Fatti e misfatti

In tutte le forme della vita associata, l’uomo organizza occasioni di sfida e di valutazione delle proprie capacità.
Questo avviene nello sport, nella scienza, nella letteratura e in altre discipline, con premi, oscar, e medaglie.
Anche nel mondo delle orchidee si usa premiare piante in esposizione, valutate con regole prestabilite, per gruppo per rarità o per coltivazione. Per farlo ci sono i giudici, che si pensa siano capaci e soprattutto super partes.
Più l’evento è importante, più le giurie dovrebbero essere qualificate, ma a volte, forse non per colpa loro, assegnano premi a dir poco immeritati (eufemismo).
E’ capitato all’ultimo evento WOC in Ecuador (novembre 2017) con le piante esposte nello stand allestito (notte tempo) dalla FIO e dall’AIO, per nome e per conto della Fiera di Padova che ha sponsorizzato la loro presenza come Italia.
Cosa è successo. Lo stand in questione è stato realizzato con orchidee acquistate (il giorno prima), in vivai locali, probabilmente nelle splendide serre di Ecuagenera, non poteva essere altrimenti: nessuno dei nostri baldi eroi coltiva orchidee a tal livello, e non essendo coinvolta nell’avventura, la produzione italiana, in Ecuador i nostri eroi sono andati solamente con lo zainetto della loro biancheria e basta.
Fosse finita qua, forse la commedia si sarebbe estinta con poco clamore. Ed invece, la qualificatissima giuria internazionale (all’evidenza ingnara della provenienza delle orchidee), ha assegnato delle medaglie alle orchidee esposte nello stand dei nostri eroi.
Euforia, già circolava l’idea che la potente corazzata Potemkin non avrebbe avuto rivali.

Si è anche visto sbandierare il tricolore: “uniti si vince” – si sentiva gridare.

Lascio a voi qualificare il comportamento dei nostri eroi, a mio avviso è una di quelle azioni (esporre orchidee appena acquistate nei vivai di produttori professionisti), che mai un coltivatore di orchidee dovrebbe commettere, ma tant’ è, così è stato.

Però, il diavolo fa le pentole, ma non ci mette il coperchio, e sì, perché i nostri baldi eroi, uniti per convenienza strategica in quell’occasione, in Italia rappresentano due fazioni in competizione (eufemismo) fra loro. Posto che le piante, finito l’evento, sono sicuramente ritornate nei vivai ecuadoregni di provenienza, dove saranno andate a finire le medaglie?
Ufficialmente, delle medaglie non c’è più traccia condivisa, nessuna delle due fazioni ha il coraggio di portarle in trofeo nei vari eventi. Entrambe le fazioni sono tornate alle loro mostre paesane, ma le medaglie?
Dove sono finite le medaglie, figlie di un dio minore?
Bella domanda, qualcuno sa, ma non parla. 😉

Ciao! Che ne pensi?