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REWIND: Interrelazioni tra formiche e mondo vegetale

Con questo articolo inizia la collaborazione di questo Blog con Marcus Vinicius Locatelli, 24enne ingegnere agronomo, laureatosi nel 2006 presso la Federal University of Viçosa.
Marcus sta attualmente frequentando un master presso il dipartimento dei suoli e la nutrizione delle piante presso la stessa istituzione. La sua linea di ricerca è la fertilità del suolo e la fecondazione delle culture, in particolare, il lavoro con la modellazione. Sta sviluppando, in concomitanza, alcuni lavori con le orchidee.
Da appassionato di queste ultime ha aperto un blog Orquidofilia e Orquidologia ricco di interessanti spunti e osservazioni che cercherò di tradurre in bilingue.
Questo è il suo ultimo lavoro:
foto Marcus V. Locatelli

Non è raro trovare nei boschi, macchie di orchidee e di altre piante come Bromeliacee piene di formiche.

Ci sono una serie di noti rapporti ecologici tra formiche e piante, ben al di là del legame erbivoro delle formiche che tagliano le foglie.

Per esempio, mutualismo, o protocooperazione che è caratterizzata da entrambe le specie, piante e insetti, che ottengono benefici reciproci da questa associazione.
foto Marcus V. Locatelli

Le piante sono ben lungi dall’essere passive con l’ambiente circostante, i loro corpi sono biochimicamente comunicanti tra di loro, inducendo una risposta fisio-morfologica per la loro sopravvivenza.

Tra le morfologiche è inclusa la produzione di cuticole più spesse, come barriere fisiche contro gli attacchi dei parassiti, come pure per le strutture dei loro organismi che servono da riparo per i predatori dei loro parassiti; per esempio, le piante mirmecofite, esempio speciale, nel nostro caso, un’ orchidea dell’America Centrale: la Myrmecophila tibicinis o Schomburgkia tibicinis (Bateman ex Lindl.) Rolfe, Orchid Rev 25: 51 (1917), anche qui, con buchi e camere sul fondo degli pseudobulbi che servono come rifugio per Formicidae.
foto Marcus V. Locatelli

E tra le fisiologiche, riassumendo, una gamma enorme e poco comprensibile di metaboliti secondari, come i fenoli, che li rendono molto indigesti per i loro nemici. Ci sono anche i semiochimici, utilizzati per la comunicazione tra gli organismi della stessa specie, i feromoni, e tra diverse specie, allelochimici, illustrando questi ultimi, come le piante sotto attacco da parte dei loro nemici dicono ai nemici naturali degli stessi: “vieni qui c’è cibo per te”, attraverso sostanze volatili rilasciate nell’ambiente, che servono loro da “guida” fino al loro arrivo, sostanze che sono chiamate anche infochimici, che sarebbero di grande importanza per la caccia a tali specie di insetti, nomadi e solitari.

Nel caso di specie predatorie di formiche, e per la stragrande maggioranza degli eusociali, vi è la necessità per le colonie di essere costruite in luoghi protetti, come gli interspazi tra pseudobulbi e radici di orchidee epifite e, ricordando anche che molte di queste sono endemiche delle foreste, vivendo esclusivamente sulla corona degli alberi, dove predano il cibo, prede erbivore che abitano che di solito vengono attratte da piante adiacenti.

E la tendenza continua, vittime e aggressori che cercano di ingannarsi l’un l’altro.

Di recente nel Journal of Soil Science brasiliano, ho lasciato questa nota dicendo che “… a prescindere dal substrato tagliato, il rifiuto prodotto mostra concentrazioni più elevate di sostanze nutritive che le foglie, è importante luogo di riciclaggio delle sostanze nutritive nell’ecosistema. I rifiuti possono essere una delle principali ragioni dell’aumento della concentrazione di nutrienti nel suolo dei formicai”. Quindi, si potrebbe pensare che i formicai associati con macchie di orchidee, e che non tutte le formiche siano specie predatorie come le formiche tagliatrici di foglie, contribuiscano anche al graduale nutrimento delle orchidee epifite con l’accumulo di sostanze nutritive?
Le orchidee illustrate in questo post sono del tipo Microlaelia lundii (Rchb.f. & caldo). Chiron & VP Castro, Richardiana 2: 11 (2002), fotografate nell’habitat della regione di Oeste Paulista nel mese di agosto 2007.

Qui di seguito, una macchia molto influenzata da insetti e ragni.
foto Marcus V. Locatelli

Si può anche considerare che la presenza di formiche nei ceppi volte le preserva dall’essere raccolte da persone, nel caso di questo habitat con molte altre Microlaelia lundii, rende più difficile raccoglierle e verranno risparmiate, mentre altre saranno più sensibili.