Archivio mensile:Novembre 2019

RI..(FIO)..riture autunnali

Da tempo aleggiava aria di crisi nella Federazione Italiana Orchidee: la scelta della sede c/o la tenuta del conte Brandolini ha dimostrato sin da subito i suoi limiti. Il nocciolo duro: Conte, Zanardo, Camani, Ghedin, Bosi non ha saputo stare al ritmo che un’Associazione orchidofila a dimensione nazionale doveva avere e a più riprese si è dileguato, rassegnando le diminssioni.

A quel che rimaneva del gruppo dirigente in carica: Presidente Ivan, Morandin, Carbonere, non restava altro che convocare un’assemblea straordinaria di crisi, con l’obiettivo di tenere in piedi l’idea associativa nata da qualche anno.

Ora, la FIO riparte con un nuovo gruppo dirigente.

A seguito della votazione questo è il nuovo direttivo con le relative cariche

Presidente: Massimo Morandin.

Vice Presidente: Franco Bonacorsi.

Tesoriere: Ezio Carbonere

Consiglieri: Antonio Ponzo e Guido Dal Fabbro.

Presidente Onorario: Diego Ivan

Al nuovo gruppo dirigente, e all’Associazione tutta, auguri di un proficuo lavoro a favore dell’orchidologia italiana ORCHIDS.IT

Cattleya Angel Bells story

Questo post racconterà la storia di di una Cattleya bianca, uno degli incroci che hanno segnato la storia delle ibridazioni. Tutto inizia quando Clint McDade del Rivermont Orchids esibì 5 piante di un nuovo ibrido di Cattleya chiamato Bow Bells; aveva fiori così eccezionali che una delle piante esposte ricevette il First Class Certificate (FCC) e il gruppo di piante esposte ricevette la rara medaglia d’argento di eccellenza dell’American Orchid Society. Quattro delle cinque piante esposte, ottenute da seme, erano alla loro prima fioritura. Un tale riconoscimento lasciò il segno nell’ambiente orchidofilo americano, e quel fragile fiore rivoluzionò completamente la qualità degli ibridi a fiore bianco di Cattleya. Si tratta infatti di un fiore che rasenta la perfezione secondo tutti gli standard di giudizio e Cattleya Bow Bells era sulla buona strada per diventare uno degli ibridi più premiati nella storia delle orchidee. Leggi tutto larticolo https://chadwickorchids.com/content/bow-bells-revolution

Ora leggi questo post su orchids.it:

Cattleya Angel Bells (collezione rio Parnasso)

Dopo anni di ibridazioni nel 1960 arrivia il fiore bianco di Cattleya Angel Bells, uno splendido incrocio presente nella collezione rio Parnasso: segui la genealogia: http://www.orchid.or.jp/orchid/people/hashizume/kakeizu/C_Angel_Bells.htm

Coelogyne ovalis

Prologo. Non sempre il rapporto del coltivatore con le sue orchidee è dei migliori. Soprattutto quando le piante in coltivazione raggiungono varia migliaia, può capitare che qualche pianta sia trascurata, dimenticata in una parte inaccessibile della serra. Così è andata con la mia Coelogyne ovalis in foto, da tempo sistemata in un coppo appeso al pannello cooling e nascosta da altre piante. Durante le fasi di smantellamento (chiusura collezione) mi è capitata fra le mani l’orchidea, sporca, con chiari segni di aggressioni di tripidi e di altri parassiti. Onestamente pensai di eliminare la pianta, la appesi ad una rete di supporto in attesa di decisione definitiva, sono trascorsi solamente pochi giorni ed ecco la sua risposta: un po’ malconcia ma piena di fiori… a lei l’onore di questo post.

Il genere Coelogyne è tra i 900 generi di orchidee distribuiti in tutto il mondo ed è stato nominato nel 1821 da John Lindley (1799-1865), che fu, in varie occasioni, assistente di Joseph Banks, direttore di Kew Gardens, professore di botanica all’Università di Londra, autore di Ladies ‘Botanany e organizzatore della prima mostra floreale della Gran Bretagna, nel 1830.

Coelogyne ovalis Lindl 1838 SEZIONE: Fulginosae

Specie epifita e/o litofita, endemica in Assam, Tibet, Nepal, Bhutan, Xizang e nelle province dello Yunnan della Cina, India nord-orientale, Myanamar, Thailandia e Vietnam. Trovata lungo i fiumi nelle valli montane, sugli alberi o sulle rocce ad altitudini da 600 a 3000 metri.

