Agli inizi del mio viaggio dentro il pianeta orchidee, un caro amico orchidofilo mi disse: “non confonderti con il possessore di orchidee, il collezionista è altra cosa, egli ama le orchidee, non le possiede”.
Ecco, la foto a sinistra mostra i fiori – belli, molto belli – di un ibrido senza una storia genealogica seria, perso negli anni fra le piantine di una semina messa in vendita al Flormart di Padova, frutto di uno dei tanti ibridatori asiatici. Con fatica, allora, riuscii ad interpretare la grafia incerta che accompagnava le piccole piantine in vendita.
Con il trascorrere del tempo le piantine sono cresciute ed ora mi ripagano con generose e ripetute fioriture.
Chissà perchè mi tornata in mente quella frase del mio amico, forse per ricordarmi che l’amore non va d’accordo con il possesso. Il possesso genera gelosia, invidia, odio e inaridisce i rapporti umani, l’amore è altra cosa.
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Quelli che alle mostre… conversazione semiseria al ritorno da una mostra rionale ben riuscita
… mostre con vendita, mostre internazionali, mostre locali, mostre rionali, poco cambia: bisogna portare le proprie orchidee in esposizione. Sì perchè alle mostre c’è chi va per vedere, per comprare, per fare il conferenziere e per altri futili motivi, ma se non c’è chi espone le orchidee della sua collezione, le mostre non si fanno. Questo lo hanno capito anche i venditori di orchidee – qualche decennio fa era quasi scandaloso pretendere che accanto agli stand di vendita ci fosse anche un piccolo angolo espositivo – ora, in certi casi sono i venditori a tenere vive tante esposizioni.
De Gregori – Titanic
Le foto
Prima foto: insieme della mostra di Spercenigo del 25 Aprile 2012, foto volutamente scura per evidenziare i bianchi fiori di Jumellea sagittata.
Seconda foto sotto: Trisetella andreettae Luer 1986 – coltivatore Camani – la reginetta della mostra di Spercenigo 25.04.2012.
Le altre foto a seguire, mostrano le orchidee di un appassionato, in viaggio da e per le mostre.
Agli eventi espositivi, quelli famosi, quelli internazionali, quelli dove ci sono premiazioni, c’è anche chi va in gita, magari in treno, in auto, oppure in aereo, sempre e rigorosamente senza piante della propria coltivazione. Questo “genere” di orchidofili, rappresenta la maggioranza, ed è composto da appassionati, da tassonomi o botanici in cerca di gloria, da relatori, da orchidologi con un loro prossimo libro da promuovere, da dirigenti orchidofili che non possono mancare, oppure dal clan giudicante: quelli che giudicano le tue piante.
Li guardi in azione nelle mostre e ti fanno tanta tenerezza, quasi sempre sono personaggi molto attempati, occhialuti ed accompagnati dalla loro “orchidologa” con funzioni di segretaria. Ostentano attenzione e rigore alle regole dei giudizi. Già, i giudizi… non è mica facile giudicare! Bisogna conoscere, bisogna aver visto molte piante in giro per le mostre e soprattutto bisogna saper coltivare le orchidee che stai per valutare. Come fai a giudicare un’orchidea che non hai mai visto e che non hai mai coltivato… in questi casi fai finta di non averla vista e tiri avanti, magari ti soffermi con tanto stupore davanti ad un bel esemplare di Paphiopedilum, specie o ibrido poco importa…tanto le esposizioni – soprattutto quelle di influenza teutonica – sono sempre ben rifornite ed è li che ti puoi facilmente sbizzarrire nei confronti.
Tu esponi una rarità, convinto di dar spessore all’evento orchidofilo e magari capita che sia scambiata per materiale di coreografia, e sì, capita anche questo, quindi, niente di meglio che portare in mostra piante belle, ma facili…renderai tutti felici e famosi.
