

Ho appreso poco fa da un socio del GIROS, che il loro Presidente Paolo Liverani da qualche mese non è più con noi. E’ andato in cielo a cercar orchidee spontanee.

Sophronits cernua

Le poche volte che l’ho incontrato, ho visto in lui la bontà di un maestro, l’umiltà di un maestro, la saggezza di un maestro ed il sorriso di un maestro. Con lui se ne va un pezzo importante dell’Italia orchidofila e sono triste. Ciao Paolo…da qua giù le orchidee ti mandano un saluto

A ricordo di Paolo Liverani, pubblichiamo l’articolo apparso su GIROS Notizie del 30 settembre scorso, nel quale il figlio Virgilio racconta con sentimento ed amore, la vita di suo padre.

Paolo Liverani, storia di una bella vita.

Paolo Liverani è nato a Faenza nel novembre del ’23, ultimo figlio di una famiglia di agricoltori.
Fin da giovane dimostrò la sua attitudine per le piante, selezionando nel vivaio di famiglia un albicocco e un melo, che si distinguevano tra le altre piantine per la robustezza.
L’albicocca è stata messa a prova all’Istituto Sperimentale per l’Agricoltura di Ciampino, ed è ora abbastanza diffusa in Romagna, sia per la produzione sia come portainnesto per altre varietà meno resistenti alle malattie.
La mela, grossa e profumata, giallo rossa con buccia spessa, si conserva senza accorgimenti sino ad aprile; sopravvive ancora nell’orto di famiglia.
Quando si sposò, per rendersi indipendente dalla famiglia Paolo lavorò per alcuni anni con i giardinieri del Comune di Faenza, poi si mise in proprio con un gruppo di operai, realizzando giardini e parchi anche di case signorili dei dintorni, con piante e alberi dei vivai Mati di Pistola. Ha continuato a fare il giardiniere fino all’ultimo, con il figlio Virgilio.

La passione naturalistica si sviluppò dapprima con viaggi per visitare parchi e giardini botanici famosi, in Liguria, sui laghi e anche all’estero. Poi si interessò per molti anni ai funghi, anche se non volle mai andare oltre al riconoscimento visivo, non volendo complicarsi la vita con microscopi e reagenti chimici.
Ma di certo con i funghi, nei boschi, altrettanti motivi di interesse per Paolo furono fiori, cespugli, frutti, alberi e paesaggio.

La passione per le orchidee spontanee
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SOS ORCHIDEE

Avete problemi con le vostre orchidee? Orchids.it risponde

17 Novembre 2005 alle 17:31 Valentina scrive:

… sono una principiante di orchidee. Ho una bella Phalenopsis che si chiama Lisa e che è fiorita a maggio (tredici magnifici fiori su un solo ramo). A agosto è sfiorita.
Ora ho cambiato casa e non so se è meglio metterla in soggiorno (purtroppo la casa non è molto illuminata) magari vicino a una finestra (la luce non è eccessiva ed è minore della mia casa precedente) o in bagno come ho sentito conviene fare (pochissima luce anche qui). Anche in bagno la metterei vicino alla finestra ma ho paura per gli spifferi.
Che fare? In un vivaio mi hanno dato un concime rosa (non so di cosa si tratti, è una polverina) quanta gliene devo dare? e per le annaffiature, vado a occhio? Scusate la poca saggezza in materia.

Ciao Valentina, complimentissimi per aver presentato la tua pianta con un nome proprio! “Lisa” Così si deve fare…è un pò come adottarla, visto che chi le vende non ci comunica mai il nome d’origine.

Naturalmente la tua Phalaenopsis è un ibrido e vale a dire il risultato genetico dell’ibridazione naturale o artificiale fra varie specie botaniche (le specie botaniche sono piante d’orchidea che si trovano in natura).

Per la poca luce non ti devi preoccupare….salvo che non sia proprio buio (per avere l’idea di quanta luce chiede una Phalaenopsis immagina di essere seduta sotto un grande albero frondoso).

I due parametri più importanti sono la temperatura che dovrebbe rimanere sempre sopra i 18-20 gradi e l’umidità circostante. Se l’ambiente è troppo secco, lo capisci da quanta acqua assorbono le foglie dopo essere state spruzzate (più secco è l’ambiente e prima asciugano le foglie).

Per creare umidità hai diversi metodi: sottovaso pieno d’acqua con argilla espansa o una griglietta per tenere fuori dell’acqua il vaso, piccolo umidificatore ad ultrasuoni oppure spruzzando le foglie più volte il giorno.

Per le bagnature del substrato ti puoi regolare dal suo peso oppure, se il vaso è trasparente, dal colore delle radici (quando sono umide di danno l’effetto spugna imbevuta). Ad ogni buon conto è utile tenere sempre umido il composto del vaso…le Phalaenopsis non hanno particolari esigenze di riposo, nel loro habitat sono quasi sempre fiorite.

Il fertilizzante dovrebbe avere delle indicazioni tipo NPK, questi tre minerali dovrebbero essere in quantità equilibrata di solito 20-20-20 poco male se hanno altri valori: le dosi, mezzo grammo sciolto in un litro d’acqua ogni 20 giorni, che puoi usare sia sulle foglie che per annaffiare il composto del vaso….in bocca al lupo. Guido

Blc Bryce Canyon ‘Splendiferous’ AM/AOS

Un colne eccezionale

Collezione Guido de Vidi
Tutti i diritti sono riservati

Blc Bryce Canyon 'Splendiferous' AM/AOS

Blc. Bryce Canyon ‘SPLENDIFEROUS’ AM/AOS
(Nacost x Patricia Purves)

Questa mattina la serra mi ha accolto così.

Chissà se lo splendore di questa fioritura riesce veramente ad evocare qualche sensazione forte al pari del nome che porta.
Il Bryce Canyon, grande meraviglia dell’ Arches National Park (USA), offre uno spettacolo mozzafiato e visitandolo ti trovi immerso in un paesaggio marziano avvolgente e sconvolgente.

Penso sia stato inevitabile per gli ibridatori di questa bellissima Blc, trovare un nome importante come Bryce Canyon e poi ulteriormente evidenziato dall’aggettivo ‘Splendiferous’.
Il clone ‘Splendiferous’ ha vinto molti premi.
La prima medaglia HCC è stata assegnata nel 1972 e successivamente ha ottenuto anche una AM nel 1979.