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Dendrochilum tenellum sez. Acoridium

dendrochillum_tennellum
Genere: Dendrochilum – Blume 1825
Sottofamiglia: Epidendroideae
Tribù: Coelogyneae
Sottotribù: Coelogyninae.
Sinonimi: Acoridium Nees e Meyen 1843 – Platyclinis Benth. 1881
Il genere Dendrochilum conta centinaia di specie.
Le piante appartenenti a questo genere sono epifite, litofite e molto raramente terrestri.
Si sviluppano in forma simpodiale lungo un rizoma orizzontale sul quale si formano gli pseudobulbi cilindrici, basali e avvolti da una guaina color marrone, dalla quale escono gli steli fiorali.
Specie: Dendrochilum Tenellum (Nees & Meyen) Ames 1907
Sezione Acoridium [ Nees & Meyen ] Pfitzer & Kranzlin
Sinonimi: Acoridium tenellum Nees & Meyen 1843 – Ceratostylis gracilis Naves 1878
Nome Comune: Dendrochilum Fragile
Questa graziosa specie epifita di piccole dimensioni è originaria delle Filippine e può essere trovata tra i 1000 – 1400 metri d’altitudine, ben ancorata sui tronchi delle zone boschive a clima caldo.
La prima impressione che si prova al cospetto di questa pianta, è quella di trovarci davanti ad un cespuglio d’erba dalle numerose ed esili foglie cilindriche.
Dendrochilum tenellum a differenza delle altre specie del suo genere, formano lo stelo fiorale, quasi all’apice dell’esile pseudobulbo cilindrico.
Gli steli fiorali affusolati a forma semi- incurva, spuntano ai primi giorni di gennaio ed impiegano circa un mese per aprire i numerosissimi fiori ( circa 30) di colore bianco – ocra.
Questa pianta può essere coltivata sia in vaso con substrato di corteccia d’abete sia su zattere di legno duro oppure sughero con una sottile lettiera di sfagno o muschio.
Dendrochilum tenellum va tenuto costantemente in ambiente caldo/intermedio, umido e ventilato e non necessita di marcati periodi di riposo ed è sufficiente garantire la normale fase di rallentamento post – fioritura.
Note tassonomiche sui Dendrochilum.
Il genere dei Dendrochilum come tanti altri della grande famiglia delle orchidee, si presta all’incertezza della corretta conoscenza dei nomi.
Il genere Dendrochilum è suddiviso in sei sezioni:
Platyclinis.
Eurybrachium.
Luzonorchis.
Convoluta.
Acoridium.
Heterantha.

Qualche nota sul nome: Acoridium
Nees von Esenbeck & Meyen
Nov. Act. Nat. Cur. 19(Suppl. 1): 131 (1843).
ETIMOLOGIA: diminutivo di Acorus (Araceae), perché la forma delle foglie assomiglia un po all’Acorus Calamus (Sweet flag).
SPECIE TIPO: Acoridium tenellum Nees & Meyen
Ora è riconosciuto come appartenente al genere Dendrochilum, (sezione Acoridium (Pfitzer & Kraenzlin). Le piante sviluppano piccoli e compatti pseudobulbi a forma ovoidale, ciascuno con una foglia solitaria simile ad un filo d’erba di colore verde scuro. Le infiorescenze spuntano in prossimità della punta delle foglie e formano un arco “twistato” di numerosi fiori piccolissimi, generalmente di poca durata, fragranti, di colore bianco, giallo pallido al crema. I sepali laterali sono uniti alla base della colonna. Il piccolo labello di colore verde-giallo è trilobato con piccoli lobi laterali un po più grandi del lobo mediano.

Acoridium è stato inizialmente descritto da Nees & Meyen e sistemato nelle Philydraceas (una piccola famiglia di piante delle zone umide). Nel 1843 Endlicher (Grundzuge der Botanik, 59) lo ha spostato nel genere Burmanniaceae; nel 1862 Bentham e Hooker (Generi Piantarum, 2: 123) lo ha incluso nella famiglia Cyperacese, e nel 1893 la specie originale, Acoridium tenellum, è stata messa in Orchidaces da BD Jackson (Indice di Kew., 1:31, 488) come sinonimo di Ceratostylis gracilis. Rolfe (1904) ha spostato la specie tipo nel genere Platyclinis (Orchid Reuiew, 12: 219). Nel 1905 Ames ha ristabilito il genere Acoridium aggiungendo molte altre specie (Orchidaceae, 1:3) e ha classificato la specie tipo come Acoridium sphacelatum. Oggi questo genere è considerato un sinonimo di Dendrochium, genere stabilito da Ames nel 1907 (Philippine Journal of Science, 2:318).

Cycnoches

La forza della natura

SOTTOFAMIGLIA: Epidendroideae
TRIBÙ: Cymbidieae
SOTTOTRIBU’: Catasetinae
GENERE: Cycnoches
Cycnoches è un genere con 23 specie sparse in gran parte dell’America tropicale. Questo gruppo di orchidee, si caratterizza per i suoi pseudobulbi affusolati e lunghi, pieni di internodi, portanti foglie decidue. Dai nodi apicali si formano gli steli fiorali ricadenti.
I fiori dei Cycnoches sono unisessuati, oppure con entrambi i sessi, ma non ermafroditi. Generalmente i fiori maschili sono di più di quelli femminili si differenziano per la loro lunga colonna; inoltre, hanno i pollinia dotati di una vera e propria molla, che funge loro da motore per essere lanciati verso gli insetti impollinatori.
I due pollinia, rigidi e rotondeggianti, sono collegati ad uno stipite prolungato che alternativamente è collegato ad un viscidum rotondo. Sono piante epifite e vivono nelle foreste umide di pianura, da 0 a 600 metri d’altezza, tra i tronchi di alberi morti in decomposizione.
I Cycnoches durante il periodo vegetativo, amano temperature calde, tanta acqua e decisa fertilizzazione; terminata la fioritura, inizia il riposo che in queste orchidee è molto marcato al punto da dover sospendere qualsiasi bagnatura fino al successivo momento vegetativo.
Qualche coltivatore toglie dal vaso la pianta in riposo, elimina totalmente le radici dagli pseudobulbi e la deposita in ambiente illuminato ed asciutto in attesa del nuovo ciclo.

