Phaius flavus abbandonato: rinvaso e coltivazione

Come siamo strani noi collezionisti di orchidee! Sono tante e molto diverse fra loro le varie specie, talmente tante, che ci consentono di vivere periodici “innamoramenti” ed altrettanti periodi di disaffezione con alcuni gruppi della loro grande famiglia.
Capita che per alcuni anni il collezionista straveda, ad esempio per gli Oncidium, poi invece arriva l’innamoramento per le specie miniatura, certamente non mancherà la grande passione per i Paphiopedilum , giungerà anche la grande stagione delle Cattleya, delle Laelie rupicole e così via. In questo modo prendono sostanza la cosiddette “predilezioni temporanee”, per un genere piuttosto che per altri, ma, come nella vita sentimentale, anche con le orchidee qualche volta si trascura e si tradisce chi prima si era desiderato ed amato. Come in amore, anche con le orchidee, la passione sopita rimane latente e a volte ritorna: nella mia serra ci sono varie piante di Phaius flavus e tankervillae, dapprima cercati, ben coltivati ed ammirati, poi abbandonati sotto i bancali al loro destino senza veri motivi. Le piante continuarono a vivere senza chiedere nulla e la scorsa primavera, qualcuna riuscì anche a fiorire, leggi questo post.
Ora sto rinvasandole tutte quelle piante e sicuramente troverò loro degli spazi più opportuni…magari con il tuo aiuto 😀

Vuoi aiutarmi a rinvasare la pianta di Phaius flavus esposta a Pordenoneorchidea 2008? Bene, cominciamo le operazioni.

Le due foto mostrano la pianta, prima (a sinistra) e dopo l’operazione di rinvaso. I problemi sono sempre gli stessi: decomposizione del substrato e proliferazione di felci. la prima operazione da compiere è ovviamente quella di ispezionare lo stato delle radici. L’orchidea che stiamo rinvasando è terricola e quindi le radici dovrebbero essere più resistenti ad eventuali ristagni del sub strato…vediamo come sono messe. A sinistra si nota qualche vecchio pseudobulbo necrotizzato, ma complessivamente il substrato ha retto bene e, dopo aver fatte le dovute pulizie e potature, ecco le due divisioni pronte per la sistemazione in nuovi vasi. La dimensione del vaso va cercata tenendo conto la regola dei 3 centimetri di corona circolare fra bordo e pseudobulbi.
Hai già capito che da questo rinvaso otterremo due nuove piante … se vuoi iniziare l’avventura con i Phaius, questa alla tua sinistra è disponibile 😉
Bene, il nuovo composto è pronto: una parte di bark, una di torba di sfagno, abbastanza sabbia, detriti calcarei, una manciata di perlite e pertanto, ora possiamo procedere con la piantumazione delle due nuove divisioni.
Naturalmente, durante tutte le operazioni illustrate in questo post sono sempre valide le raccomandazioni generali: operare con strumenti sterilizzati e disinfettare eventuali ferite con fungicida in polvere (Mancozeb ad esempio).
Mettiamo un po di polistirolo sul fondo del vaso per favorire il drenaggio e poi iniziamo a rimpinguare attorno alla pianta con il nuovo composto, avendo cura che occupi tutti gli anfratti del vaso, senza comprimerlo però: la giusta calibratura sta tutta nelle vostre mani.
Il lavoro è ultimato, la prossima primavera vedremo i suoi fiori, gialli e luminosi.

9 pensieri su “Phaius flavus abbandonato: rinvaso e coltivazione

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