Coelogyne ovalis : fiore.
Coelogyne ovalis : pianta.

Coelogyne ovalis Lindl., Bot di Edwards.Reg.24 (Misc.): 91 1838 . (Sin: Coelogyne decora Wall. Ex Voigt; Coelogyne pilosissima Planch.); Distribuzione: dall’Himalaya alla Cina (W. Yunnan) e Indo-Cina.

Sinonimi:
Coelogyne decora Wall. ex Voigt, Hort. Sobborgo. Calcutt .: 621 (1845).
Coelogyne fuliginosa Lodd. ex Hook., Bot. Mag. 75: t. 4440 (1849).
Coelogyne pilosissima Planch., Hort. Donat .: 144 (1858).
Coelogyne longiciliata Teijsm. & Binn., Natuurk. Tijdschr. Ned.-Indië 27: 16 (1864).
Pleione fuliginosa (Lodd. Ex Hook.) Kuntze, Revis. Gen. Pl. 2: 680 (1891).
Coelogyne arunachalensis HJChowdhery & GDPal, Nordic J. Bot. 17: 369 (1997).

Derivazione del nome di specie: dalla forma rotondeggiantre della parte mediana del labello. Nome popolare cinese: Chang Lin Bei Mu Lan.

Il genere Coelogyne comprende circa 25 specie. Coelogyne ovalis è parente stretta di Coelogyne fimbriata, entrambe sono abbastanza facili da coltivare, perché sono tolleranti a varie condizioni climatiche.

Temperature: da freddo a intermedio – vale a dire al livello più basso 12 – 12,5 gradi Celsius di notte fino a oltre 27 durante il giorno. Luce: media filtrata 50% in serra, all’ombra degli alberi se coltivata all’aperto. Evitare temperature calde e sole diretto, la luce del sole brucia.

Acqua: Coelogyne ovalis desidera molta acqua, quasi ogni giorno se motata su zattera, tenere il substrato sempre umido se coltivata in vaso. Un sistema elementare per verificare la corretta bagnatura della pianta si ha controllando gli pseudobulbi: corretta se gli pseudobulbi sono belli turgidi, deficitaria se invece sono raggrinziti.

Concimazione: La concimazione non è strettamente necessaria per questa orchidea, soprattutto se coltivata in substrato di corteccia. Se si vuole fertilizzare però, conviene usare dosi molto blande e solo una volta al mese.

Con una buona coltivazione, questa specie può fiorire due o più volte all’anno. In generale le Coelogyne non amano essere rinvasate e dopo un eventuale rinvaso la vegetazione rimane ferma per per molto tempo. Qualora si renda neccessario il rinvaso o il cambio di supporto è buona norma mettere tutto l’apparato radicale su un supporto o vaso più grande senza mai rimuovere la pianta.

Sintesi della descrizione scientifica di registrazione: “Rizoma strisciante, relativamente lungo, ca. 3 mm di diametro., Internodi 1-2,4 cm. Pseudobulbi 8-13 cm di distanza sul rizoma, quasi cilindrici, 3-6 cm x 6-8 mm, con due foglie all’apice e due guaine alla base; guaine ca. 3 cm, membranose, caduche quando invecchiano. Foglia lanceolata lama, oblungo-lanceolate, o ovato-lanceolate, 6-12 × 2-3,7 cm, cartaceo, acuminate all’apice o ottuso; picciolo 5-10 cm. Infiorescenza heteranthous; peduncolo 5-8 cm, base rivestita con diverse guaine equitant tubolare; rachide spesso con 1 o 2 o raramente 3 o 4 fiori si aprono in successione, apici del rachide racchiusi in diverse brattee bianche; brattee floreali caduche; pedicello e dell’ovaio 6 -10 mm. Fiori giallo verdolino, con strisce rosse violacee sul labello. Sepali oblungo-lanceolati, ca. 20 × 5-6 mm. Petali filiformi o strettamente lineari, quasi lunghi quanto i sepali, ca. 1 mm di larghezza; labello suboblong-ovale, ca. 20 × 15 mm, a 3 lobi, lobi laterali eretti, subovate; metà del lobo ellittico, ca. 10 × 9 mm, fimbriate a margine; callo con tre lamelle longitudinali, di cui due interni viola si estende dalla parte mediana o apice vicino alla base del disco, lamella mediana indistinta, a volte altre due lamelle molto più brevi di fuori altre sulla metà del lobo. Colonna leggermente arcuata, ca. 13 mm, entrambi i lati con le ali: le ali allargate verso l’apice della colonna, apice ottuso; antera ca. 2,5 mm; rostello ca. 2 mm. Capsule subobovoid, ca. 2,5 × 1,2 cm; fruttificazione pedicello ca. 5 mm. Fl. Ago-nov, fr. prossimo settembre 2n = 40, 80.”…

