Archivio mensile:Dicembre 2012

Buon Natale

Mi scuso per le difficoltà di connessione che sicuramente avrete avuto nei giorni scorsi; ci sono stati problemi tecnici dovuti a modifiche hardware del server che ospita questo sito, ad ogni buon conto è una buona occasione per…

Bianca come la neve, fragrante e delicata… un dolce pensiero di Natale, dedicato a tutti voi che seguite Orchids.it
… in questi giorni siamo tutti un po’ più buoni, sono giorni affettuosi. Chi può, sta con la famiglia, con i parenti e si gode il calore della comunità. Chi è solo cerca calore nello spirito. Chi ama cerca conferma. Chi soffre trova conforto e speranza. Chi ha problemi di salute trova la forza di superarli. E’ giusto che sia così.
Buon Natale, buon Natale a tutti.

Foto di copertina
Bc Pastoral ‘Innocence’ AM/AOS
(C. Mademoiselle Louise Pauwels x Bc. Deesse)

Ottimo risultato di un incrocio fra (C. Mademoiselle Louise Pauwels x Bc.Deesse) ottenuto nel 1961 da Rolf Altenburg (Floralia).
Da questa semina sono stati ricavati diversi cloni famosi (‘White Orb’, ‘Monica’, ‘Ave Maria’, ‘Ariel Carnier’, ‘Pink Pearl’), ma forse il più noto è ‘Innocence’, desiderato e coltivato ancor oggi da molti coltivatori di tutte le parti del mondo, ecco i premi ottenuti dal clone Bc. Pastroal ‘Innocence’: 1961 AM/AOS, CCM/AOS-JOS, BM/JOGA, PC/JOS BM/JOGA
Caratteristica inconfondibile dei suoi fiori è l’impercettibile macchia magenta sul bordo del labello, come una goccia di sangue, da cui il nome clonale “Innocenza”
Fiorisce regolarmente fra Natale e fine anno.

Feeling… storie con passione


Il freddo sta giungendo da nord e questa notte le temperature sono scese sotto lo zero termico. Brutta notizia per i “poveri” collezionisti amatoriali di orchidee esotiche. Brutta notizia anche per me, purtroppo!! I costi di mantenimento della mia collezione, in questi ultimi anni sono saliti in forma esponenziale, tanto da costringermi a ridurre drasticamente le temperature notturne e diurne della serra (300 metri quadri da riscaldare).
La prima azione che ho attivato questa mattina, dopo il caffè ovviamente, è stata quella di controllare la situazione in serra. Erano da poco passate le otto ore ed in serra il termometro segnava 11° come da programma, di lì ad un’ora il termostato avrebbe commutato sui 15° e non uno in più. Questo è quello che le mie finanze si possono permettere, il resto lo deve fare il sole… pare che le piante, pur di rimanere con me, accettino la situazione. Paradossalmente qualche pianta sta addirittura meglio.
Alle otto del mattino era ancora freddo fuori, l’erba del giardino era tutta dipinta di bianco dalla brina; la prima brinata della stagione. Dentro in serra si stava un po’ meglio, qualche raggio di sole ancora basso all’orizzonte riusciva già a penetrare attraverso i vetri, e andava ad illuminare un manipolo di piante fra le quali Phalaenopsis leuchorroda (vedi foto a sinistra) abbarbicata ad una parete della serra. Con le sue radici così tenacemente attaccate ai ruvidi blocchi di cemento, quella pianta sembrava volesse invitarmi a raccontare la sua storia.
Tutte le orchidee della mia collezione custodiscono la loro storia, a volte piacevole, in certi casi intrigante, oppure amara, proviamo a ricordarne qualcuna.
Phalaenopsis leuchorroda , sì iniziamo proprio da lei.

Ambienti di vita
Non ricordo la sua provenienza, son trascorsi molti anni dal suo arrivo in serra, inizialmente viveva in un piccolo vaso di plastica e prosperava senza problemi, poi, una bagnatura sbagliata e la complicità della presenza di qualche ferita sul colletto, diede il via ad una batteriosi, che in breve tempo distrusse la pianta.
Della pianta rimase solamente il fusto con una foglia ingiallita, non trovai il coraggio di eliminarla, la spostai in un posto più protetto e soprattutto più controllabile a vista, appoggiata al muro per l’appunto. Restò un anno senza produrre nuove vegetazioni, poi, lateralmente al fusto principale, apparve il primo germoglio e crebbe la prima nuova foglia, la stagione successiva spuntò la seconda foglia, ma due punture di qualche ospite indesiderato infettarono la nuova foglia. Questa volta, l’infezione fu prontamente bloccata eliminando le parti aggredite.
Quest’anno è spuntata una nuova grande foglia accompagnata da un esteso e vigoroso apparato radicale; segnale che tutto va bene…ora attendiamo i fiori.

Il Dendrobium della signora Aung
Il collezionista di orchidee, spesso riceve qualche pianta, magari da amici al ritorno da viaggi in paesi esotici, oppure da orchidofili stanchi e delusi.
E’ capitato anche a me e l’orchidea abbarbicata al muro della mia serra (foto a sinistra) vi racconterà una bella storia di amicizia fraterna… ricordo benissimo il suo arrivo…eravamo nel 2002 quando Toni e Francesca, carissimi amici di famiglia, mi portarono un bel regalino.

