Spazio aperto

DIALOGO CON I VISITATORI DEL BLOG
Girando sul blog, alla ricerca di qualche notizia dei mesi scorsi ho trovato nuovi commenti fatti sui post archiviati. Ringrazio gli amici e mi scuso per l’ennesimo ritardo nelle mie risposte. Colgo però l’occasione per invitarvi ad inviare i vostri graditi commenti, nella finestra più recente, poco importa se non è pertinente con il tema del post.
Vi ringrazio per la pazienza prestatami.. cercherò di potenziare le prestazioni di questo sito per altro gia premiato dalle statistiche di contatti.
COMMENTI RIPESCATI:
Commento di rosanna
salve, ho letto parecchi commenti suoi sulle orchidee soprattutto m’interesserebbe qualcosa sulle Phalaenopsis, tipo come curarla, perchè mi si sono ingiallite completamente le foglie come se fossero diventate marce, e più importante come farle vivere senza farle soffrire, grazie in anticipo per il tempo che ci dedica. Rosanna
Mercoledí 15/09/04 @ 16:54:19

Risposta
Rosanna, per farmi perdonare del ritardo pubblico un post specifico per la cura delle Phalaenopsis, ciao.

Commento di michele
Potrebbe essere una M. bicornis?
Martedí 12/10/04 @ 11:32:17

Risposta
Ciao Michele, oggi le comiche: non riesco più a trovare neanch’io, il nome della Masdevallia in concorso, comunque mi sembra che tu non abbia indovinato…. Ciao

Commento di -Ale-
Ciao, anche io sono iscritta da poco al forum di Giardinaggio.it. Quello che conta è’ l’amore per le piante e i fiori. Da quello che leggo e vedo hai da dire parecchio al riguardo. Complimenti 🙂
Domenica 31/10/04 @ 20:30:36

Risposta
Ciao Ale, sono felice di leggerti sul mio blog e ti ringrazio per i complimenti.
In merito alla tua richiesta di possedere una specifica Masdevallia, guarda che sono abbastanza difficili da coltivare… se vuoi provare con una pianta te la posso regalare io… però spiegami come stai con le orchidee. Ciao

Collezione Guido De Vidi. Foto del 08.11.04
Tutti i diritti sono riservati
Phalaenopsis venosa Shim & Fowulie 1983

Luoghi d’origine: Sulawesi (Celebes) Indonesia.

PHALAENOPSIS – L’origine del nome deriva dal greco phalaina “farfalla notturna” e opsis che significa simile, vista la sua somiglianza con certe falene tropicali.
Esistono circa cinquanta specie; alcune sono assai note, altre più rare nelle collezioni.
Certe specie mostrano splendidi fiori che le rendono preziose, anche se durano pochi giorni, mentre altre, mantengono la fioritura da due a cinque mesi e fioriscono in successione dando quindi l’impressione di durare assai di più, e rendendole ancor più desiderabili.
Le Phalaenopsis non hanno bisogno di molta luce e richiedono una minima temperatura notturna di 18 gradi, due fattori che rendono facile la loro coltura in serra e non eccessivamente difficile in ambienti domestici.

La divulgazione delle Phalaenopsis “ibridi” che praticamente hanno invaso le nostre case,
colloca queste orchidee fra le più richieste. I motivi di tanta popolarità derivano dalla lunga durata dei fiori, dal costo relativamente contenuto e dalla facilità di propagazione.
Le lunghe e ampie foglie che s’incurvano possono essere lucide o coriacee, verdi o chiazzate di grigioverde, e molto spesso pigmentate di porpora nella pagina inferiore. Sono lunghe da 10 a 40 centimetri, perciò una pianta adulta può occupare un’area abbastanza grande. In altezza la pianta cresce lentamente e forma solo una o due foglie nuove ogni anno. Le piante adulte si compongono di cinque o sei, alcuni esemplari qualcuna di più. Le robuste radici, sovente appiattite, si sviluppano sul fusto, tra le foglie mature, e si allungano verso il basso, dentro e fuori del vaso di coltura, scendendo ancora di qualche centimetro.
Le spighe fiorali nascono all’ascella delle foglie più basse, sovente dalle zone dove vecchie foglie sono cadute e quindi dalla parte più vecchia della pianta. I fiori si dividono per la loro struttura in due gruppi. Il primo gruppo, quello dell’Euphalaenopsis, è caratterizzato da appendici che sporgono dal labello e da petali assai più ampi dei sepali. Il secondo gruppo, quello delle Stauroglottis, ha i petali simili ai sepali e il labello privo di appendici.
In entrambi i gruppi, il labello, che ha varie forme, è unito alla parte basale della colonna, chiamata «piede» della colonna, per mezzo di un prolungamento.
La stagione vegetativa, durante la quale si formano le nuove foglie e si sviluppano le radici, va dalla primavera all’autunno e le spighe dei fiori compaiono dalla tarda estate all’inverno.
Alcuni esemplari sono molto puntuali riguardo l’epoca di fioritura, molti altri un po’ meno, soprattutto gli ibridi, e quindi le spighe fiorali possono svilupparsi in qualsiasi momento dell’anno, indipendentemente dallo sviluppo vegetativo della pianta.

