Archivio mensile:Marzo 2020

Scaphosepalum grande ' Lillo'

Scaphosepalum grande ‘Lillo’ Collezione rio Parnasso

Il genere: Scaphosepalum è un genere istituito nel 1888 da Pfitzer. Già prima però, varie specie erano note seppur incluse in altri generi: nel 1849, Reichenbach descriveva per la prima volta Masdevallia verrucosa, successivamente Pleurothallis verrucosa e infine, con la sistemazione tassonomica di Pfitzer, Scaphosepalum verrucossum. Nei suoi recenti studi Carl Luer ha riconosciuto oltre 38 specie. La specie tipo è Scaphosepalum verrucossum. Il WCPS ora riconosce 52 specie (1/2020).
Scaphosepalum è endemico nelle foreste umide dal Messico centrale alla Bolivia centrale, con la maggior parte trovata in Colombia ed Ecuador. L’etimologia deriva dal greco “scaphosepalos” – “sepali simili a barche”, riferendosi alla forma dei sepali laterali. Questo è il segno distintivo del genere, sepali laterali sulla parte alta dei fiori non resupinati. Morfologicamente le piante di Scaphosepalum sono molto simili alle Dracula o Masdevallia: brevi ramicauls che portano all’apice una foglia più o meno ellittica. L’infiorescenza è un racemo fiorito successivamente portato da un peduncolo eretto o discendente, solitamente prodotto vicino alla base della foglia. Le dimensioni delle piante sono variabili, dalla miniatura (cioè Scaph. Rapax, alta 1,5 – 3,5 cm) alla grande e robusta Scaph. Antenniferum, fino a 30 cm di altezza).

Scaphosepalum grande :’ Lillo’ Collezione rio Parnasso

Scaphosepalum grande Kraenzl. 1922 Sinonimi: Scaphosepalum escobarianum Garay 1971

Scaphosepalum grande è endemico in Columbia. In natura questa specie vive nelle foreste umide di montagna ad altitudini comprese tra 1.200 e 1.500 metri. Le infiorescenze misurano 30 cm, emergono dalle ramicaul e portano diversi fiori di 2 cm di diametro che si aprono in successione. Le piante fioriscono in qualsiasi momento dell’anno e gli esemplari ben coltivati rimarranno in fiore tutto l’anno. La fioritura è soggetta a condizioni ambientali e culturali favorevoli. Scaphosepalum grande desidera coltivazione in vaso con substrato miscelato: sfagno, bark, perlite e torba. Fornire alle piante un sufficiente movimento d’aria, in particolare quando l’habitat ha un’umidità superiore all’80%; assicurarsi che l’umidità sia sufficientemente alta e fornire ombra moderata. Garantire costanti bagnature, o sperimentare l’immersione dei vasi in contenitori con 3 cm. di acquaa

La mia banda suona il rock

Te le do io le mostre!

Alla faccia del virus, vai all’album e goditi la mostra virtuale, oggi in fiore nella collezione rio Parnasso: https://photos.app.goo.gl/SzshVTkQkjAFQ7N36 In questi giorni bui, mai immaginati, facciamoci un giro nel passato: musica e ricordi per esorcizzare e per comunicare.

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Dendrobium fimbriatum var. oculatum

Dendrobium fimbriatum var. oculatum Hooker 1830
Periodo di crescita in estate; dare calore, annaffiare e fertilizzare pesantemente da quando appaiono le radici finchè sulle canne appaiono le foglie terminali. Quindi dare luce intensa, poco o niente acqua e fertilizzante. Nella stagione fredda notti di 13°. Le specie decidue in inverno, virtualmente, non vogliono acqua.
Specie inclusa nel gruppo 2 insieme a D. anosmum (superbum), D. crassinode, D. falconeri, D. fimbriatum, D. findlayanum, D. heterocarpum (aureum), D. loddigesii, D. moniliforme, D. parishii, D. primulinus e D. transparens.

Maxillaria variabilis yellow form 'Rosetta'

Forma deliziosa fiori giallo brillante con macchia rosso intenso sul labello. Crescita intermedia. Fioritura invernale. Specie dell’ America centrale. Fragranza di cedro, specie rara

Il genere

Il genere Maxillaria è rappresentato da oltre 900 specie diverse. Sono diffuse in tutto il nuovo mondo che va dal nord dell’Argentina attraverso le Indie occidentali e l’America centrale fino alla Florida. Le piante di Maxillaria sono epifite, litofite o talvolta persino terrestri. Le forme vegetative delle piante sono variabili. Gli pseudobulbi, hanno 1-4 foglie apicali, ciascuna con una vena centrale prominente. Le infiorescenze sono prodotte singolarmente o in gruppi dalle ascelle delle guaine dei rizomi o dalla base degli pseudobulbi. Ogni infiorescenza ha un singolo fiore. Sepali e petali sono inferiori e liberi. I petali sono simili ai sepali ma più piccoli. Il labello forma 3 lobi semplici. I lobi laterali, quando presenti, sono eretti. La colonna è carnosa e eretta. Ci sono sempre quattro masse polliniche.