Paphiopedilum, storia di un ibrido non registrato

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Il cartellino di cui è dotata questa pianta riporta:

Paph. Sunland ‘BRYON’ x Paph. Daphne. (fiore)

Messa così la “cosa” si potrà dire: che carino questo ibrido, ma quando si pensa che questo fiore è il frutto di oltre 130 anni di incroci, viene la voglia di cercare nel suo albero genealogico.

Osservazione: sembra che non ci sia traccia di registrazioni di questo incrocio alla RHS.

Storia dei suoi genitori:
Paph. Daphne ha una storia breve: ibrido primario (Paph. exul x Paph charlesworthii), registrato da W.Appleton 01.01.1903.

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Paph. Sunland ‘BRYON’ x Paph. Daphne (pianta)
Paph. Sunland ha un albero genealogico lunghissimo: mi fermo ai suoi genitori che sono (Paph. Sungrove x Paph. Gorse), registrato da Ratcliffe 01.11.1963.

Ora inseguiamo a ritroso Paph. Sungrove: è figlio di (Paph Minster Lovel x Paph. Chilton) sempre registrato da Ratcliffe 01.01.1957.
Ancora Ratcliffe nel 1952 registra Paph Minster Lovel (Paph. Grace Broughton x Lady Mona).

Paph. Grace Broughton, nasce nel 1945, registrazione Cooke ed è figlio di (Paph. Diana Broughton x Paph Graceful).

A questo punto, per arrivare sino al 1884, quando troveremo le specie che hanno dato vita a tutta questa trafila, prendiamo in esame Paph. Diana Broughton (1936): ecco il link della sua completa genealogia.

Se siete ancora qui a leggere è già un gran risultato, ma sicuramente direte: che cavolo serve tutta questa “pappardella”! Alla fine è un fiore come tanti altri.
Io penso di no, questo fiore sarebbe anonimo e senza valore se non conoscessimo la sua storia, storia che si intreccia con il gran lavoro di coltivatori e di collezionisti, in tanti anni di ricerca. Fra gli ibridatori che ho citato, qualche osservatore attento troverà senz’altro, nomi famosi legati a tante specie o generi di orchidee. Nel nostro caso rimane sconosciuto il motivo della non registarzione, chissà forse non è stato ritenuto meritevole.

Cattleya Mary Ann Barnett ‘EXQUISITA’ FCC/AOS

Foto da internet: C. Mary Barnett ‘ESQUISITA’ FCC/ AOS

Oggi, 3 Novembre 2019 è una giornata uggiosa di inizio novembre. Quel che rimane della mia collezione è già ammassato nella vecchia serra. Là nell’angolo di destra, quello riservato alle Cattleya, ibridi famosi e specie, c’è una piccola pianta con qualche problema: substrato colonizzato da felci di vario tipo. Raccolgo il vaso e leggo il nome: C. Mary Barnett ‘ESQUISITA’ FCC/ AOS. Mi prende la curiosità di saperne di più, ricordo vagamente che si tratta di un ibrido dai fiori bianchi. Accendo il computer ed inizio la navigazione su internet, innanzi tutto per verificare l’esattezza del nome riportato sul cartellino, i dati sono esatti e continuando a navigare mi ritrovo a godere il gran lavoro creato da Rhonda Heide il 24 Ottobre 2013: praticamente la presentazione storica delle Cattleya dai fiori bianchi, compresa Cattleya Mary Ann Barnett ‘Exquisita ‘FCC/AOS

Storia:

Cattleya Mary Ann Barnett

Cattleya Mary Ann Barnett (1960) registrata da Bracey alla RHS
(C. Arctic Circle x C. Bob Betts (1/1/1960))
Un eccellente fiore bianco che si vede raramente nelle collezioni italiane.
Ci sono molti premi AOS, ed ‘Exquisita’ FCC / AOS (90P, 174mm, F = 8, 1980) è la più famosa.

Orchid Committee of the Royal Horticultural Society in azione, 1917.

