Cattleya aclandiae – Cattleya schilleriana – Cattleya violacea

Tre bellissime Cattleye in fiore: Cattleya aclandiae – Cattleya schilleriana – Cattleya violacea

Cattleya aclandiae
Originaria del Brasile (Stato di Bahia), vive in climi caldi ed asciutti per gran parte dell’anno a 400 metri di altitudine.
E’ un’orchidea epifita di piccole dimensioni, appartiene al gruppo delle Cattleyae bifoliate e sviluppa pseudobulbi non più alti di 10 cm, alla cui base si formano poche radici, lunghe e consistenti.

Collezione Guido de Vidi. Foto 08.05.05
Cattleya aclandiae Lindl. 1840 Sottogenere Aclandia Withner 1989

Sinonimo: Epidendrum aclandiae (Lindl.) Rchb. f., Walpers Annales Botanices Systematicae 6:312,1861.
Etimologia: il nome è stato dato in onore di Lady Acland

Cattleya aclandiae, similarmente a Cattleya violacea e Cattleya schilleriana, fiorisce in tarda primavera, le infiorescenze escono all’apice dei nuovi pseudobulbi di fresca maturazione ed hanno la caratteristica di formarsi contemporaneamente alla crescita delle due foglie.
I fiori di questa specie (generalmente 2, più raramente 3) misurano 5-7 cm e sono molto grandi in proporzione alle dimensioni della pianta. I petali ed i sepali sono notevolmente maculati di marrone su fondo ocra chiara, mentre il labello è di colore rosa carminio con due piccole alette laterali color bianco.
Come molte bifoliate, Cattleya aclandiae ama ambienti luminosi e sopporta senza subire bruciature livelli elevati di luce.
La particolare struttura dell’apparato radicale, rado e consistente, consiglia di coltivare quest’orchidea su zattere di legno duro, oppure di sughero, affinché le radici possano crescere liberamente ed evitare marcescenze dovute a stagnazioni d’acqua.
Durante la stagione calda innaffiare ogni giorno le piante montate su zattera e diminuire le bagnature nel periodo invernale, prestando attenzione che i nuovi pseudobulbi di eventuali sviluppi secondari non raggrinziscano troppo.
Con la pianta posta nella parte più luminosa della serra, si possono godere anche due fioriture annuali, una primaverile ed un’ altra autunnale.
Fertilizzare quest’orchidea con concime equilibrato, a cadenza regolare ogni 20 gg. durante la stagione calda e rallentare leggermente nella fase di semi riposo vegetativo che interviene dopo la fioritura.

Cattleya schilleriana
Collezione Guido de Vidi. Foto 08.05.05
Cattleya schilleriana Rchb.f 1857 sottogen. Falcata sez. Guttatae (Cogn.) Withnere 1989
Questo cultivar ha ricevuto la medaglia d’oro EOC – Copenaghen 2000 “Menzione particolare perla fragranza”.
Etimologia del nome: il nome è stato dato in onore di Consul Schiller, collezionista Tedesco del 1800.
Sinonimi: Cattleya aclandiae var. schilleriana Jenn. 1875 – Cattleya regnelii Warner 1865 – Epidendrum schillerianum Rchb.f 1861.
Cattleya schilleriana è una piccola orchidea epifita e bifoliata originaria del Brasile. Vive in ambienti caldi a 700 – 800 metri d’altitudine, arrampicata sugli alberi nati sulle pareti rocciose lungo i fiumi dove piove copiosamente durante l’estate e l’autunno.
Questa specie forma corti pseudobulbi a canna con due foglie apicali, ellittiche – oblunghe, spesso pigmentate di porpora e fiorisce in primavera.
I fiori sono molto appariscenti e particolarmente grandi (8–12 centimetri) rispetto alle dimensioni della pianta. I petali ed i sepali tinta crema, presentano vistose chiazzature bronzee, che contrastano piacevolmente con la forma ed il colore violaceo del labello.
Questa specie si sviluppa lentamente, ma si adatta con facilità a situazioni ambientali non ideali.
In coltivazione, Cattleya schilleriana cresce bene su zattere, tronchetti di legno duro e volendo può essere coltivata anche in vaso con substrato di corteccia media.
Allo scopo di evitare pericolose disidratazioni durante la stagione calda, bisogna garantire costante umidità e spazi ombreggiati.

