Bulbophyllum lasiochilum

Originato da una piccola divisione di alcuni bulbi, questo Bulbophyllum proviene dalla collezione di Guido, il quale il giorno che me lo diede lo osservò e non trovando l’etichetta sulla pianta “madre” mi disse: “tu etichettalo come Bulbophyllum vaginatum e quando fiorirà fammi sapere se il nome è corretto”.
Paziente come il ragno che tesse la sua tela, e dopo un annetto abbondante di amorevoli cure, eccolo finalmente giunto alla sua fioritura.
La sorpresa/delusione (mi sarebbe piaciuto il B. vaginatum che mi ricorda tanto il B. medusae, ma e comunque un B. bello ed intrigante) è stata quella di scoprire che il Bulbophyllum in oggetto è il bellisimo B. lasiochilum.

Questa è la forma gialla, ne esiste una più diffusa i cui tre petali superiori e la colonna sono di un colore bruno scuro, la sua distribuzione si estende dal Myanmar (ex Birmania) sino alla Penisola Malese.
Non di rado accade che nel meraviglioso mondo delle orchidee il fiore sia di pari dimensioni se non maggiore della pianta, in questo caso le dimesioni del fiore, singolo, e della rispettiva pianta si equivalgono.
La parte superiore del labello prossima al congiungimento con la colonna è ricoperta di una fitta peluria bianca, mentre il labello è diviso in due nel mezzo, i due lobi che si formano possono assumere diverse forme…dalle punte convergenti (come nel mio caso sopra) a quella parallela, per arrivare a quella in cui le due estremità si incrociano (immagini sotto).

Il nome del genere Bulbophyllum deriva dal greco antico combinato con il latino bulbos=bulbo e phyllon=foglia, ad indicare l’aspetto “bulboso” delle foglie che contraddistinguono questa specie. Il nome della specie, lasiochilum (ed in generale anche nelle altre due desinenze -us e -a), derivante anch’esso dal greco antico combinato col latino, significa labbro/labello ben ricoperto di peli.
In coltivazione io lo coltivo in zattera di sughero con un sottile pane di sfagno alla base. Posto nella parte più luminosa della serra ( 🙂 ora anche io lo posso dire!) viene lasciato asciugare tra una bagnatura e l’altra e viene concimato senza regolari cadenze con concime bilanciato 20-20-20

3 pensieri su “Bulbophyllum lasiochilum

  1. francesco

    Ciao! anche io ho questi bulbetti solo che non ho una serra. come potrei coltivarli in casa? vogliono molta umidità e caldo tutto l’anno giusto? se li hai fatti fiorire sarai un esperto no? 😉 Ciao!

    Rispondi
    1. Massimo M.

      Ciao Francesco,
      esperto al momento è una parola grossa, prefrisco definirmi un principiante con qualche anno di esperienza.
      A dirla tutta non è che possieda una serra da chissà quanto, è circa un mese che è in funzione, mentre prima la sola struttura (lo scheletro) fungeva da riparo estivo.
      L’inverno le mie orchidee lo passavano in taverna sotto luce artificiale a temperatura 15/16 notturna e 20/21 diurna; annaffiature settimanali e concimazioni mensili.
      Credo che lo stimolo alla fioritura sia stato dato innanziutto dalla sistemazione esterna delle piante da maggio fino a fine settembre, dalla nebulizzazione costante, dalle concimazioni più frequenti e dalla luce (che io sostengo sia uno dei fattori dominanti per la fioritura delle orchidee). Questo Bulbophyllum lo coltivo su zattera di sughero con un sottile strato di sfagno o muschio tra pianta e supporto…madre natura avrà fatto il resto!

      Rispondi
  2. Marco Ud

    Anche se non è il vaginatum è molto bello anche questo bulbophyllum, particolare la forma del fiore e la colorazione del labello che pare… contraria!

    Rispondi

Ciao! Che ne pensi?