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Un appassionato italiano delle orchidee, trapiantato in Brasile ci racconta e ci mostra le specie di quel Paese

Cattleya dormaniana

L’amico Paolo Casanova, eccellente orchidofilo parmense è al settimo cielo: la sua agognata Cattleya dormaniana è fiorita!
“Guido, hai viso la mia mail? – si informa al telefono, Paolo – ti ho inviato la foto della mia C. dormaniana, in fiore e mi piacerebbe condividere la notizia” – e aggiunge – non è facile vederla nelle collezioni e sono veramente felice di questa fioritura”
“Certamente – rispondo io – e non solo i fiori, pubblicherò anche un primo piano del suo cestino in legno che tu le hai costruito: una vera opera d’arte!”…

Ora possiamo iniziare il racconto.
Ho cercato qualche notizia per strutturare il post ed ho trovato molto interessante il racconto di Paulo Roberto Pancotto, orchidofilo brasiliano, riportato in Orchids News n° 35, sul sito di Delfina de Araujo
…” “It was a beautiful journey to see Cattleya dormaniana blooming. The walk lasted for ten hours, going up and down, in an area very difficult to be reached and I believe that is the reason for being still safe. We found a habitat with a good population formed by matured plants and I can say that there were at about 150 plants and a great quantity of small-sized seedlings which means that this small treasure is in perfect balance because its pollinator is active and doing a good job.
Those plants were very well adapted, healthy, with a luxuriant blooming, little variation in the color but, on the other hand, they presented in their floral stems two flowers with same size, which is for the species a great event. They were found in a very humid environment because they were place over a multitude of bromeliads. Those plants are also responsible for a great accumulation of water which is constantly in evaporation.
The luminosity was, in most plants, at about 50%, but, at the same time, we found plants which were at noon completely exposed to the sunbeam. However, due to the great refrigeration supplied by the combination of water from the bromeliads with the heat and ventilation, we haven’t seen any plant burnt. This habitat is found at, approximately, 600m altitude.”

Da questo riassunto di viaggio emergono notizie molto utili per capire l’habitat di questa specie in sito.
1 – Habitat in zone impervie, quale garanzia di sicurezza per la specie.
2 – L’equilibrio biologico delle colonie di Cattleya dormaniana visitate è dato da molti fattori convergenti, ad esempio la combinazione, temperatura, luce, ventilazione e, osservazione molto interessante, la presenza di estese colonie di bromeliacee, grandi accumulatrici di acqua in costante evaporazione… come a dire: un naturale impianto “fog” a disposizione.

C_dormaniana_paolo_fioreCattleya dormaniana (Rchb f.) Rchb. f. 1882
Questa specie è stata descritta come Laelia dormaniana da Rchb. f. nel 1880.
Nel l882, l’ha trasferita nel genere Cattleya.
All’inizio, si è pensato che fosse un ibrido naturale di Cattleya bicolor e Laelia pumila Ultimamente il dubbio è stato rimosso, Dressler & Gillespies (Bollettino AOS – 1960) la considerano una specie valida.
Cattleya dormaniana è endemica nello stato di Rio de Janeiro, tra i 500 ei 700 metri di altitudine.
In certi casi vive nei tronchi morti o in decomposizione come pianta saprofita, (Monti Órgãos). Generalmente è epifita e cresce nella foresta pluviale molto umida, su alberi specifici, probabilmente Clusia organensis, in ambienti difficili da raggiungere.. Il suo habitat varia tra 600 e 1.000 m di altitudine.
La specie produce pseudobulbi che variano da 8 a 30 cm con due foglie carnose al loro apice. Presenta uno o al massimo due fiori per spiga, di 8 centimetri di diametro una volta aperti. Durano meno di 15 giorni e sono scarsamente profumati.