Cattleya violacea
Collezione Guido de Vidi. Foto 08.05. 05
Cattleya violacea (HBK) Rolfe 1889 Sottogen. Schomburgkoidea Withner 1989

Sinonimi: Cattleya odoratissima P.N.Don 1840 – Cattleya schomburgkii Lodd. ex Lindl. 1838 – Cattleya superba R.H. Schomb. ex Lindl. 1838 – Cymbidium violaceum Kunth 1816 – Epidendrum superbum (R.H. Schomb. ex Lindl.) Rchb. f. 1862 – Epidendrum violaceum (Kunth) Rchb. f. 1861
Specie originaria della Colombia, Venezuela, Guianas, Brasile, Bolivia, Perù ed Ecuador, vive come epifita lungo i corsi d’acqua delle foreste tropicali calde e umide, a 200 – 700 metri di altitudine.
E’ una Cattleya bifoliata, con pseudobulbi snelli, lunghi 30 cm., al loro apice si formano infiorescenze che portano da 2 a 5 fiori di 13 cm. Fioritura a fine primavera, inizio estate.
I fiori sono di colore viola, più marcato sul labello con gola gialla; le infiorescenze molto stilizzate e disposte elegantemente a raggiera, profumano intensamente e durano a lungo.
A mio avviso, questa specie è da considerarsi una delle più belle ed eleganti di tutto il genere. Questa specie ama temperature calde, va coltivata in vasi molto drenanti ed anche su zattere (nel secondo caso rimane più compatta), non ha particolari periodi di riposo ma, appartenendo al gruppo di Cattleyae con radici grosse e rade, soffre se divisa in periodi sbagliati.
Cattleya violacea è una delle prime orchidee della mia collezione, giunta assieme ad altre 20-25 piante acquistate da un venditore ligure all’inizio degli anni 80.

11 pensieri su “ Cattleya aclandiae – Cattleya schilleriana – Cattleya violacea

  1. Alice

    Ma che meraviglia! Io non ho parole! Mi mettono in soggezione a guardarle in foto….E mentre ammiro tanta bellezza mi sento un pò in colpa perchè devo lanciare un SOS per un piccolissimo problema che ho con il rinvaso del mio Cymbidium, dovuto alla totale inesperienza. Ieri mi sono letta tutto il post per il rinvaso e mi sembrava di aver capito, poi tolgo la pianta dal vecchio vaso e…..panico! E’ apparsa una massa compattissima di radici simili a grossi lombrichi che riproducono perfettamente la forma del vaso e che è impossibile da sbrogliare perchè appena si toccano si rompono! E adesso non so che fare. La pianta sta bene, l’unico motivo per cui la volevo rinvasare è che quando ce l’hanno venduta ci hanno dato un vaso più grande dicendoci che era da rinvasare. Adesso però ho paura che tagliando le radici (a 10 cm. dalla base come c’è scritto sul post) la pianta soffra… che devo fare???? Lasciare le radici come sono e metterla nel vaso più grosso aggiungendo un pò di “terriccio” non è una buona politica,vero? Aiuto!

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  2. guido

    X Fabio: le cattleye bifoliate hanno due , avolte anche tre foglie, che si sviluppano contemporaneamente ed al loro centro apicale si forma l\’infiorescenza…..domani faccio due foto e te le linko.
    Per quanto riguarda i nomi delle orchidee è vero, non solo le Cattleye, anche altre specie erano considerate Epidendrum, probabilmente per il significato stesso della parola \”vita sopra\”, venivano considerate Epidendrum le orchidee epifite, ciao guido.

    Ciao Nurith, anche le tue osservazioni mi sono utili e piacevoli, ciao e buone orchidee, guido.

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  3. Nurith

    Anche queste sono stupende!!! Ringrazio Guido per poterne osservare i dettagli; provo, nel farlo, un grande piacere: è come se lo facessi dal vivo. Grazie ancora.

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  4. Fabio

    Bifoliate perchè hanno solo due foglie per pseudobulbo?
    Immagino di si …quindi ogni volta che nasce una nuova foglia significa che una di quelle vecchie cade?
    Scusa la banalità

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  5. Ivan_RA

    Bellissime!!!
    Ricordo ancora la tua violacea, hai proprio ragione, ha un\’eleganza e un portamento eccezionali… la colonna nascosta dal labello, il colore…
    La acklandiae e la schilleriana non erano in fiore in agosto purtroppo 🙁
    Ma la violacea è veramente unica!

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