C. Arctic Circle = C. White Empress x C. Barbara Dane (1/1/1954)
C. Bob Betts = C. Bow Bells x C. mossiae (1/1/1950)

Altri premi
Most awarded/recent cultivars:C. Mary Ann Barnett ‘Exquisita’ (2 awards from 1966 to 1980) C. Mary Ann Barnett ‘David C’ (2 awards from 1967 to 1971) C. Mary Ann Barnett ‘Snowfall’ (2 awards from 1967 to 1969) C. Mary Ann Barnett ‘Sovereign’ (2 awards in 1969) C. Mary Ann Barnett ‘Luxembourg Waltz’ (2 awards from 1961 to 1967) C. Mary Ann Barnett ‘Karyn’ (1981) C. Mary Ann Barnett ‘Versaille’ (1969) C. Mary Ann Barnett ‘Christine’ (1969) C. Mary Ann Barnett ‘Easter Parade’ (1969) C. Mary Ann Barnett ‘Serenity’ (1968) C. Mary Ann Barnett ‘Winged Victory’ (1967) C. Mary Ann Barnett ‘Julie’ (1963) C. Mary Ann Barnett ‘Lisa McDaniel’ (1962) C. Mary Ann Barnett ‘Swan Lake’ (1961) C. Mary Ann Barnett ‘Snow Maiden’ (1960)

MODA

Siamo a cavallo del ventesimo secolo, nella prima metà, anni 40, 50 e 60, negli USA soprattutto vanno di moda i fiori grandi e la nostra Cattleya Mary Ann Barnett è fra le più richieste.

Foto per gentile concessione di Art Chadwick

Anni ’40. La costumista e giudice AOS Carol Beule descrive questa foto: “Un abito da “pomeriggio” con pellicce e orchidee. È un ensemble di ” eventi “. Cocktail nel tardo pomeriggio e cena fuori con ballo, in autunno o all’inizio dell’inverno.

Nella foto sopra: Il capo dei vigili del fuoco Jan Briscoe, affiancato dalla signora PG Barnett, a sinistra e dalla signora Briscoe, ammira l’orchidea Potinara, a sinistra e l’orchidea BC Katzimo. Parteciperanno alla quinta conferenza annuale sulle orchidee mondiali a Long Beach da giovedì a domenica 14-17 aprile, con la società delle orchidee della contea.

Per ritrovare la signora Barnett bisogna andare al 1966 a Newport Beach – I membri della Orange County Orchid Society che partecipano al quinto World Orchid Conferens e Show alla Long Beach Arena oggi fino a domenica17 Aprile, includeranno il capo dei vigili del fuoco Jan Briscoe di Newport Beach e la signora Briscoe. Un paio di immagini rivelano la portata dell’evento, organizzato in gran parte dalla Orchid Society of Southern California e dalla nostra stessa società, che si tiene dal 14 al 17 aprile 1966 alla Long Beach Arena. L’intero piano dell’arena era pieno di reperti elaborati, visti con entusiasmo da folle ben vestite. Fuori dalla telecamera, c’erano importanti seminari. È stato un periodo significativo nella storia del business delle orchidee. La scienza meristematica era stata applicata con successo solo di recente dai vivai di orchidee (il primo era Vacherot et Lecoufle, in Francia). Nuovi sviluppi in biologia e tecnologia stavano appena iniziando ad essere applicati alle orchidee. Alcuni relatori hanno continuato a fare illustri carriere nella biologia delle orchidee, tra cui il Dr. Harold Koopowitz. I membri della Orange County Orchid Society che partecipano al quinto World Orchid Conferens e Show alla Long Beach Arena oggi fino a domenica 17, includeranno il capo dei vigili del fuoco Jan Briscoe di Newport Beach e la signora Briscoe. La signora Briscoe gode di un’ampia reputazione di aver vinto molti riconoscimenti per il suo utilzzo di orchidee negli arrangiamenti. Dice che il suo amore principale è quello di raffigurare orchidee in disegni artistici.

Cattleya bianca

Un’altra importante coppia che coltiva orchidee è il signor e la signora PG Barnett, anch’essi di Newport Beach. I Barnett godono nella loro collezione privata di 1.000 Cattleya, tra cui la famosa cattleya bianca, Mary Ann Barnett, nominata in onore della signora Barnett e coltivata alla BO Bracy Co. Orchid Range di Santa Ana. Oltre un milione di orchidee saranno in mostra al World Orchid Show. La competizione internazionale sarà giudicata da una giuria di 200 giudici da tutto il mondo.

Una pianta in fiore di Mary Ann Barnett sarà esposta nella mostra di Long Beach, insieme a un ritratto ad olio in cui appare l’orchidea.