Cattleya: sequenza di un rinvaso

Quando e come intervenire
La tua Cattleya vuol scappare dal vaso? Hai due scelte…lasciarla andare ed avrai un esemplare, oppure intervenire e dividerla in due o più parti avendo cura di lasciare almeno tre o quattro pseudobulbi alle nuove divisioni.
La divisione di un’orchidea ed il suo rinvaso sono operazioni da farsi quando la pianta è nella fase di sviluppo e possibilmente in primavera-estate. A meno che, non ci siano dei problemi in atto è sconsigliabile cimentarsi in divisioni durante la stagione fredda.

6 azioni in sequenza a partire da sinistra verso destra a scendere

A svasatura avvenuta, in questo caso fortunatamente troviamo le radici in buono stato, puoi procedere alla pulizia eliminando tutto il substrato vecchio, alla divisione del rizoma orizzontale in due spezzoni ed infine alla potatura delle radici togliendo quelle secche o marce ed accorciando le rimanenti 5-10 centimetri al massimo.

Scelto il vaso di giusta dimensione (con 4 pseudobulbi forza a fiore è sufficiente uno con diametro di 16 cm) puoi procedere alla sistemazione (la parte recisa del rizoma orizzontale va appoggiata al bordo del vaso per lasciare tutto lo spazio di crescita alla nuova vegetazione), avendo cura di mettere sul fondo del vaso del materiale drenante ed inerte (polistirolo può andar bene) e di usare bark già umido (messo a mollo in acqua per alcuni giorni e lasciato ad asciugare per almeno qualche ora). E’ consigliabile sostenere la pianta con un tutore.

PS) la seconda divisione, quella sul tavolo a fianco della pianta rinvasata è in omaggio al primo ospite della prossima visita virtuale alla mia serra 😉

5 pensieri su “Cattleya: sequenza di un rinvaso

  1. Guido Autore articolo

    Ciao Claudio, se le radici sono già lunghe ed in piena crescita conviene lasciarle crescere fuori: in questi casi io appendo il vaso ed è così che, lascia stare un anno lascia stare due, mi ritrovo con piantone indivisibili, ma belle.
    Per la visita le porte sono aperte: telefona prima 042290870
    PS) sbaglio o sei tu fra i promotori della neonata associazione orchidofila trentina?
    Complimenti a voi…quando ho creato l’ATAO, letteralmente (Associazione Triveneta Amatori Orchidee), ho pensato di mettere insieme Friuli – Veneto e Trentino alto Adige), ma è rimasto un mio sogno inespresso.
    Ora la situazione è più complicata, chi vivrà vedrà.
    Ciao a presto
    Guido

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  2. claudio

    ciao Guido, invece a mè sono scappate una marea di radici fuori dal vaso(non pensavo una crescita così di un paio di LC. ora se voglio rinvasare accorcio le radici? anche se sono tutte ancora in crescità? cosa mi consigli ,dato che sono due identiche di fare un vaso unico? mi stò organizzando per venire a trovarti con un paio di amici.
    un saluto Claudio .

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  3. Elena M.

    Grazie Guido, provvederò subito, la soluzione sacchetto la sto già provando con due phal che mi hanno dato praticamente secche ma che prima di buttare ho provato a mettere nel sacchetto, sono circa due mesi, non succede niente ma tanto non mi danno impiccio e prima di rinunciare penso di pazientare ancora un pochino.
    Per quanto riguarda i fiori della cattleya non sono così ottimista, probabilmente dovranno passare anni, ma di pazienza ne ho tanta.
    Salutoni
    Elena

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  4. Guido Autore articolo

    Ciao Elena, complimenti…il fungicida non è che sia indispensabile ed hai fatto bene seguire la via della cicatrizzazione naturale.
    Per quanto riguarda lo pseudobulbo solitario, certo che ce la farà!
    Però prima di sistemarlo su zattera (anche le Cattleya possono essere sistemate su zattera, sono pure loro epifite) io lo metterei per qualche tempo dentro un sacchetto di Nylon trasparente, sopra un piccolo letto di sfagno o muschio umido. Procedi così: prendi un sacchetto di quelli per conservare gli alimenti in frigo, calcola che sia capiente tanto da contenere tutto lo pseudobulbo, sistema sul fondo un pugnetto di sfagno impregnato d’acqua, posaci sopra la base del tuo “figlioletto”, gonfia il sacchetto e poi chiudi dentro tutto con un bel legaccio. Appendi il sacchetto in una parte luminosa ed attendi…prima o poi si sveglierà una nuova gemma dormiente che emetterà delle piccole radichette: prima che crescano oltre qualche centimetro, tira fuori il retrobulbo e sistemalo su zattera appoggiando le radici con attenzione sopra un po di sfagno, legando e sostenendo il tutto finché non sarà in grado di farlo da solo.
    In bocca al lupo e facci vedere i fiori!
    Ciao
    guido

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  5. Elena M.

    Caro Guido, a proposito di rinvasi di cattleya volevo dirti che seguendo i tuoi consigli in un post precedente sui rinvasi e di un altro che mi davi nella rubrica “i vostri successi”, ho rinvasato la mia cattleya ai primi di marzo, il composto in cui si trovava era veramente in uno stato pietoso e le radici praticamente inesistenti, ho diviso la pianta in tre parti, era formata da circa 12 o 13 rizomi, (non sono stata bravissima perchè non ho messo il funghicida, ho paura di tutto quello che è velenoso, l’ho comprato ma quando era il momento di usarlo mi ha preso la tremarella e non l’ho neanche aperto), però ho lasciato asciugare i tagli per un paio di giorni prima di rinvasarli ed ora posso dirti che si vedono formarsi le radici e i nuovi rizomi. Una pianta ho potuto regalarla a mia madre e come dici sempre tu è bello e dà soddisfazione condividere con gli altri i nostri successi.
    Ora però, dopo tutto questo chiacchierio, volevo chiederti: durante la divisione si è staccato un rizoma ed è rimasto solo, naturalmente non l’ho buttato via, provvisoriamente lo tengo appoggiato in un vaso con gli altri ma vorrei metterlo su zattera, lo posso fare anche con una cattleya? Si sta formando quello che credo sia un nuovo getto, pensi che andrà avanti nella crescita anche se è uno soltanto?
    Aspetto un tuo consiglio e chiedo perdono a tutti per essermi dilungata così a lungo, ma quando parlo delle mie piantine non la finisco più.
    Baci a tutti
    Elena

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