Altra nota interessante, che sottolinea le sue incertezze tassonomiche, l’ho trovata spulciando il bollettino dell’American Orchid Society: febbraio 1956 (Vol. 25, No. 2, page 159).
…”Cattleya dormaniana: Brazil. This species brings to the forefront the artificial distinction between Brazilian laelias and cattleyas. The distinction is based on the number of pollinia; four for cattleyas and eight for laelias. This species produce two or four extra rudimentary pollinia in addition to the four normally found in plants of this genus. Is this then a Laelia, a Cattleya or an intergeneric natural hybrid? It is today accepted as a Cattleya and the underdeveloped pollinia have some evolutionary significance related to the origin of the species. Regardless of the genus, the 3 inch flowers, produced usually one or two per inflorescence (occasionally up to 4) are dramatic. The species, discovered in 1879, comes from the humid, cloud-shrouded Organ Mountains in Rio de Janeiro State, Brazil. While the thin pseudobulbs do not tolerate dehydration, the species does need a definite period of dormancy. Flowering occurs in the fall. While known for some 130 years, C. dormaniana remains relatively rare in contemporary collections. It is a small species that takes up little room and for those able to provide for its requirements, a dramatic addition to anyone’s cattleya collection”…
L’elemento di incertezza tassonomica è dato dal fatto che questa specie, in aggiunta alle quattro masse polliniche, normalmente presenti nelle piante di questo genere, ne produce altre due supplementari, a volte quattro, seppur appena strutturate rudimentalmente; da ciò la domanda: è una Laelia, una Cattleya o un ibrido naturale intergenerico? Oggi è accettata come Cattleya… chissà in futuro!

cassettina_paoloLe cassettine di Paolo
Questa, nella foto a sinistra è il cestello in legno dove Paolo, a suo tempo ha sistemato Cattleya dormaniana, dopo essersela aggiudicata ad un’asta – lui dice – “beccata negli ultimi 5 secondi”.
Mi colpisce particolarmente, la precisione con la quale Paolo ha realizzato l’opera, curata anche nei minimi dettagli. E poi, particolare da non poco conto, desidererei far notare la qualità del legno usato. La durezza del legno è un elemento essenziale, fondamentale, direi: complimenti Paolo.

Acianthera glanduligera

Acianthera glanduligera (Lindl.) Luer, Monogr. Syst. Bot. Missouri Bot. Gard. 95: 253. (2004)
Origine del nome di specie: dalla forma a guscio chiuso del fiore.

Basionimo:
Pleurothallis glanduligera Lindl., Companion Bot. Mag. 2: 355 (1837)

Sinonimi
Omotipica:
Humboltia glanduligera (Lindl.) Kuntze, Revis. Gen. Pl. 2: 667 (1891)
Eterotipica:
Pleurothallis cryptoceras Rchb.f., Flora 69: 554 (1886)
Pleurothallis cearensis Schltr., Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 17: 271 (1921)
Pleurothallis iguapensis Schltr., Anexos Mem. Inst. Butantan, Secç. Bot. 1(4): 48 (1922)
Pleurothallis altoserrana Hoehne, Arch. Inst. Biol. Defesa Agric. 2: 20 (1929)
Acianthera cearensis (Schltr.) Pridgeon & M.W.Chase, Lindleyana 16: 242 (2001)
Anathallis iguapensis (Schltr.) Pridgeon & M.W.Chase, Lindleyana 16: 249 (2001)
Acianthera cryptoceras (Rchb.f.) F.Barros, Hoehnea 30: 185 (2003)
Acianthera iguapensis (Schltr.) F.Barros, Orchid Memories: 10 (2004)

Habitat: Brasile orientale, foresta ciliare primaria ad altitudini intorno ai 900 metri. Pianta di piccole dimensioni, epifita, desidera temperature fresche e luminosità filtrata. Sviluppo cespitoso con esili steli avvolti da poche guaine tubolari e singole foglie apicali, erette, coriacee, ellittiche, ovate o lanceolate, rigide, e sessili.
Sulle ascelle, nella parte superiore delle foglie, in primavera si formano brevi infiorescenze con uno o due fiori.
Coltivazione ideale su zattera, su lastre di fibra vegetale o su piccoli vasi con bark sminuzzato.