Quasi mi dimenticavo, alle mostre giungono anche le piante. Già, le orchidee, in una mostra di orchidee se non ci sono loro, che cavolo ci vanno a fare tutti gli altri! Ecco, guardate le foto, così vanno e vengono le orchidee degli amatori, ma chi se ne frega del prima e del dopo, quel che conta è la commedia da recitare sul set preparato da altri. Così fan tutti o quasi.
A Budapest in ordine sparso, a metà tra farsa e commedia.
… la partecipazione espositiva italiana al “15° European Orchid Congress and Show”, intendo!
La commedia
Le Valchirie, metafora evocata dalla patrecipazione all’EOC di Budapest, di una fantomatica “Associazione Orchidofile hobbiste italiane”, iscrittasi notte tempo, altro non erano che la rappresentazione goffa di un trucchetto vecchio come il mondo: fare i portoghesi.
Radio scarpa racconta che “le aitanti fanciulle dai lunghi capelli biondi”, così sono rappresentate le Valchirie nella mitologia, si sono dileguate nel nulla, insieme ai lupi che cavalcavano: Odino aveva bisogno di guerrieri valorosi, probabilmente le avanguardie non lo erano.
Per la verità, non si trattava di bionde ragazze, la realtà era più desolante: la grande invenzione “Associazione Orchidofile hobbiste italiane” è stata pensata ed attuata da un anziano emigrante di ritorno in cerca di gloria, in collaborazione, per dirla con le parole del vice-ministro Martone, di uno “sfigato” dirigente ATAO. Nell’ultima stesura delle associazioni amatoriali iscritte all’EOC, non si trova più traccia: spariti!
Tutto qua? Sì tutto qua, e allora?
Purtroppo non c’è limite alla vergogna. I nostri baldi protagonisti, abbandonato l’impossibile ruolo delle Valchirie, non solo per questione di capelli, hanno deciso di farsi Cuculi. Pare che, lancia in resta, il migrante e l’amico, vadano a deporre le uova… pardon, le orchidee – non si sa di chi – negli spazi espositivi dell’unico Commerciante italiano presente con uno stand di vendita, all’evento di Budapest.
La farsa
Metà farsa e metà commedia. Vista dalla parte dell’Associazionismo hobbistico, questa vicenda ha dell’incredibile, e vanno stigmatizzati senza se e senza ma, quanti prestano il fianco a tanto squallore.
A Budapest, l’Italia orchidofila amatoriale sarà rappresentata dall’AIO, ma con quale serenità potremo inviare le nostre orchidee a testimoniare l’orgoglio hobbistico nazionale, in presenza di simili “porcate”?
A questa domanda non so dare una risposta, provo solamente tanta tristezza: tutto scorre…speriamo.
Viva l’Italia unita!!
Musica sul blog: Viva l’Italia – De gregori / mannoia / pino daniele / ron
Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”.
TREVISO L’ALTRA!
Treviso l’altra, non è quella in mano alla “lega”. La mia Treviso, Treviso l’altra, c’è, c’era prima e ci sarà anche dopo questa notte buia.
Comunque la pensiate, viva l’Italia unita!
Parole chiave… Orchids.it visto da dentro
Nel 2004 quando è nato questo blog, il panorama orchidofilo italiano sul web era abbastanza diverso da quello attuale.
L’idea di “parlare di orchidee” attraverso un blog – strumento che per definizione è da considerarsi diario personale – fu per certi aspetti una scelta innovativa ed inevitabili furono le incognite dei primi tempi: come mantenere vivo un filo così esile – il tema orchidee non attira l’attenzione delle folle – e soprattutto, riuscirà questo nuovo strumento a stabilire un dialogo con i suoi visitatori?
Gli anni a seguire hanno dato conferme positive: orchids.it, non solo è diventato meta di frequenti e continue consultazioni, che poi vedremo nel dettaglio, ma è stato ed è anche luogo di unione reale fra appassionati orchidofili… e questo, a ragion veduta è la linfa che lo tiene vivo nel tempo che cambia.
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