Anche per merito degli studi e delle ricerche di Darwin, le orchidee Angrecoidi in Madagascar, a lungo sperone, sono note per la loro affascinante relazione evolutiva con le falene dalla lunga spirotromba (Sphingidae). Alcuni studi sulla biologia riproduttiva della Jumellea stenophylla, endemica sull’isola della Reunion, hanno evidenziato interessanti peculiarità riproduttive.
Nonostante la specie mostri fiori con la tipica sindrome da impollinazione sfingofila (cioè la lunghezza media dello sperone oltre i 130 mm, la prticolare volumetria e la buona concentrazione di saccarosio nei fiori, essa non richiede impollinatori per ottenere frutti. Rispetto ad altre orchidee impollinate dalle falene notturne la longevità del fiore è più breve e la specie non emette il caratteristico profumo forte e dolce al tramonto. Da ciò si deduce che Jumellea stenophylla sia una specie autoimpollinante quale conseguenza di modifiche strutturali dovute alla mancanza di insetti pronubi nella fase di neo colonizzazione dell’isola di varie specie di Angraecoidi.
Dalla visione della conformazione dello sperone (vedi foto), che forma un angolo retto a 90 gradi, appare evidente l’impossibilità di ingresso della spirotromba delle falene
Filo conduttore della 22a edizione. “Secondo una leggenda molto popolare in tutto l’Oriente, i neonati quando vengono al mondo presentano un filo rosso annodato al mignolo della mano sinistra. Questo filo, lungo e invisibile, simboleggia l’unione con la la nostra anima gemella, con cui un giorno saremo destinati ad unirci”… Ecco il “fil rouge” partirà da dove eravamo rimasti nel 2019, dalla saggezza orientale: C’è tempo anche per la vita.
Ambiente scenografico. La regia scenografica espositiva sarà minimale con ampi spazi studiati per essere rispettosi delle norme anti pandemia. Ad ogni modo questa edizione di PordenoneOrchidea mantiene la sua storica vocazione poliedrica, che vede attori vari mondi all’apparenza slegati, ed invece complessivamente piacevoli e funzionali. PordenoneOrchidea è anche orchidee, ma non solo, loro sono il fil rouge ma il format riesce ad allargare l’orizzonte su altre passioni del verde e perchè no, anche in onore a Lucullo.
Le orchidee. Negli stand di vendita delle orchidee saranno presenti due giovani aziende venete: Monsoonica e Orchismundi. Sarà presente anche la storica azienda di Luigi Callini: Orchidee del Lago Maggiore. Dall’Ecuador, Carmen Apolo Ecuador Orquideas -primo fine settimana, Ecuagenera Orquideas del Ecuador- secondo fine settimana. Carlo Espejo di Orquideas de Latino America. Coreografie del Garden Celebrin. L’angolo dei desideri, orchidee introvabili.
Il villaggio. A far da cornice alle orchidee ci sono oltre 10 stand, a partire dalla storica e invitante scenografia della cantina di Rauscedo, subito ci si imbatte nei peccati di gola della cioccolatteria di Santinoli Valeria, poco oltre un mondo di idee, poi sulla destra Green Faser: fertilizzare le piante con amore. Passeggiando si viene rapiti dalle creazioni in ceramicala della Novo Tono, subito dopo lo stand dell’acqua pura: tecnologie di purificazione delle acque. Svoltando a sinistra si entra nell’oasi delle cactacee: il paradiso di Giovanni e Flavio Bracchitta.
Oltre la camminata si incontra Roberto Telli con le sue tillandzie Plantas y viento. Poco oltre, la lavanda, profumi e emozioni. Ritornando verso destra incontriamo i bonsai di Stefano della Green express. Poco più avanti si entra nel mondo fatato delle spezie e per finire la vera novità di PordenoneOrchidea 2022: le api, sì avete capito bene, api vere (le api solitarie) della specie Megachile rotundata, tra le più piccole e pacifiche api al mondo: andrà in scena il matrimonio con i fiori.
Note finali. In ossequio al mondo del collezionismo, l’organizzazione dell’evento orchidofilo, ha rivolto l’invito ad esporre le proprie orchidee direttamente a vari coltivatori amatoriali. PordenoneOrchidea ringrazia sin d’ora, quanti hanno aderito con entusiasmo. Per eventuali pre ordini di orchidee sono riportati i link per eventuali contatti. PordenoneOrchidea vi aspetta numerosi.
Un miniatura da clima freddo temperato, epifita a sviluppo cespitoso simpodiale, originaria del Nicaragua del sud , Perù ed il Venezuela. La struttura vegetativa è costituita da esili gambi con singole foglie apicali alla base delle quali si formano gli steli fiorali dotati di piccolissimi e numerosissimi fiori chiari e striati, che si aprono in successione.
Questa orchidea, come tante altre ha la sua bella storia da raccontare E’ giunta tanti anni fa nella mia collezione e la storia inizia con una mia visita alla coltivazione di Renato, un amico orchidofilo già con molti anni di esperienza. Si stava sistemando su zattera un suo cespuglio di Pleurothallis grobyi quando incidentalmente si staccò all’apparenza una fogliolina. Fortunatamente quella foglia portava con se la struttura vegetativa autosufficente a ripartire.