In molte specie, lo stelo fiorale è alto ed arcuato senza ramificazioni nelle forme bianche, ramificato in altre.
Alcune piante formano tutti i fiori su una sola spiga e nello stesso tempo. In altre varietà, i fiori si aprono in successione, e lo stelo continua a formare nuove gemme. Le piante che hanno questo comportamento possono rimanere in fiore per buona parte dell’anno, dato che i singoli fiori durano diversi mesi e che nuovi continuano a formarsi per sostituire quelli appassiti.
Non tagliate la spiga fiorale finché non siete ben sicuri che ha cessato di formare nuove gemme.
In molte specie e ibridi, se lo stelo dei fiori viene reciso proprio sotto il nodo che ha prodotto il primo fiore, può formarsi uno stelo laterale da uno dei nodi inferiori recante una seconda spiga.
Quando una Phalaenopsis non è coltivata in condizioni ambientali ottimali, difficilmente forma nuovi getti fiorali in presenza di ramificazioni laterali sui vecchi steli; sarà l’esperienza a stabilire se rimuovere uno stelo fiorale o lasciare che formi rami secondari.

COLTIVAZIONE

Invasatura.
Le Phalaenopsis richiedono vasi piuttosto piccoli e, in generale, non vogliono essere rinvasate con frequenza.
Non si deve tuttavia permettere ad una pianta di esaurirsi. Con questo tipo d’orchidee, forse più che con qualsiasi altro, è importante scoprire il giusto substrato di coltura, adatto all’ambiente e alle condizioni climatiche.
Il substrato che incontra generale successo si compone di corteccia d’abete, miscelata con poca torba di sphagno.
Ricordo che la corteccia, va messa a bagno 3-4 giorni prima allo scopo di prepararla già umida ed inoltre per togliere la polvere e le impurità di vario genere.
Si rinvasa, quando il substrato non è più in buone condizioni o quando una pianta ha perso molte foglie inferiori e rimane fuori del substrato, il fusto nudo. In generale s’interviene, quando le nuove radici si stanno sviluppando, di preferenza, a fioritura finita.
Per rinvasare, rimuovete la pianta dal vaso e ripulitela dal substrato vecchio. Rompete con le dita la parte secca del fusto, posta al di sotto la corona delle radici vive.
Nel caso in cui le radici attive sono troppo lunghe, tagliatele ad una lunghezza conveniente per il nuovo vaso: le radici tagliate daranno rami laterali che penetreranno nel substrato, permettendo un saldo ancoraggio della pianta. Lasciate che le radici superiori assumano la loro posizione naturale, sia all’interno sia all’esterno del vaso.
La corteccia dovrà essere in pezzi piuttosto grossi e la pianta sarà sistemata ben al centro del vaso e, qualunque sia il materiale usato, la parte basale dovrà essere coperta da 3 centimetri circa di substrato.
Dopo l’invasatura, la pianta, va innaffiata con moderazione. Mantenete l’atmosfera umida (60-70 per cento di umidità relativa) e nebulizzate le piante una volta al giorno.
IL periodo di post rinvaso richiede particolare attenzione, se si nota un eccessivo appassimento delle foglie, vale la pena di ridurre ulteriormente la luce per tutto il periodo necessario alla formazione di nuove radici.
Queste piante, che provengono dalle regioni tropicali dell’Asia, calde e umide, devono essere coltivate a temperature moderatamente calde.
Durante la notte la temperatura non dovrebbe scendere sotto i 18 gradi centigradi. La temperatura diurna dovrà essere di 5-6 gradi in più di quella notturna, durante l’inverno, ma potrà aumentare durante l’estate, purché sì prendano le consuete precauzioni contro un calore eccessivo.