Note:
Acianthera = nuovo genere stabilito nel 2004 da Luer nel suo lavoro di riordino del genere Pleurothallis
– A suo tempo sono state effettuate due registrazioni della stessa specie con nome di genere Pleurothallis: la prima Pleurothallis glanduligera Lindl., Companion Bot. Mag. 2: 355 (1837), e la seconda Pleurothallis cryptoceras Rchb.f., Flora 69: 554 (1886). Questo fatto può creare confusione sul nome di specie valido, il nome accettato è Acianthera glanduligera essendo questo nome di specie ad essere stato registrato per primo.

Un amante delle orchidee dal nuovo mondo

Qualche giorno fa è giunta in redazione di Orchids.it questa e-mail che pubblichiamo integralmente.
L’autore è Carlo Alberto Zaldini un giovane orchidofilo/logo italiano trapiantato in Brasile ed è con grande piacere che desidero presentarlo a tutti gli affezionati visitatori di Orchids.it.
Carlo Alberto ci scrive…
….”Ciao Guido,
sono Carlo Alberto Zaldini , originario di Gonzaga in provincia di Mantova, ma da anni trasferito in Brasile a Rio de Janeiro, ho 35 anni e arrivai a Rio nel 1984 ma dopo un breve periodo ritornai in Italia e nel 93 mi trasferii definitivamente di nuovo in questa fantastica città’ e meraviglioso paese.
Mi laureai in Scienze Biologiche presso l’ Università’ St. Ursula di Rio de Janeiro nel 2003, subito dopo la laurea due anni di “tirocinio” al giardino botanico di Rio con progetti di conservazione di orchidee in via d’estinzione in alcune riserve ecologiche dello stato di Rio de Janeiro, per esempio la tesi di Master delle orchidee della Prainha, spiaggia con foresta atlantica alle spalle dove durante 2 anni, diverse escursioni hanno originato una lista di orchidee aiutando così’ a proteggere tutta la zona della riserva frequentata da centinaia di persone, nei fine settimana per le sue bellezze naturali.
Grazie alla tesi della Prainha abbiamo potuto partecipare al secondo congresso per la conservazione delle orchidee a Sarrasota in Florida nel Mery Selby Botanical Garden, dentro a quelle meravigliose serre dove riescono non so come, ma in fin conti lo so, a coltivare specie di Stelis, Pleurothallis, Octomerias meravigliosamente bene, oltre ai Bulbophillum, Gramathophillum, Cattlee ecc, dove conobbi Carl Luer , Robert Dressler, Philippe Cribb.
Viaggio nel mondo dell orchidiofilia/logia da ormai minimo 10 anni, diversi viaggi corti o lunghi con l’intuito di vedere queste meravigliose piante in situ, hanno originato un grande archivio fotografico.
Attualmente mi occupo di un’orchidario qui Rio nel quartiere di San Conrado, progetto Laelia lobata per la conservazione di questa meravigliosa specie endemica di Rio de Janeiro, abbiamo la forma albina e concolor oltre che a diverse centinaia tipo, presso la famiglia Carvalho e Silva colui che in passato riuscì a coltivare qui a San Conrado 90% delle orchidee brasiliane e altre specie esotiche. Coltivo, identifico, creo un archivio fotografico delle piante presenti e periodicamente riceviamo donativi di altre istituzioni e di privati, nella maggior parte dei casi piante da recuperare.
Ricordiamo Epidendrum carvalhoi, in ricorso al Sr. Francisco Carvalho e Silva.
Guido, ti scrivo per conoscerci, anche se solo virtuale, e per offrirti le foto delle nostre orchidee, se credi che possano chiarire, piacere, aumentare l’ interesse del tuo sito.
Ti invio intanto un’ assaggio…

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Queste e tante altre foto che Carlo Alberto ci ha inviato e ci invierà, saranno raccontate e mostrate su questo sito in una nuova categoria curata da lui stesso, dal titolo: Orchidee brasiliane.
Ringraziamo Carlo Alberto per la sua collaborazione.