Foglia di Pleurothallis grobyi.
Raccolsi la foglia, ricordo che il mio amico, con il classico tono di “sfida bonaria”, che i collezionisti smaliziati usano con i malcapitati principianti, esordì dicendo – “Tieni questa è per te!” Nelle foto sopra e sotto si può vedere la piccola foglia nella mia collezione, allora, e oggi oltre 30 anni dopo.
Esemplare di Pleurothallis grobyi in fiore (Collezione rio Parnasso)
Osservazioni botaniche: Pleurothallis grobyi, una vera specie miniatura, con tante forme e varietà. Orchidea endemica dall’estremo nord del Messico all’estremo sud del Perù e del Brasile. La specie è stata trovata sia nella foresta pluviale di montagna che in punti ombreggiati nella calda foresta di pianura. Questa peculiarità favorisce la diversita di forme vegetative.
Pleurothallis grobyi, foglie lanceolate.Pleurothallis grobyi, a foglie ovali.
Il mondo della tassonomia ritiene che l’attuale sistemazione dovrebbe essere organizzata in diverse specie separate. La diversità è mostrata da alcune delle piante che crescono nelle foreste pluviali brasiliane intorno a Macae de Cima. Si sono viste forme a strisce giallo scuro, forme cremose e forme bianche. Le specie brasiliane crescono nella foresta primaria all’ombra e avvolte con abbondante muschio suggerendo che le piante desiderino essere coltivate bagnate e ombreggiate.
Pleurothallis grobyi, ceppo su zattera
Le piante endemiche nelle foreste di pianura in Guatemala e Belize si trovano in ceppi di muschio su alberi e rami caduti morti e quindi crescono molto ombreggiate e molto umide rispetto alla foresta circostante. In questo habitat le piante producono foglie più corte e rotonde con fiori bianchi e rosa. In conclusione, questa specie assume forma e morfologia a seconda dell’habitat di endemicità, al punto che necessiterebbe una revisione più approfondita dela specie.
DOVE ERAVAMO RIMASTI? Eravamo alle porte della primavera 2020, l’entusiasmo era alle stelle e la 21a edizione di PordenoneOrchidea si mostrava con tutto il suo fascino. Vi ricordate? Il tema di quella edizione ci portava nel lontano Giappone con l’orchidea del samurai.
Allora si sognava di candidare l’ITALIA quale Paese europeo ospitante un futuro European Orchid Council Conference and Exhibition (EOCCE), l’ente Fiera di Pordenone Spa dava la disponibilità operativa. Purtroppo il futuro ci ha portato dentro la pandemia del COVID19 e tutto si è bloccato, nel 2021 Ortogiardino non ebbe luogo e nemmeno la 22a edizione di PordenoneOrchidea.
Quest’anno, nonostante la pandemia sia ancora presente fra noi, la direzione di Pordenone Fiere SPA, rccogliendo la volontà di ripartenza, sentimento che aleggia in ampi strati della popolazione, nel rispetto delle norme vigenti anti COVID19, riprende le varie fiere in programma, compresa Ortogiardino, e a cascata anche PordenoneOrchidea. Da sabato 5 Marzo 2022 a Domenica 13 Marzo 2022.
Dove eravamo rimasti, si suol dire quando si cerca di tornare a vivere nella normalità dopo periodi bui. PordenoneOrchidea è senza dubbio alcuno, fra i più seguiti eventi dedicati alle orchidee e alla primavera che bussa alla porta. A riceverci come sempre ci saranno le orchidee, belle e sontuose da vedere e comprare, stand accurati e venditori selezionati fra i migliori. Non solo orchidee, però, come in ogni edizione un tema nuovo a fare da fil rouge all’evento.
Scorcio esposizione 2020
Questa edizione di PordenoneOrchidea non può che esere dedicata alla VITA che riparte. E riprenderemo da dove eravamo rimasti, l’atmosfera guarderà a oriente, estremo oriente. Sabato 5 Marzo ore 11 – inaugurazione mostra, raduno dei collezionisti e coltivatori di orchidee italiani, invitati a discutere sul tema: “Oltre le Associazioni” la voce dei collezionisti amatoriali.
Conversazioni seguitissime.
Domenica 6 Marzo ore 16 – Lectio magistralis – Per aspiranti appassionati nella coltivazione delle orchidee: conoscere la loro struttura ed il loro funzionamento.” – Durante la settimana: alle 5 della sera, mini corsi pratici dal titolo: “Ve le dò io le orchidee”, parentesi gogliardica per entrare con gioia nel magico mondo delle piante e dei fiori, in collaborazione con gli standisti presenti. Sabato 12 Marzo ore 10 – Dr. Simone Celebrin: giardini verticali il futuro degli spazi “green” Domenica 13 Marzo ore 17 – Raduno conviviale: la Fiera, ringrazia e premia.