Cycnoches peruviana e/o peruvianum Rolfe 1891.
Sinonimo: Cycnoches egertonianum.
Luogo d’origine le foreste umide e calde del Perù; periodo di fioritura in natura, Autunno – Inverno.
Cycnoches peruviana, produce una lunga infiorescenza arquata e pendente. che può arrivare anche a 70 cm. di lunghezza.
Desidero mostrare questa fioritura perché ha dell’incredibile.
Come si può vedere nella foto, lo stelo fiorale esce dall’apice di un piccolo pseudobulbo formatosi alla stregua di keiki, con tanto d’apparato radicale, su di un nodo dello pseudobulbo giovane.
Questa accelerazione vegetativa è stata causata da un incidente di percorso, qualche mese fa lo stelo fiorale già formatosi sullo pseudobulbo di stagione, è stato brutalmente mangiato da una lumaca di passaggio. Ovviamente, venendo a mancare la possibilità riproduttiva a mezzo seme, la pianta, non essendo ancora entrata nel periodo di riposo è riuscita a formare una nuova piccola piantina che a sua volta è fiorita.
La forza della natura!! Questo post vuole elevare a valore, la voglia di vivere delle orchidee.

Enzo Cantagalli, un signore fra le orchidee

ORCHIDEE: LE GRANDI FIGURE DEL COLLEZIONISMO ITALIANO
Con questo post, desidero creare una rubrica, attraverso la quale far conoscere la storia ed i personaggi del collezionismo e dell’associazionismo Italiano delle orchidee.
Confidando nell’aiuto e nella collaborazione di chiunque abbia a disposizione materiale e notizie, dedico la prima presentazione al mio grande amico e maestro: dott. Enzo Cantagalli.

Il Presidente Enzo Cantagalli, alla mostra di S. Daniele del Friuli 1994

Enzo Cantagalli, vive a Pieris in Provincia di Gorizia.
La passione per le orchidee, s’innesta nei suoi interessi hobbistici e culturali, alla fine di un percorso che lo vede come tanti altri, sensibile al meraviglioso mondo della natura e dei fiori in generale.
La sua formazione esprime l’influsso della tipica famiglia borghese, collocata nel contesto storico della prima metà del secolo scorso, in una parte dell’Italia molto provata dalle vicende socio politiche che hanno segnato profondamente pensieri ed azioni delle sue popolazioni.
Enzo Cantagalli, si laurea presto in chimica e questa sua preparazione professionale sarà forse la molla che lo porterà più avanti, ad immergersi nel magico mondo delle orchidee.
La mia conoscenza con Enzo, avviene all’inizio degli anni ottanta, quando io sprovveduto neofita alla ricerca di consigli, mi sono imbattuto nel suo numero di telefono, provvidenzialmente riportato in appendice, sul famoso libro di Rebecca Tyson Northen: LE ORCHIDEE.
Allora mi stavo dando da fare per cercare ed organizzare quel poco che c’era in zona ed ho subito trovato nel dott. Cantagalli una disponibilità totale, espressa sin da subito con una signorilità intellettuale impareggiabile.
Mi ricordo il primo incontro e soprattutto mi ricordo le forti sensazioni che ho provato, dentro la sua serra, al cospetto di una collezione speciale.
Enzo mi raccontò del suo impegno nel mondo amatoriale, mi parlò del lavoro di un altro appassionato delle orchidee, il Comandante Mario Dalla Rosa, Presidente dell’allora S.I.O. ed insieme, facemmo poi una carrellata dei possibili appassionati di questo stupendo fiore.
Praticamente, nacque l’embrione delll’ATAO (Associazione Triveneta Amatori Orchidee).
Riuscimmo a mettere insieme il numero sufficiente di persone per poter costituire l’associazione davanti al Notaio dott Helio Pierotti, emerito entomologo (ricordo sempre come ama presentarsi – sono un entomologo che per vivere fa il notaio) che in quell’occasione ci fece una cortesia infinita, non ci chiese il conto.
Il dott. Cantagalli, divenne il primo Presidente dell’associazione: era il 1987.
Con il passare degli anni, si sono succedute come in un film, varie vicende, si sono affacciati all’associazione molti appassionati, molti ne sono usciti, ma le esperienze e gli insegnamenti maturati hanno costituito e costituiscono una scuola di pensiero, valida per tanti e soprattutto valida anche per il futuro, dentro e fuori le associazioni..
Il più importante è senza dubbio quello della mutualità, in altre parole lo scambio o la semplice dazione di piante agli amici ed in questo senso io ora sono orgoglioso di presentare le mie piante con il loro nome e cognome e con la precisazione finale, questa appartiene a Enzo, questa appartiene a Nevio, quella appartiene a Ivan ecc.
Poi, fatto altrettanto importante, il proselitismo, ovvero parlare consigliare, mostrare e socializzare liberamente.