Toni e Francesca… il calore dell’amicizia
Toni e Francesca, turisti di qualità – i loro viaggi sono sempre finalizzati alla conoscenza delle culture dei paesi visitati. All’inizio del 2000 programmarono di visitare la Birmania (ora Myanmar).
Durante quel viaggio, Toni e Francesca, visitando un piccolo villaggio sulla strada per Rangon videro un improbabile mercatino di fiori e altre povere cose. Ricordandosi della mia passione per le orchidee, si avvicinarono ad una bancherella per chiedere se ci fossero delle piante di orchidea da acquistare.
Le loro conoscenze orchidofile erano nulle, pertanto si fidarono della Signora Aung (nome dell’esile donna che gestiva la bancherella) e ne acquistarono qualcuna.
La donna chiese 10 dollari USA e rimase molto sorpresa nel vedere i miei amici pagare senza mercanteggiare il prezzo chiesto per quelle poche orchidee acquistate sulla strada che porta a Rangon.
Si sentì tremendamente in colpa la Signora Aung – come mai questi signori non ribattono il prezzo – pensò la donna, vedendo i miei amici allontanarsi dopo aver ringraziato e pagato i 10 dollari richiesti senza discutere – lo fanno tutti i turisti europei – mormorò dentro di sé e per attirare la loro attenzione gridò in inglese – a moment please – e con un inequivocabile cenno del braccio richiamò indietro i miei amici per donargli altre orchidee di varia dimensione e specie, fra queste anche dei piccoli fusti facilmente riconducibili al genere Dendrobium.
Eravamo nell’estate del 2002 e fu così che questa orchidea giunse nella mia serra dalla Birmania.
Sistemai i piccoli fusti su una zatterina che appesi al muro. La pianta colonizzò gran parte del muro e crebbe presto a dismisura, i fusti si allungarono e nella primavera del 2009 mostrarono la loro prima fioritura, che ci permise la sua classificazione botanica: Dendrobium Pulchellum.
Preso dalla gioia ebbi il coraggio di staccare le radici dal muro per portare la pianta all’esposizione di Cattolica… fu la prima e l’unica volta.

Continua… nel prossimo post altre storie: La vedova bianca ed il suo P. rothschildianum sbranato dai cani.

Octomeria umbonulata

Il genere Octomeria

Octomeria (dal greco octo meri “otto parti”, in riferimento alle 8 masse polliniche presenti nei fiori). Il genere comprende circa 200 specie endemiche nel sud America, soprattutto in Brasile.

Octomeria R. Brown 1813
Sottofamiglia: Epidendroideae.
Tribù: Epidendreae.
Sottotribù: Pleurothallidinae
Specie tipo: Octomeria graminifolia

Il genere Octomeria è stato stabilito dal botanico inglese Robert Brown in Hortus Kewensis, seconda edizione, vol 5: pag 211, nel 1813, basando la sua descrizione delle specie precedentemente descritte da Linneo come Epidendrum graminifolium, rinominata Octomeria graminifolia in tale occasione. E’ composto da circa 200 specie (diverse ancora da classificare), epifite e/o litofite di varia grandezza, a volte miniaturizzate e pseudobulbose. Le foglie teretiformi – a volte semi teretiformi – producono brevi infiorescenze con uno o più fiori alla loro attaccatura con il fusto.
Le piante sono dotate di rizomi corti e fusti all’apice dei quali si sviluppa un unica foglia di varia dimensione, piatta o teretiforme solitamente coriacea. Alcune specie hanno fusti molto corti e foglie carnose come ad esempio Octomeria leptotifolia.

Descrizione originale
OCTOMERIA. Brown mss.
Labellum articulatum cum processu unguiformi, cujus
lateribus petala antica adnata. Massce pollinis 8.

O. graminifolia, caule elongato unifolio, folio lanceolato,
pedunculis geminatis unifloris, radice repente.

Octomeria umbonulata:escrizione della specie.

Octomeria umbonulata Schltr., Repert. Spec. Nov. Regni Veg. Beih. 35: 67 (1925).
Specie nativa a sud sud-est del Brasile e a nord dell’Argentina. Orchidea epifita endemica a quote intorno a 7-800 metri di altitudine sul livello del mare; richiede temperature intermedie fresche.
Origine del nome di specie: dal latino “umbone”, dal greco “omphalos” – rilievo o prominenza centrale di organi vegetali, forse in riferimento al pannicolo centrale dei fiori.

Coltivazione
Octomeria umbonulata, può essere considerata una specie miniatura e quindi si presta particolarmente ad essere coltivata su zattera.
Pur essendo dotata di foglie carnose non desidera ristagni d’acqua che provocherebbero marcescenze fogliari.
Fiorisce in vari periodi dell’anno, generalmente in autunno/inverno.
Temperature da serra intermedia, nessun marcato periodo di riposo. Rallentare le bagnature nel periodo invernale.

Nota: leggi anche questo post: Octomeria grandiflora