A volte il dubbio che le eticchette delle orchidee nella collezione siano di incerta provenienza, consiglia di approfondire la storia tassonomica che le accompagna. Ed è così che a volte capita di ammirare una orchidea in fiore e scoprire che forse il nome riportato sul cartellino non è corretto. Un esempio della incertezza tassonomica di cui sopra lo si può toccare con mano davanti a un bel cestino fiorito, etichettato come Coelogyne glandulosa. Questa specie fu descritta da Lindley nel 1854 in Folia Orchidacea. Coelogyne 5: 6 1854, sulla base della Coelogyne nervosa Wight che Lindley considerò come tipo di Coel. glandulosa. Ecco la descrizione originale:
Pianta in esame etichettata come Coelogine glandulosa
Descrizione di Coelogyne glandulosa in Folia Orchidacea. Coelogyne 5: 6 1854 quindi il labello ha: ” tre linee crestate, bordate da piccoli dentini ghiandolosi”
Iniziando la ricerca si sceglie di partire dall’analisi di quella che si presume possa essere la vera Coelogyne glandulosad osservando il disegno tratto dal libro Les Coelogynes di E & J-C George
La sommaria comparazione con le foto della pianta in analisi, evidenzia una sostanziale differenza con quella del disegno, soprattutto nella morfologia del labello. Nella descrizione di Lindley il labello è ovato-lanceolato, con lobo mediano linguiforme, mentre nella Coelogyne in analisi l’estremità del labello è tronco, esattamente come quello di uno dei suoi genitori la Coel. cristata. Probabilmente siamo in presenza di un ibrido e l’analisi può considerare anche Coelogyne Intermedia.
Coelogyne Intermedia è un altro esempio gravido di polemiche e confusione tassonomica. Dudley Clayton nel suo libro, The Genus Coelogyne, affermano che potrebbe rivelarsi una variazione di Coelogyne cristata. Ma ammette che potrebbe essere un ibrido naturale. Coelogyne Intermedia è stata ufficialmente registrata nel 1913 da James Cypher & Sons in Inghilterra con genitori – Coelogyne cristata x Coelogyne massengeana – (quest’ultima ora ribattezzata Coelogyne tomentosa). Però va sottolineato che nel mondo dell’orchidologia si spezzano varie lance in favore del fatto che si tratti di un ibrido e che il genitore pollinico sia in realtà Coelogyne flaccida. Questa ipotesi comporterebbe una affinità con l’ibrido Coelogyne Unchained Melodyl (che si trova anche come ibrido naturale). E’ risaputo che nel mondo delle orchidee, le ibridazioni delle Coelogynae hanno la reputazione di essere difficili da otteneree da allevare (anche se in natura ci sono esempi di ibridi). Con il livello di dubbi sull’identità di cui sopra, è facile immaginare la confusione quando qualcuno usa Coelogyne Intermedia come genitore ibrido. A volteè venduto come: Coelogyne Unchained Melody e Coelogyne lactea.
Coelogyne Intermedia – foto tratta dal web – collezione Gianni Faccioli
Le comparazioni sollecitano la nostra attenzione su Coelogyne Unchained Melody (C cristata x C flaccida). E’ un ibrido primario resistente, regolare, facilmente coltivabile piacevolmente bello. Fiorisce per almeno un mese producendo fiori bianchi profumati che, combinati con la loro robustezza, garantiscono un posto in ogni collezione. È un ibrido primario presente in natura, creato artificialmete da sconosciuto nel 1995 e registrato da David Banks (un coltivatore australiano) che lo ha prodotto in coltivazione orticola. Genitori sia famosi che belli hanno contribuito in modo sostanziale a questa splendida prole. I fiori sono un po’ più piccoli di Coelogyne cristata e forse non molto più grandi di Coelogyne flaccida ma hanno quella predominanza bianca incontaminata e il giallo oro ancora più generoso. Sorprendentemente, le punte dei fiori non sono pendenti come quelle dei loroi genitori.
Coelogyne Unchained Melody ‘Mossiae’ foto tratta dal web.Coelogyne in analisi – collezione rio Parnasso.
Varietà : Coelogyne Unchained Melody ‘Mossiae’ – ha il labello di un colore limone molto pallido invece del ricco giallo/oro estremamente bello. È stato erroneamente venduto per molti anni come Coelogyne mossiae.
Labello della pianta in esame eticchettata come Coelogyne glandulosa
Conclusione: Esseno in circolazione ibridi primari ben riusciti, è possibile che, vista la rarità in sito della Coelogyne glandulosa, della C.mossiae, e di altre simili, sia plausibile la presenza nei mercati di Coelogyne Unchained Melody ‘Mossiae’ vendute come le specie assai più rare menzionate sopra, ma per andare oltre ogni ragionevole dubbio bisognerebbe fecondare i fiori della pianta in esame per self e attendere le fioriture dei figli: se non saranno tutti di eguale mofologia e colore, sarà la prova che è un ibrido. Per ora rimaniamo con il dubbio, chi vivrà vedrà.
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