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Paphiopedilum venustum

Spero che questa pianta rimanga in fiore fino alla fine di febbraio per portarla in esposizione all’EOC di Padova, dove vorrei proporre di considerarla ex novo “var. flavescens”.

Paphiopedilum venustum – foto 16.01.06
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati

Pahiopedilum venustum (Wallich ex Sims) Pfitzer
P. venustum è stato scoperto dal dott. Wallich a Sylhet (Bangladesh) agli inizi del 1800.
Etimologia del nome di specie: deriva da Venere, la dea romana dell’amore e della bellezza, così chiamato per la bellezza del fiore.
Descritto da: Wallich ex Sims in Curtis’s Botanical Magazine, 47, t. 2129 (1820)
Trasferito da: Pfitzer in Pringsheim, Jahrbcher fur wissenschaftliche Botanik, 19:163 (1888)
Varietà e Forme:
Paphiopedilum venustum fma. measuresianum (hort. ex M.T. Masters in Gardener’s Chronicle, 3rd series, 14: 756 (1893)) Braem in Orchidees. Culture et Protection 36: 35 (1998) – albino form
Paphiopedilum venustum fma. pardinum (Reichenbach fil. in Gardener’s Chronicle, 1st series, 29: 554 (1869)) Braem in Braem et al., The Genus Paphiopedilum, 2: 274 (1999) – forma di colore.

Nella rivista “The Orchid Review” Vol. 2 a Pag. 134 si legge: …”In 1820 several very interesting novelties were recorded. Cypripedium venustum, the first tropical species, was figured at t. 2129 of the Botanical Magazine, with the information that it flowered in November with Messrs. Whitley, Brames, and Milne, who had received it from the Calcutta Botanic Garden, whence it was brought by Captain Craigier.”…
Questa specie è stata una delle prime ad essere ibridata: Paphiopedilum x Crossianum (P. venustum x P. insigne) ottenuto da Cross, nel 1871.
Paphiopedilum venustum ha le foglie argentate con tonalità grigio-verde di base e macchie verde scuro sulla pagina superiore, che ritroviamo color porpora in quella inferiore.
La struttura vegetativa è molto robusta e compatta, gli steli fiorali alti 15-20 cm. portano uno o più raramente due fiori che raggiungono 9-10 cm di diametro.
Il sepalo dorsale è bianco con evidenti striature verdi, mentre il labello presenta marcate venature color verde scuro. I petali sono di colore verde alla base, poi assumono tonalità terra di Siena chiara che diventa arancio e rosso scuro all’apice: sui petali ci sono anche delle macchie scure, che insieme alla tonalità di base caratterizzano la zona geografica di provenienza e la varietà.
Questa specie è diffusa in un’area geografica molto vasta: Bangladesh, Assam, Nepal.
Nel suo habitat, Paphiopedilum venustum regola il suo ciclo vegetativo in funzione dei monsoni: caldo e umido estivo (18-32 gradi centigradi) e freddo secco in autunno–inverno (5-20 gradi centigradi).
All’inizio del monsone secco la pianta accenna ad un leggero riposo e poi inizia la lenta e progressiva formazione degli steli fiorali che maturano verso la fine di gennaio. In natura questa specie vive ai piedi degli alberi in terreni molto umidi e ricchi di humus, habitat tipico delle foreste fitte, preferendo di norma i pendii scoscesi delle rive dei fiumi.
Il composto di coltivazione deve essere vaporoso e drenante, con una discreta presenza di calcio.

Notizie in breve

Orchids.it ieri

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Rhyncolaelia glauca ex brassavola

Fiori bianchi, leggermente soffusi di verde pallido, solitari e profumati.

Rhyncolaelia glauca – foto 11.01.06
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati

Brassavola glauca Lindley 1839. E’ una specie d’orchidea epifita appartenente al genere (Brassavola), sottotribù delle (Laeliinae) e famiglia (Orchidaceae).

Questa specie è stata poi classificata come Rhyncholaelia glauca (Lindley) Schlecter 1918.

Il genere in discussione è composto di 2 specie (Rhyncolaelia glauca e Rhyncolaelia digbyana).
La differenza sostanziale fra le due specie è evidenziata dagli pseudobulbi più piccoli e compatti della R. glauca dal labello frangiatissimo della R. digbyana.

Vive in Messico, Guatemala, Belize, Honduras e Panama: di notte emana nell’aria una fragranza di agrumi e lamponi
Questa specie produce fiori che arrivano anche a 12 centimetri di dimensione, uno per getto, su uno pseudobulbo corto e robusto con una singola foglia labiata.
Si consiglia di coltivarla su tronchetti di legno duro oppure in vasi con materiale di rinvaso molto drenante, per consentire un’utile asciugatura delle radici fra le bagnature.

L’habitat della Rhyncholaelia glauca è quello tipico delle medie altezze della fascia tropicale (1000-1500 metri) e pertanto richiede un clima da serra intermedia, con regolari annaffiature e fertilizzazioni durante la sua fase di sviluppo.
Questa orchidea trova giovamento da ambienti luminosi e ventilati. Il numero dei fiori è direttamente proporzionale alla quantità di luce disponibile in serra:si consiglia di sistemarla nella parte più alta utilizzabile.