Descrizione della specie.

Maxillariella variabilis (Bateman ex Lindl.) M.A.Blanco & Carnevali, Lankesteriana 7: 530 (2007). Maxillaria variabilis proviene dall’America centrale e meridionale, dove cresce da 500 a 2500 metri con rizomi semplici o ramificati che formano pseudobulbi ovoidali sottesi da diverse guaine con una singola foglia apicale, lineare o lineare-oblunga, subcoriacea, verde erba. Infiorescenza a fiore singolo avvolta da diverse brattee acuminate, sottili, traslucide, lanceolate, con fiori colorati di lunga durata. Come suggerisce il nome, presenta un numero di diverse varianti di forma e colore. È un’orchidea piuttosto semplice, che prospera in un’ampia varietà di condizioni. Dal momento che può essere trovato a una tale altitudine è abbastanza tollerante alla temperatura e cresce terrestre, litofita o epifita in modo da poterlo coltivare in qualsiasi modo purché sia ??umido. L’ambiente di coltivazione deve essere leggermente più secco Pleurotallidinae, scarsa luminosità e alta umidità con una buona circolazione dell’aria. Poichè questa specie ha l’abitudine di crescita strisciante verso l’alto è utile accompagnare le nuove vegetazioni con supporti di fibra. Ho già questa deliziosa varietà gialla e quella rossa, sto cercando la varietà quasi nera.

La Maxillaria variabilis differisce dalla Maxillaria caespitifica, simile ma più piccola con fiori verdi più piccoli, la Maxillaria costaricensis ha fiori di colore da verde a crema macchiati di rosso e proviene da aree molto più bagnate. Sinonimi Maxillaria angustifolia Hooker 1841; Maxillaria chiriquensis Schlechter 1922; Maxillaria henchmanni Hooker 1837; Maxillaria lyoni Lindley 1845; Maxillaria panamensis Schltr. 1922; Maxillaria revoluta Kl. 1852; Maxillaria variabilis var. unipunctata Lindl. 1838; Maxillariella variabilis (Bateman ex Lindl.) M.A. Blanco & Carnevali 2007

Fioritura: i fiori sono molto poco appariscenti (1,9 cm) di lunghezza. Questa specie ha colori floreali molto variabili che vanno dal bianco al rosso scuro, spesso arancione-giallo segnato con il rosso, ma non sono particolarmente appariscenti.

Cultura: Maxillaria variabilis necessita di un compost ben drenato e da luce a piena ombra. Si consiglia un substrato composto da parti uguali di torba e muschio di sfagno con piccoli frammenti di corteccia aggiunti per garantire un buon drenaggio. Durante la stagione di crescita, le piante preferiscono molta acqua e vengono concimate settimanalmente con un fertilizzante speciale per orchidee diluito a metà della dose raccomandata sull’etichetta. Come la maggior parte delle orchidee, richiedono un periodo di riposo, a questa specie è sufficente un rallentamento delle bagnature

Tanto tuonò che piovve (Socrate)

Eravamo nel 2016, Marzo 2016 in occasione della fiera Ortogiardino – PordenoneOrchidea, quando nacque la Federazione Italiana Orchidee.

La firma dell’atto costitutivo

Da allora sono trascorsi 5 anni durante i quali la FIO si è guadagnata il suo spazio nell’orchidologia internazionale. Ora l’associazione sta vivendo una profonda mutazione. Ad essa vanno riconosciuti indubbi traguardi, ad esempio la partecipazione al WOC ecuadoregno del 2017 nel quale l’Italia mancò per un soffio una futura candidatura WOC italiana. La FIO in quell’occasione, invitò ed ottenne la compartecipazione dell’Associazione Italiana di Orchidologia a presenziare l’evento unitariamente come Italia. Così andò, in Ecuador ci fu un unico stand italiano.

MUTAZIONE

Profonda mutazione, si è scritto, a tal proposito vale la pena di contestualizzare tale affermazione. I rapporti personali in seno al consiglio direttivo FIO, soprattutto dopo la partecipazione all’EOC di Parigi, iniziarono ad incrinarsi al punto da vedere dimissionario metà direttivo. Quella che poteva essere una crisi senza ritorno si è altresì risolta con la chiamata in causa dell’assemblea dei soci ed il conseguente rinnovo delle cariche. Gente giovane con voglia di ripartire dalle origini.

ORIGINI

Quali origini? Tradurre in fatti la famosa frase di primogenitura “nasce per unire” ad esempio: – Disponibilità a lavorare unitariamente con altre associazioni per favorire eventi di spessore internazinale quali la candidatura di Pordenone all’EOC del 2027. Giungono notizie che la FIO stia già lavorando in quest’ottica.