Acqua.
Le piante vanno innaffiate di frequente, in modo da non lasciar mai asciugare completamente il substrato di coltura; ma si tenga presente che non amano essere tenute a bagno.
Le piante gradiscono una nebulizzazione nei giorni di bel tempo, ma devono asciugarsi prima della notte. I getti tendono ad essere succulenti e sono particolarmente facili a rovinarsi per eccesso d’umidità.

Somministrazione di fertilizzanti.
Le Phalaenopsis traggono profitto dalla somministrazione di fertilizzanti. Il quantitativo opportuno, se coltivate in corteccia, è di un grammo per litro d’acqua ogni 2 o 3 settimane, scegliendo la formula 30-10-10 nella fase vegetativa e 20-20-20 il restante periodo.

Luce.
Una luce troppo forte, ingiallisce le foglie e bracchizza la pianta. Le Phalaenopsis crescono bene con luce soffusa da sotto bosco.

Ventilazione e circolazione dell’aria.
L’aria in circolazione dovrebbe essere umida. Una buona ventilazione e circolazione dell’aria aiutano a mantenere sane le piante in ogni momento, ma sono particolarmente importanti per impedire che le foglie siano colpite dal fungo Botrytis che prospera a basse temperature in ambiente stagnante.

Parassiti delle Phalaenopsis.
Il nemico delle Phalaenopsis, ed anche d’altri generi, è il falso ragnetto rosso. La specie Tenuipalpus pacificus è appunto chiamato il parassita delle Phalaenopsis.
Esistono diverse specie simili al Tenuipalpus, appartenenti al genere Brevipalpus, che gli rassomigliano per l’aspetto e per il comportamento e che attaccano sia le Phalaenopsis, sia altre orchidee.
Il falso ragnetto rosso provoca danni gravissimi alle foglie, manifestandosi dapprima come macchie giallastre irregolari che diventano poi incavate e si necrotizzano, restando bianche o grigie o diventando marrone, e che finiscono per causare una perdita precoce delle foglie. Il danno provocato dal parassita ha l’aspetto di una malattia fungina o virale. I parassiti sono invisibili ad occhio nudo, cosa che li rende ancor più pericolosi; possono essere visti soltanto con una lente a dieci ingrandimenti, oppure con un microscopio binoculare anche non molto potente.
Sovente in una sola macchia della foglia si annidano più parassiti e altri possono nascondersi lungo le nervature o all’ascella delle foglie. Si insediano in entrambe le pagine delle foglie e provocano danni, sia sopra sia sotto.
Altro nemico micidiale per tutte le orchidee ed anche per le Phalaenopsis, è la cocciniglia cotonosa.
Un buon insetticida sistemico e poco nocivo per l’uomo è il Confidor: potete trovare notizie su questo Blog nell’archivio di Ottobre post n° 16.

Per finire, attenzione alle lumache ed alle chioccioline: il detto che le orchidee piacciono ai collezionisti ma alle lumache ancor di più è sempre d’attualità.

12 pensieri su “Spazio aperto

  1. Pingback: Orchids.it » » Phalaenopsis in casa

  2. piera57

    E\’ veramente splendido il tuo sito Guido!!!!
    E\’ una meraviglia delle meraviglie…..
    devo assolutamente venirti a trovare…..
    Le piante le coltivi solo ed esclusivamente solo per te?
    compliment….issssssimisssssimi!
    ciaociao
    piera57

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  3. Alessandra

    Gentile Guido,
    come può constatare ho raccolto il suo invito ad accedere al suo blog. E\’ molto ben realizzato, ricco di consigli utili e considerazioni interessanti. Le sue fotografie, però, sono un autentico incanto, e non le nascondo una sottile invidia per ciò che la sua abilità le consente di realizzare… Mentre io lotto per far sopravvivere la mia prima pianta e per scrivere una tesi di laurea decente in un settore davvero arido.
    Grazie per la sollecitudine con la quale ha risposto, oggi, al mio sos.
    Ale

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  4. Piper

    Ciao Guido, sempre più bello e completo il tuo blog.
    E meno male che ti ricordi anche di illuminare chi come me si dedica alle piante più facili e forse un po\’ banali per gli esperti!

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  5. Cinxia

    Presso la Giardineria Drago c\’è, sabato 13 e domenica 14) una mostra amatoriale organizzata (credo) dall\’associazione triveneta amatori orchidee… di più non so dire!
    Spero di poterla venire a trovare quanto prima se lei sarà disponibile 🙂

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