Paphiopedilum victoria-mariae

Alberto…è proprio lui, ecco il fiore: allego anche una nota liberamente tratta su internet

Paphiopedilum victoria-mariae (Rolfe) Rolfe 1896 Sottogenere Paphiopedilum Sezione Cochlopetalum Haller ex Pfitz

…”This is again a similar species to the other plants in this group which was first described in 1896. It was initially collected by Mr Wilhelm Micholitz in 1891, while travelling for the English nursery of Frederick Sander, England. The collector first heard about the location of a ‘new’ lady slipper species from a Mr Schluechter, who was a bookkeeper at a local coffee plantation, and had to pay him 500 guilders to reveal its actual location. It was originally named Paphiopedilum victoria-regina. One year later Mr Sander renamed it P. victoria-mariae, as on the day Frederick Sander bloomed a plant, the Princess Victoria-Maria (who later became Queen of Great Britain), and the Duke of York, announced their engagement. Because of its long usage this later name has been retained.

September to November flowering (Southern Hemisphere equivalent months), but also throughout the year, it needs a brief rest when growths mature. It appreciates intermediate temperatures. It is native of Mt. Talak Mau, from north Sumatra, Indonesia, where it grows on limestone borders and on exposed cliff faces, but not in direct sunlight. Plants are found in water seepages or in deep pads of moss and humus at an altitude of some 1800 metres on west or west facing slopes. It is also found in moderately dark places as a terrestrial, growing in leafy humus. Living close to the equator, there is little variation in day length, the seasons therefore marked by variations in rainfall. The ‘dry’ season with the south east monsoon starts in December and lasts to April, with frequent rains. In May the north west monsoon starts, with heavy and more frequent rains, which last until September. During most of the year there is heavy cloud cover. Summer temperatures range from 27 to 14.5 degrees celsius, with a 4.5 to 7 degrees celsius drop in winter. It naturally grows in south and central west Sumatra at an altitude of 1500 to 2000 metres above sea level. 105
Jahn who has observed these plants in their natural habitat, confirming plants live the dampness growing in very thick pads of moss.
Fowlie discusses the early history of this species, together with details of a visit to its habitat. He notes that it grows on a tall cliff of andesite lava at an altitude of 1800 to 2050 metres above sea level. The cliff interrupts the flow of moisture laden air currents, which condense on its flanks, and there is a constant trickle of moisture down the cliff face. This trickling moisture permeates the roots of attached pandanus trees, aroids and many other species of plants attached to the cliff, which in turn provides a means of attachment for the mosses, which grow lithophytically up to some 300 mm in thickness. The lower layers of these mosses are rotten but the upper layers are alive, and the roots of the lady slippers are attached through them and along the cliff for some 1300 to 1500 mm from the mother plant, affixed to a tree root or the rock. The habitat is always wet, with mists condensing and moving all the time. The light is extremely dim. He also notes the foliage of the plants is long and thin, not adapted to live in semi-zerophytic or desert conditions as is Paphiopedilum chamberlainianum.
There has been confusion regarding the name of this plant, with P. victoria-regina sometimes applied. However, that name applies m ore correctly to the plant widely known as P. chamberlainianum. 105 Cribb, however, has retained this as a separate species, not withstanding its close affinity to P. victoria-regina (P. chamberlainianum).
Because of its rarity Schaefer notes only 7 primary hybrids have been registered to 1976, with none awarded.”

PS) Un quiz facile facile: il fiore ha un diffetto, lo vedete?

Orchids Club: Incontro di Gennaio 2006

Una giornata con Orchids Club…nessuno si senta escluso

Come già ampiamente annunciato, il prossimo appuntamento del nostro Club sarà per sabato 21 Gennaio presso l’Orto Botanico di Padova.
L’orto Botanico è situato in zona molto centrale della città (vicino alla Basilica del Santo ed al prato della Valle), non poteva che essere altrimenti: nasce 5 secoli fa…quando forse lì era ancora campagna.

Penso che per arrivarvi sia sufficiente l’indicazione della via: Via Orto Botanico n°15.

Come potete ben capire è abbastanza difficile parcheggiare le auto e quindi conviene arrivare alla spicciolata, sistemare l’auto in parcheggi (possibilmente non a pagamento) e darsi appuntamento all’ingresso dell’Orto Botanico per le ore 10 di mattina.
Il giardiniere curatore della serra di orchidee ha già chiesto l’autorizzazione per visitarla e ci farà da accompagnatore.
L’ingresso è a pagamento, circa 4 euro.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA

Ore 10 – Ritrovo dei partecipanti all’ingresso dell’Orto Botanico.
Ore 10, 15 – Visita guidata all’orto botanico ed alla serra delle orchidee.
Ore 12 – Sprizzetto di brindisi e partenza per la visita alle serre di Phalaenopsis dei F.lli Menin.

Le serre dei Fratelli Menin (circa 50.000 metri quadri coperti) si trovano in località Carceri (Este).
La visita, concessa in via del tutto eccezionale da Mauro Menin (il mago Italiano delle Phalaenopsis) sarà un’utile occasione per ammirare ed apprendere le sue tecniche di coltivazione.

Ore 13 – Arrivo a Carceri e ritrovo in Trattoria tipica per il pranzo: costo (10-12) euro circa
Ore 15 – Visita alle serre.
Ore 17 – Saluti e rientro alle proprie sedi.

Note organizzative:
– Il pranzo deve essere prenotato e pertanto è indispensabile raccogliere velocemente le adesioni, sicure!! Fatelo in risposta a questa e-mail o nel blog….portate anche amiche e/o amici.
– Da Padova per portarsi a Carceri si deve prendere l’autostrada A13 ed uscire a Monselice dove ci si aspetta e si prosegue insieme per la meta.
– Nota per chi intende arrivare a Padova in treno: penso sicuramente che ci sarà qualche socio con l’auto per un passaggio fino alle serre e ritorno.
Nota importante: portate pure con voi “il cestino” con qualche “golosesso liquido e solido”

Ciao a tutti, date le vostre adesioni velocemente.
Lo staff di Orchids Club